Frequenze Tv: gli spazi bianchi per rafforzare il wireless. Negli USA si lavora all’asta

di Raffaella Natale |

Dalla Ue agli Stati Uniti, la soluzione per decongestionare il traffico e accelerare nelle tecnologie wireless arriva dallo spettro inutilizzato dai broadcaster.

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White Spaces

Le porzioni di spettro disponibili tra le frequenze televisive (i cosiddetti spazi bianchi) sono al centro dei prossimi impegni della Federal Communication Commission (FCC), che vorrebbe mettere ai voti già da fine mese un Piano per spingere i broadcaster a metterle in vendita.

Gli uffici della FCC sarebbero già al lavoro per predisporre un disciplinare per la gara che dovrebbe essere fissata entro il 2014.

Il progetto rientra nell’ambito del ‘Piano nazionale per la banda larga‘ e ha già incassato l’OK della Consumer Electronics Association. Un’operazione che non ha, però, trovato il pronto sostegno degli operatori televisivi, ancora piuttosto scettici.

 

La FCC si sta muovendo nella stessa direzione della Commissione Ue, che la scorsa settimana ha illustrato i suoi piani per affrontare la crescita esponenziale del traffico sulla rete mobile e senza fili, consentendo alle tecnologie wireless, fra cui la banda larga, di condividere l’uso dello spettro radio (Leggi Articolo Key4biz).

Come informa una nota, con le nuove tecnologie è possibile ripartire lo spettro radio fra diversi utenti, quali gli Isp, oppure utilizzare lo spettro disponibile tra le frequenze Tv per altri scopi. Secondo la Ue, infatti, spesso la normativa nazionale in materia di frequenze radio non tiene conto delle nuove possibilità tecniche e, di fronte all’aumento della domanda, espone gli utenti della telefonia mobile e della banda larga al rischio di servizi di scarsa qualità e ostacola la formazione di un mercato unico per gli investimenti in tali settori delle comunicazioni.

 

Una strategia europea coordinata in materia di condivisione dello spettro, sottolinea Bruxelles, condurrà ad un’espansione della capacità della rete mobile, a una riduzione dei costi della banda larga wireless e all’emergenza di nuovi mercati, quali quello dei diritti secondari negoziabili per una determinata assegnazione di frequenze.

 

Sempre su questa linea, gli Stati Uniti stanno testando una nuova tecnologia wireless, un super Wi-Fi che potrebbe colmare il digital divide, portando la banda larga anche nelle zone rurali (Leggi Articolo Key4biz).

La FCC ha aperto la via nel 2010, consentendo servizi a banda larga wireless sulle frequenze televisive non utilizzate.

Il super Wi-Fi è stato utilizzato per la prima volta nel 2011 a Houston (Texas), dalla Rice University, quest’anno, invece, a Wilmington nella Carolina del Nord.

Il progetto AIR.U, poi, sostenuto da Google e Microsoft, prevede di installarlo a partire dall’inizio del 2013, nei campus universitari situati in zone rurali.

 

“Il Wi-Fi è in piena espansione, ma è limitato dalle frequenze sulle quali opera, che lo supportano solo per un centinaio di metri“, ha commentato Michael Calabrese, responsabile del Wireless Future Project per la New America Foundation.

Le frequenze televisive, spiega Calabrese, coprono lunghe distanze e passano attraverso immobili, alberi e riescono a garantire il funzionamento della tecnologie anche in condizioni meteorologiche sfavorevoli.

Questo permette al segnale di raggiungere distanze non garantibili dall’attuale Wi-Fi: in teoria fino a 160 chilometri, anche se per ragioni pratiche il campo di applicazione sarà limitato a pochi chilometri.

 

Il super Wi-Fi potrebbe, inoltre, portare le connessioni veloci anche nelle regioni rurali, scarsamente popolate, finora non raggiunte dalla banda larga. Tanto più che queste zone, dove operano generalmente meno emittenti televisive, dispongono ovviamente di molte frequenze libere.

Si potrebbe anche consentire agli utenti di creare reti domestiche e continuare a usarlo fuori casa. Contribuirebbe, inoltre, a decongestionare il traffico sulle frequenze di telefonia mobile causato dalla moltiplicazione di dispositivi web-based, come gli smartphone o i tablet.

 

Ma il super Wi-Fi non usa solo frequenze diverse da quelle del Wi-Fi, ha bisogno anche di infrastrutture differenti.

Questa è, infatti, una delle critiche della Wi-Fi Alliance, che possiede il marchio ‘wifi’ e ritiene che il nome super Wi-Fi possa generare confusione presso i consumatori che assimilerebbero due standard che in realtà non sono compatibili.

 

Perché il super Wi-Fi possa veramente espandersi, sarà necessario che i produttori di pc e altri dispositivi elettronici progettino dei chip in grado di funzionare sia con il Wi-Fi che con il super Wi-Fi.

Entrando nella WhiteSpace Alliance, associazione che si occupa di questa nuova tecnologie wireless, Texas Instrument ha fatto capire che i produttori sono pronti a mettersi in gioco.

“Tutti conoscono il valore di questo spettro” di frequenze televisive non usate, che ha “le caratteristiche più vantaggiose“, ha commentato Dan Lubar della WhiteSpace Alliance.

Per Lubar, il super Wi-Fi verrà distribuito in modo concreto a partire dalla metà del prossimo anno.

Appare, invece, più prudente Gerry Purdy, analista di Mobile Trax LLC, secondo il quale bisognerà probabilmente attendere ancora diversi anni, ammettendo il ‘buon uso dello spettro’ mette, però, in guardia da ‘false aspettative’, visto che la progettazione di nuovi chip e nuovi standard richiede del tempo.