Fibra ottica: il Governo britannico ammette il ritardo sul rollout della rete nazionale

di Alessandra Talarico |

Dopo le critiche della Camera dei Lord, preoccupata del fatto che la strategia del Governo lasci indietro aziende e utenti di alcune aree del Paese, l’ammissione i target per il 2012 difficilmente saranno rispettati.

Regno Unito


Banda larga

Dopo le severe critiche ricevute dalla Camera dei Lord in merito alla strategia sulla banda larga – per l’eccessiva enfasi sulla velocità a scapito della copertura – il Governo britannico ha ammesso di essere in ritardo sulla tabella di marcia prevista per il roll out della rete ultrabroadband, sollevando seri dubbi sulla realizzabilità di una rete nazionale in fibra ottica per il 2015.

 

Il governo d’oltremanica si era posto l’obiettivo di diventare il mercato più avanzato d’Europa in tre anni, ma secondo quanto appreso dal Financial Times, il calendario di assegnazione degli appalti pubblici alle autorità locali per i progetti relativi alla banda larga nelle aree rurali è slittato di almeno tre mesi.

Il sito del dipartimento Cultura, Media e Sport informa che 30 delle 45 autorità locali e aree decentrate del Regno Unito non hanno ancora avviato gli appalti e il ritardo potrebbe essere ancora più lungo dato il tempo necessario per le gare d’appalto ai fornitori del settore privato.

 

Un portavoce del dipartimento ha confermato il rinvio di tre mesi – la prima volta che il Governo ha ammesso che il processo di roll out è in ritardo – dando la colpa alla lunghezza delle negoziazioni con la Ue sugli aiuti di Stato richiesti per finanziare il progetto.

Il programma Broadband Delivery prevede stanziamenti per 530 milioni di sterline per finanziare le infrastrutture nelle aree remote del Regno Unito, con la previsione di raccogliere una somma equivalente dal settore privato.

Gli appalti per le aree rurali, nelle previsioni del governo, dovevano essere completati entro la fine del 2012, con il framework per la gara che avrebbe dovuto essere pronto per aprile ma è stato avviato solo il mese scorso.

Molte aree devono ancora avviare il processo di appalto, che dura generalmente almeno 28 settimane.

 

Il portavoce del dipartimento Cultura Media e Sport ha però affermato che a questo punto “è improbabile che gli appalti siano completati per dicembre. Stiamo lavorando per completare gli appalti il più rapidamente possibile sulla base di un processo iniziato tre mesi più tardi del previsto”.

 

Una bella grana per il Governo britannico, anche alla luce delle critiche mosse dalla Select Committee on Communications della Camera del Lord nel rapporto Broadband for all-an alternative vision in cui viene evidenziata un’eccessiva preoccupazione sulla velocità piuttosto che sull’accesso per tutti e sulla necessità di una ‘rete a prova di futuro’.

La Commissione, presieduta da Lord Inglewood, si dice preoccupata del fatto che la strategia del governo lasci indietro aziende e utenti di alcune aree del Regno Unito e auspica un cambiamento di rotta in modo da garantire accesso universale alla banda larga invece che “migliorare il servizio per coloro che già dispongono di buone connessioni”.

Il documento propone quindi un approccio alternativo basato sulla creazione di hub ad accesso aperto che rendano la fibra ottica una tecnologia alla portata di tutte le comunità e nel più breve tempo possibile. Una rete così predisposta potrebbe inoltre essere aggiornata in maniera rapida in base all’evoluzione della domanda.

 

La Commissione propone altresì al governo di trasferire di trasferire la trasmissione dei contenuti televisivi – anche quelli del servizio pubblico – dallo spettro radio a internet, così da lasciare le frequenze attualmente usate dalla Tv alla banda larga mobile.

 

Secondo Lord Inglewood, “La nostra rete di comunicazione deve essere considerata come un asset nazionale strategico e la strategia del governo manca di questa visione…non è affatto chiaro in che modo il Governo fornirà l’infrastruttura broadband di cui tutti abbiamo bisogno – per profonde ragioni sociali ed economiche – nei decenni a venire”.