Interferenze LTE-TV: ultim’ora, il ministero scioglie il tavolo tecnico. E ora dove si va? Altro che protezione degli investimenti…

di di Raffaele Barberio |

Come è possibile abbandonare a se stesso un argomento così delicato, anzi pensare di lasciarlo al confronto tra operatori, che poco hanno da dirsi se le istituzioni non definiscono il quadro complessivo entro cui orientare confronto e deliberazioni?

Italia


Raffaele Barberio

Venerdì scorso siamo usciti con un editoriale sullo spinoso problema delle interferenze LTE-TV (Leggi Articolo Key4biz).

Abbiamo ricostruito il problema ed abbiamo cercato di fare chiarezza su ciò che sarebbe utile fare e su ciò che sarebbe opportuno evitare.

Ma non avremmo mai immaginato che le circostanze precipitassero negativamente, come sta avvenendo in queste ore.

Qualche ora fa il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto sapere di aver “sciolto” il tavolo tecnico costituitosi sull’argomento con la partecipazione attiva di rappresentanti del ministero, degli operatori di telecomunicazioni, della Fondazione Ugo Bordoni ed allargato ai rappresentanti dei broadcaster nazionali e delle emittenti televisive locali.

Parrebbe che la formula adottata nella decisione di stamane sia stata quella della sospensione “sino a data da destinarsi“.

Ma che vuol dire?

Come è possibile abbandonare a se stesso un argomento così delicato, anzi pensare di abbandonarlo al confronto monco tra operatori di telecomunicazioni, che poco hanno da dirsi se le istituzioni non definiscono il quadro complessivo entro cui orientare confronto e successive deliberazioni?

A meno che questa misura inconsueta non sia stata adottata a fini di deterrenza. Un modo indiretto per condizionare i comportamenti altrui.

Ma se così fosse, ci sarebbe da allarmarsi di più.

Riteniamo sia più consono alle aspettative che l’opinione pubblica ha dei comportamenti delle istituzioni:

  • un veloce ripensamento di tale decisione impropria ed il ripristino del tavolo tecnico;
  • una riperimetrazione del problema che consideri gli aspetti interferenziali degli operatori di telecomunicazioni per niente disgiunti dalle problematiche di assegnazione e gestione delle frequenze televisive (non è un problema “loro”, ma del sistema-Paese);
  • una consapevolezza che il problema delle interferenze richiede interventi sistemici;
  • una certezza di percorso che lasci prevedere tempi di percorrenza presunti nella ricerca delle soluzioni più idonee.

 

Confidiamo nel senso di responsabilità sempre dimostrato nei momenti cruciali dalle istituzioni di settori e ci auguriamo che anche AgCom decida, da canto suo, di interpretare quel ruolo che le circostanze invitano ad assumere.