News Corp punta sempre più sul digitale: Paul Cheesbrough è il nuovo Chief Technology Officer

di Raffaella Natale |

Il manager arriva dalla divisione publishing News International, dopo aver lavorato al Telegraph Media Group e alla BBC. Segno che Rupert Murdoch intende investire sempre più nell’editoria digitale?

Stati Uniti


News Corp

Paul Cheesbrough è il nuovo Chief Technology Officer della News Corp e si occuperà della strategia digitale del gruppo.

Cheesbrough aveva ricoperto l’incarico di Chief Information Officer presso News International, la divisione publishing britannica di News Corp. Precedentemente aveva lavorato per il Telegraph Media Group, la BBC e IBM.

Cheesbrough subentra a John McKinley, che ha lasciato il gruppo per gestire la start-up safeforaging.com. Questa nomina arriva anche alcune settimane dopo la decisione del Chief Digital Officer, Jonathan Miller, di lasciare il suo posto in News Corp.

 

Col nuovo incarico, spiega in una nota la società di Rupert Murdoch, Cheesbrough dovrà occuparsi “della realizzazione della strategia tecnologica del gruppo a livello mondiale, di coordinare lo sviluppo di nuovi prodotti e della copertura digitale”.

Cheesbrough risponderà del suo operato direttamente a Murdoch che ha dichiarato: “Sarà un collaboratore fondamentale alla luce del nostro impegno di sfruttare le possibilità del settore digitale, che ampliano i nostri legami con i consumatori”.

 

Lo scorso giugno, il magnate ha annunciato lo spin-off degli asset in due unità distinte e quotate separatamente (Leggi Articolo Key4biz). Più precisamente, s’è deciso di dividere le attività di Cinema e Tv – che comprende i canali Fox, gli studios 20th Century Fox e le due pay-Tv Sky Italia e BSkyB – da quelle riguardanti l’Editoria, in particolare l’agenzia di notizie finanziarie Dow Jones, i giornali tra cui il Wall Street Journal e il londinese Times, e la casa editrice Harper Collins.

 

Il piano di scorporo è stato giudicato favorevolmente dal mercato, che ha apprezzato la decisione di separare la macchina da soldi televisiva e cinematografica dalle poco redditizie attività editoriali, su cui pesa anche il danno di immagine seguito allo scoppio del caso delle intercettazioni illegali effettuate dai tabloid del Regno Unito per realizzare alcuni scoop.