Cinema: le frontiere del 3D alla Biennale di Venezia. In Italia ancora troppo scetticismo

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Jordan River (esperto di regia 3D): ‘Il 3D sul piano professionale è ancora giovane e il 99% delle opere prodotte in 3D sono scadenti, mal prodotte, spesso pensate e girate in 2D e poi convertite in stereoscopia’.

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Biennale di Venezia, 'Le Frontiere del 3D'

Alla 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia s’è parlato anche di terza dimensione nel cinema, in occasione dell’evento “Le frontiere del 3D – le nuove tecnologie nella cultura e nei media” sotto l’egida della Commissione Europea, con il patrocinio istituzionale della rappresentanza in Italia. 

 

L’apertura dell’incontro è stata riservata alla conferenza per la presentazione alla stampa del libro “3D Stereoscopico. Guida professionale per cinema, tv, new media” edito dalla FAG Edizioni e curato da Jordan River e Gianfranco Confessore.

Il testo non mantiene in riserbo i segreti professionali del 3D stereovision, che pur essendo un fenomeno in continua evoluzione nel volume viene svelato senza mistero.

 

Molti gli ospiti presenti al Meeting per parlare  di 3D, fra cui  il Presidente della Twentieth Century Fox Italia, Osvaldo De Santis che, in rappresentanza in Italia di una delle major Usa e tra le più importanti al mondo, ha voluto sottolineare che se da una parte a livello internazionale il fenomeno è sempre in continua espansione (non si poteva non citare il titolo in 3D e campione d’incassi “Avatar” di J. Cameron, prodotto appunto dalla sua major) dall’altra in Italia, soprattutto sul piano produttivo, tale sviluppo del settore viene visto con “falso scetticismo, poiché si tratta di tecniche e tecnologie che la maggioranza degli addetti ai lavori ancora non conosce”.

De Santis ha in tale contesto fatto presente che il 3D parte dalla sceneggiatura e che deve essere vissuto prima come una forma espressiva e poi anche a livello commerciale.

 

Importante anche l’intervento del Direttore del canale SKY 3D Italia, Cosetta Lagani, che ha sottolineato quanto il fenomeno sia sempre in forte espansione e che anche grazie a tale canale stereoscopico questo nuovo linguaggio di fruizione culturale può avere sempre più risvolti positivi. Quindi non solo le sale per proiettare in 3D, ma un canale interamente riservato al formato, il primo in Italia con il 100% di programmi in 3D che trasmette via etere, e che è sempre alla ricerca di nuovi contenuti in versione tridimensionale.

Tra i relatori è intervenuta anche la produttrice cinematografica, Manuela Cacciamani, AD di D2B, azienda leader in Italia nella grafica 3D, sottolineando come il 3D debba in qualche modo divenire “3T: Trama, Tradizione, Tecnologia”.

 

Articolato e interessante, altresì, l’intervento del Direttore Internazionale della SMPTE Society of Motion Picture and Television Engineers (ente internazionale che si occupa in particolare di standard degli audiovisivi), Angelo D’Alessio, che ha evidenziato l’importanza del libro ‘3D Stereoscopico’ che può essere molto utile anche da un punto di vista culturale. D’Alessio, da attento esperto di standard e formati, parlando di 3D e audiovisivo in generale, ha sottolineato infine quanto l’individuazione di standard qualitativi possa essere determinante nella resa finale di un’opera culturale audiovisiva dal suo concepimento sino alla fruizione finale, soffermandosi anche sull’importanza che riveste il suono in ambiente tridimensionale.

 

A tal proposito durante l’apertura dei lavori lo stesso Jordan River, esperto di regia 3D e produzione stereoscopica, che sta recentemente seguendo da vicino anche alcuni progetti di ricerca del MIUR sulla Stereovisione 3D per conto della Delta Star Pictures, ha fatto presente come anche in ambito di ricerca scientifico-tecnologica stanno venendo fuori molte curiosità positive circa le implicazioni psicologiche di questa tecnica. Il regista ha sottolineato come occorra sfatare l’idea sbagliata che il 3D stanca la vista e il cervello: al contrario, se il 3D è curato magistralmente, questa è una tecnica che durante la visione rilassa anche la mente – si potrebbe definire un’operazione creativa di sinfonia della mente, poiché la mente agisce per archètipi. Occorre invece dire che il 3D sul piano professionale è ancora giovane e che il 99% delle opere prodotte in 3D sono scadenti, mal prodotte, spesso pensate e girate in 2D e poi convertite in stereoscopia. Ciò è dovuto a un problema di scolarizzazione sul tema.

 

Non meno interessante, soprattutto per i professionisti del settore, la relazione esposta dal Consigliere della Regione Lazio, Antonio Paris. In molti, infatti, apprezzando la sensibilità e l’attenzione che il rappresentante della Regione Lazio riserva anche al settore dell’audiovisivo, a conclusione dell’incontro hanno voluto nominarlo ‘ambasciatore del cinema’. Paris ha ricordato l’importante legge quadro sull’audiovisivo che la Regione Lazio ha recentemente approvato in aula e che l’ente regionale ha messo a disposizione un fondo da 45 milioni di euro per il Cinema e l’Audiovisivo e l’intervento emendativo proprio sul 3D al quale Jordan River ha contribuito con la Regione Lazio.

 

Lo stesso Jordan River ha tuttavia sottolineato, anche su indicazione di molti produttori con i quali collabora spesso, che i meccanismi ‘retroattivi’ di attuazione degli interventi regionali del Lazio per il cinema debbano guardare al futuro e non al passato, e quindi il riconoscimento dei finanziamenti dev’essere, così come avviene anche per tutti i bandi europei, approvato con tempi accettabili mediante apposito e formale decreto d’impegno per progetti meritevoli. Mentre solo la rendicontazione finale deve riguardare la retroattività a saldo dell’intervento – un meccanismo sicuramente più democratico e a sostegno anche dei produttori meno tutelati.

 

Paris ha rilevato durante il meeting la sua disponibilità a intervenire, riservando la dovuta premialità al 3D e quindi alle nuove tecnologie che sarà oggetto d’intervento anche nella programmazione del Centro regionale per il Cinema e l’Audiovisivo della Regione Lazio.

 

Durante l’incontro sono stati proiettati in anteprima spezzoni di alcuni recenti lavori in stereoscopia 3D, fra cui il documentario stereoscopico ‘Apollineum 3D’ diretto da Jordan River e girato a oltre 2000 metri di altezza sulle vette più alte del Parco Nazionale del Pollino (uno dei parchi più grandi d’Europa, ancora sconosciuto)  e alcuni spezzoni 3D inediti del film ‘Sacred Code’ sempre diretto da Jordan River, progetto di fiction per cui è prevista anche la pubblicazione del romanzo di narrativa fantasy.