NGN e Aiuti di Stato. ETNO: ‘Gli investimenti pubblici siano limitati alle aree svantaggiate per evitare distorsioni della concorrenza’

di Alessandra Talarico |

Per ETNO, l'utilizzo di fondi pubblici può essere utile nei casi in cui i piani di investimento privati non siano sufficienti, così da ‘portare la banda larga e tutti i relativi benefici economici e sociali alle aree non redditizie'.

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“Gli investimenti necessari per implementare infrastrutture a banda larga – per l’aggiornamento delle reti tradizionali e per lo sviluppo di nuove reti di nuova generazione (NGN) – devono provenire principalmente dal settore privato e da investitori privati ​​ovunque sia commercialmente redditizio, per evitare qualsiasi distorsioni della concorrenza”. Questa la posizione dell’associazione degli operatori tlc europei, ETNO, nell’ambito della consultazione pubblica lanciata a giugno dalla Commissione europea sulla revisione delle “linee guide per l’applicazione della normativa sugli aiuti di stato in relazione allo sviluppo della banda larga”.

 

Le linee guida indicano quali debbano essere i criteri per poter impiegare le risorse pubbliche finalizzate allo sviluppo delle reti a banda larga nei territori degli Stati Membri in maniera tale che questi interventi permettano di razionalizzare le risorse e accelerare il roll-out delle infrastrutture nelle cosiddette aree a ‘fallimento di mercato’.

 

Per ETNO, l’utilizzo di fondi pubblici può essere utile nei casi in cui i piani di investimento privati ​​non siano sufficienti, così da “portare la banda larga e tutti i relativi benefici economici e sociali alle aree non redditizie o ad aree redditizie solo per un operatore di rete che non fornisce sufficienti copertura a banda larga o, ancora, qualora le condizioni di accesso non siano adeguate”.

 

ETNO, si dice d’accordo col principio che i fondi pubblici debbano restare ‘complementari’ e non sostituire gli investimenti degli operatori. L’associazione presieduta da Luigi Gambardella ha tuttavia espresso qualche preoccupazione riguardo la nuova disposizione relativa all’uso di fondi pubblici in quelle aree in cui le reti NGA esistenti o previste non raggiungano le abitazioni degli utenti.

“Gli aiuti di Stato dovrebbero favorire la neutralità tecnologica e sostenere la scelta, da parte del mercato, della tecnologia e dei servizi più appropriati ed efficienti per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda”, sottolinea ancora ETNO, manifestando apprezzamento per la recente affermazione del Commissario Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, su un approccio regolamentare per le reti NGA in cui il roll-out sarà raggiunto attraverso un mix di tecnologie di accesso differenti, cablate o wireless.

 

“La concorrenza tra le reti FTTH finanziate pubblicamente  e quelle NGA finanziate privatamente avrebbe un impatto significativo sui piani di investimento degli operatori di mercato, dal momento che lo sviluppo di infrastrutture a banda larga ad alta velocità può avvenire gradualmente nel tempo, a diversi livelli della rete, soddisfacendo quindi la domanda dei consumatori che muta gradualmente. Le norme e le misure riguardanti gli aiuti di Stato dovrebbero concentrarsi sulla copertura delle aree nelle quali non ci siano piani di investimento da parte di operatori privati ​​a causa della loro scarsa redditività” ha dichiarato il Gambardella.

 

Gli operatori SMP, quelli cioè con una quota di mercato superiore al 25%, che già offrono servizi di accesso all’ingrosso attraverso la regolamentazione specifica del settore, non dovrebbero inoltre, secondo Gambardella, “essere obbligati a fornire una più ampia gamma di prodotti di accesso all’ingrosso solo perché ricevono aiuti in una zona specifica del paese. Infatti, l’obiettivo degli obblighi di open access è lo stesso quando tali obblighi vengano imposti alle imprese SMP o ai beneficiari di aiuti, e imporre obblighi sproporzionati aumenterebbe i costi degli investimenti e quindi la quantità di aiuti necessari”.

ETNO ritiene infine che l’analisi dei piani d’investimento per lo sviluppo di reti broadband dovrebbe coprire un arco di tempo di almeno 5 anni, e non di soli 3 anni come proposto dalla Commissione europea.

 

Il finanziamento pubblico, insomma, non dovrebbe mai sovrapporsi agli investimenti privati​​, “come giustamente riconosciuto dalla Commissione nelle Linee Guida del 2009″, specifica ETNO.

 

Quando le attuali linee guida sono entrate in vigore, tre anni fa, l’intervento pubblico si è concentrato sulle zone rurali e remote in cui la copertura a banda larga non era disponibile a causa degli elevati costi di costruzione.

Le norme sugli aiuti di Stato hanno così assicurato che l’intervento pubblico non spiazzasse gli investimenti privati​, incoraggiando invece la costruzione di nuove infrastrutture in aree in cui i consumatori non avevano in precedenza possibilità di scelta.

 

Alla luce dei rapidi cambiamenti delle tecnologie e delle condizioni del mercato, la Commissione ha avviato nel 2011 la revisione delle Guidelines sugli aiuti di Stato nel settore della banda larga, con una prima consultazione pubblica da cui è emerso che le norme vigenti funzionano bene e non richiedono alcuna modifica di rilievo. Molti dei soggetti che hanno inviato il loro parere hanno però ritenuto che vi fosse spazio per ulteriori chiarimenti.

Il progetto di revisione degli orientamenti mira quindi a chiarire e semplificare le norme esistenti, per esempio, allentando alcune condizioni per gli investimenti nelle aree rurali.

 

Nel documento oggetto di consultazione, la Commissione evidenzia quindi che  “Gli operatori commerciali costituiscono senza dubbio la prima fonte di investimento ed  è particolarmente importante che i fondi pubblici in questo settore siano utilizzati in maniera oculata e che la Commissione assicuri che gli aiuti di Stato siano complementari e non sostitutivi degli investimenti provenienti dagli operatori di mercato”.

 

Ogni intervento statale – si legge ancora nelle linee guida della Commissione – deve limitare al massimo il rischio che siano compromessi gli investimenti privati e che siano minacciati gli incentivi commerciali, cosi da evitare che vi siano distorsioni della concorrenza. Il documento di Bruxelles conferma anche che “al fine di evitare che l’impiego di risorse pubbliche non impedisca gli investimenti privati nelle aree identificate, le autorità pubbliche dovranno verificare che non vi siano investitori privati che abbiano piani d’investimento previsti nell’area interessata”.

 

 

Orientamenti dell’Unione europea per l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato per lo sviluppo rapido di reti a banda larga (consulta il documento in italiano)  

 

ETNO Response to [Draft] EU Guidelines for the Application of State Aid Rules in Relation to the Rapid Deployment of Broadband Networks