Hadopi: dopo 3 anni e 33 mln di euro di finanziamenti pubblici, l’unico risultato è una multa da 150 euro. Critico anche il governo

di Raffaella Natale |

La prima condanna con la legge Hadopi riaccende la polemica: che senso ha mettere in piedi costosissime macchine burocratiche di controllo, non sarebbe meglio puntare al potenziamento dell’offerta legale?

Francia


François Hollande

Il governo francese prende posizione in merito alla polemica montata dopo la prima condanna per download illegale, in ottemperanza alle disposizioni introdotto dalla legge antipirateria Hadopi, da cui prende il nome anche l’Autorità istituita per vigilare sul rispetto delle regole online.

 

La legge, fortemente voluta da Nicolas Sarkozy, era già stata fortemente criticata in campagna elettorale dal nuovo presidente François Hollande che aveva promesso un’ampia riforma della materia (Leggi Articolo Key4biz). Impegno mantenuto, perché fin dal suo insediamento il Ministro per la Cultura, Aurélie Filippetti, ha fatto sapere che si stava mettendo mano alla legge sul copyright, ammettendo che al vaglio dell’esecutivo c’è anche il taglio ai finanziamenti previsti per questa Authority (Leggi Articolo Key4biz).

 

La prima condanna, 150 euro di multa comminata dal Tribunale di Belfort a un giovane di 39 anni per aver scaricato illegalmente alcuni brani della cantante Rihanna (sarebbero solo due), fa discutere, nonostante al giovane fossero già arrivati i due avvertimenti previsti dalla Legge prima dell’intervento dell’autorità giudiziaria che prevede in ultima istanza anche il distacco della connessione internet per un mese (sistema cosiddetto dei tre strike).

 

Per la Filippetti, c’è una “sproporzione tra i mezzi enormi dell’Hadopi e i risultati concreti realizzati’.

L’Autorità, ha indicato il Ministro, “costa 11 milioni di euro l’anno e vi lavorano decine di persone. Quello che io contesto – ha aggiunto – è che la sentenza di Belfort è la prima e sono solo 30 i dossier trasmessi ai tribunali”.

“C’è forse una leggera sproporzione tra gli enormi mezzi di cui dispone l’Hadopi e i risultati concreti prodotti” fino a oggi.

 

“La soluzione – ha suggerito la Filippetti – è, invece, quella di allargare l’offerta legale a pagamento, proponendo una vasta varietà di scelta. In questo senso, ritengo che l’Hadopi non abbia fatto il suo lavoro e non abbia compito la propria missione, vale a dire contribuire allo sviluppo dei servizi legali”.

“Il distacco dell’accesso internet è una sanzione sproporzionata rispetto all’obiettivo posto”, ha detto il Ministro, aggiungendo che tutto ciò è al vaglio del gruppo di lavoro capeggiato da Pierre Lescure, incaricato di rivedere tutta la legge Hadopi e predisporre nuove disposizioni.

 

Le conclusioni delle consultazioni con l’industria, che partiranno a settembre, sono previste per il prossimo marzo e avranno, più generalmente, la mission di predisporre un nuovo piano di digitalizzazione della cultura francese.

 

Nell’attesa, nell’ambito degli impegni presi dal governo di riduzione delle spese pubbliche, il Ministro ha preferito tagliare ‘ampiamente’ i fondi destinati all’Hadopi per il 2012.

Preferisco limitare il finanziamento di cose la cui utilità non è provata“, ha commentato la Filippetti.

 

L’Hadopi è incaricata di incentivare l’offerta legale dei beni culturali su internet (musica, libri, videogame, film, serie televisive…) e lottare contro la pirateria con un sistema di risposta graduale, detto dei tre strike, cioè tre avvisi inviati agli utenti per invitarli a cessare le attività lesive del copyright, cui far seguire eventualmente una multa fino a 1.500 euro e il distacco della connessione dalla rete per almeno un mese.

 Un modello verso cui Hollande ha mostrato da subito la sua contrarietà (Leggi Articolo Key4biz), propendendo invece per un sistema che miri a colpire i provider e i siti che traggono profitto dalla pirateria, piuttosto che il singolo utente internet.