Telecom Italia-CDP: Deutsche Bank definirà il valore della rete. Riprende quota l’ipotesi scorporo?

di Alessandra Talarico |

L’ingresso di Deutsche Bank potrebbe far prevedere il possibile accordo a metà strada tra le valutazioni di Telecom Italia che stima il suo asset fisso circa 15 mld e quelle di Metroweb, che aveva avanzato un’offerta da 9 mld.

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Sarà Deutsche Bank ad effettuare la valutazione della rete di Telecom Italia in qualità di advisor del Fondo Strategico Italiano – controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti – in vista della creazione di una newco in cui far confluire l’infrastruttura attualmente di proprietà dell’ex monopolista.

 

La notizia, non confermata dalle parti interessate, è stata riportata stamani da Il Messaggero, secondo cui la scelta di un advisor di ‘peso’ come Deutsche Bank – che ha già assistito il ministero dell’Economia nello swap delle quote Eni, Enel e Stmicroelecronics – confermerebbe che Telecom Italia e FSI (che a maggio ha acquisito il 46,2% di Reti Tlc, che possiede il 61,4% di Metroweb) “fanno sempre più sul serio sulla rete”, dopo mesi passati a scrutare le reciproche intenzioni.

 

Torna in campo, dunque, l’ipotesi di scorporo che Telecom Italia valuta concretamente per alleggerirsi dal fardello di un debito di 30 miliardi di euro e investire sulla banda larga mobile.

Quanto alla questione più spinosa – quella della valutazione dell’infrastruttura – l’ingresso di Deutsche Bank potrebbe far prevedere il possibile raggiungimento di un’intesa tra le parti a metà strada tra la valutazione di Telecom Italia che stima il suo asset fisso circa 15 miliardi e quelle di Metroweb, controllato dal Fondo F2i di Vito Gamberale e da FSI, che aveva avanzato nei mesi scorsi un’offerta da 9 miliardi.

 

Prima dell’estate, l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, aveva ridimensionato l’ipotesi di uno scorporo quale operazione funzionale per ridurre il debito: “Una questione di questo tipo – aveva detto – non si analizza dal punto di vista della finanza ma da un punto di vista industriale”.

 

L’opzione era stata rilanciata sulla base di un documento chiamato ‘Ipotesi di costituzione di un operatore di accesso wholesale su rete fissa’ (Opac) che descrive tre possibili scenari relativi al possibile percorso societario che il nuovo veicolo potrebbe avere: il primo si orienterebbe su una newco interamente controllata da Telecom Italia; il secondo su una ‘Scissione proporzionale’ con la creazione di un nuovo veicolo controllato dagli stessi azionisti del gruppo. La terza ipotesi, più impegnativa, implicherebbe la cessione della rete a un’altra società esistente o a una newco, di cui poi Telecom potrebbe acquisire una quota, ma non la maggioranza. In quest’ultimo caso, è ventilata altresì l’ipotesi di attribuire a questa società o newco una parte del debito (Leggi articolo Key4biz).

 

Ipotesi, questa, ripresa stamani anche dal quotidiano capitolino secondo cui nella newco che andrebbe a gestire l’asset passerebbe anche una parte del debito. Ma, sottolinea Il Messaggero, Telecom “vorrebbe continuare a mantenere la maggioranza della rete” per evitare conflitti con il suo principale azionista Telefonica.

 

Questo potrebbe essere possibile, secondo le precedenti ipotesi, se Telecom accettasse di cedere la rete a un prezzo un po’ scontato: se si trovasse un accordo su un valore stimato in 12 miliardi in base al quale ogni linea sarebbe valorizzata circa 500 euro e non 600 (su un totale di 25 milioni di linee) – l’ex monopolista potrebbe mantenere il controllo di almeno il 65-70% della newco e quindi della sua rete, pur ‘accettando’ un controllo pubblico importante da parte della CDP.

 

Il presidente esecutivo Franco Bernabè, del resto, su questo punto è stato chiaro: la rete – ha detto – è “uno dei valori principali” dell’azienda che, “nonostante stia esplorando diverse possibilità” non intende assolutamente “perderne il controllo”.

L’infrastruttura d’accesso, ha aggiunto, “non che è uno dei nostri valori principali, non l’unico ma una cosa estremamente importante che rimarrà con noi per il futuro e nel lungo termine”.