Google: il mercato francese della pubblicità a rischio monopolio. Gli editori spingono sul governo per avere subito una legge

di Raffaella Natale |

Google, così come tutti i motori di ricerca devono pagare per l’indicizzazione delle notizie. I principali editori francesi fanno fronte comune e chiedono al governo una proposta di legge che potrebbe essere approvata entro la fine dell’anno.

Francia


Larry Page

Gli editori francesi sono determinati, anche loro vogliano una legge per far pagare ai motori di ricerca l’uso dei loro contenuti.

Marc Feuillée (Figaro), Francis Morel (Echos) e Nathalie Collin (Nouvel Observateur) hanno chiesto al governo un progetto di legge, su modello della tedesca Lex Google, che attende adesso il voto del Parlamento (Leggi Articolo Key4biz).

“Lavoriamo a questo progetto dalla scorsa primavera dopo tre anni di trattative, fallite, con Google. Oggi tutti gli editori de quotidiani, delle riviste ma anche dei giornali esclusivamente online, sostengono questa proposta“, che è stata sottoposta all’attenzione del governo, ha detto il CEO del Nouvel Obs (Leggi Articolo Key4biz).

 

Secondo la Collin, “Questo progetto è semplice da realizzare ed equilibrato. Da un lato gli editori rinunciano al loro diritto di poter vietare l’indicizzazione dei loro contenuti da parte dei motori di ricerca (…) in cambio chiedono, però, una norma che permetta di far pagare ai motori di ricerca una giusta remunerazione ogni volta che un loro contenuto viene indicizzato”.

 

Il CEO di Echos, Francis Morel, ammette che si tratta soprattutto di intervenire su Google, che oggi “ha quasi il monopolio della ricerca online, con il 93,5% del mercato francese. E usa questo monopolio per attirare la pubblicità attraverso i link sponsorizzati”.

“Bisogna sapere – ha aggiunto Morel – che Google è una delle più grosse società di raccolta pubblicitaria in Francia, ma non dichiara che 41 milioni di euro di fatturato in questo Paese“, avendo sede in Irlanda.

“E’ inaccettabile – ha detto ancora il CEO di Echos – che Google usi i nostri articoli gratuitamente per penetrare il mercato francese della pubblicità senza prevedere alcun compenso per i creatori di contenuti”.

La situazione riguarda ovviamente tutti i Paesi, anche l’Italia, dove la Guardia di Finanza sta indagando dal 2006 su Google, e presto potrebbe chiudere il caso, per un ammanco di 80 milioni di euro di imposte non versate (Leggi Articolo Key4biz).

Il gruppo s’è sempre difeso, sostenendo che “paga le tasse anche in Italia“, ma anche che ha l’obbligo verso i suoi azionisti “di mantenere un sistema fiscale efficiente“.

E sempre in Italia, pare che Big G abbia un piano segreto per “conquistare entro il 2015 – come scrive Il Sole24Ore – il 20% del mercato totale dell’advertising e arrivare a raccogliere 2 miliardi di euro, il doppio dell’attuale raccolta della Rai e in teorico pareggio con Mediaset, che potrebbe scendere in tre anni proprio a quota 2 miliardi dagli attuali due miliardi e quattrocento milioni”  (Leggi Articolo Key4biz).

Le mosse della società di Mountain View non sono di certo passate inosservate al presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, che nella relazione annuale dello scorso giugno aveva lanciato l’allarme: “I motori di ricerca come Google e i cosiddetti social network ormai costituiscono un passaggio obbligato per la distribuzione dei contenuti web e Google, nel giro di pochi anni, potrebbe diventare monopolista di questo mercato” (Leggi Articolo Key4biz).

Tornando alla Francia, Marc Feuillée ha indicato che la proposta di legge francese, diversamente da quella tedesca che riguarda gli aggregatori di notizie come Google News, punta al mercato della web search, specie quella di contenuti.

Per il CEO di Figaro, il testo potrebbe essere sottoposto al Parlamento entro la fine dell’anno per entrare in vigore con l’inizio del 2013.