ICT: per EITO, Italia in affanno, tengono solo gli smartphone. Cristiano Radaelli (Anitec): ‘Da economia digitale risparmi per 43 mld di euro’

di Alessandra Talarico |

Bruno Lamborghini (EITO): ‘Il nostro gap strutturale è quasi uno spread ed è documentato anche dal basso rapporto degli investimenti IT sul PIL pari all'1,8% contro il 3,4% della Germania’.

Europa


Smartphone

Sembrava immune da scossoni, ma anche il mercato delle tecnologie ICT è in forte affanno. Lo rivelano i dati dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo sull’Information Technology (EITO), secondo cui nel 2012 l’Europa resterà il secondo mercato mondiale, con una quota pari al 24,1% – dietro gli Stati Uniti (26,6%) – ma registrando una crescita di solo l’1,2%, a fronte di una crescita del 5,1% a livello mondiale.

 

A trainare la crescita globale saranno infatti i paesi BRIC, che nel 2012 rappresenteranno il 17,9% del mercato mondiale.

 

Nello scenario europeo, quindi, ancora più pesante la situazione dell’Italia, dove le previsioni parlano di un mercato ancora in declino, il cui valore si attesterà a 25,1 miliardi di euro, in calo dell’1,8% rispetto ai 25,5 miliardi del 2011 e ai 26,6 miliardi registrati nel 2010.

 

L’unico settore a resistere, di fatto, sarà quello degli smartphone (+1% a 35,2 miliardi di euro) e, in generale, degli apparati e dei servizi per telecomunicazioni che, trainati dai servizi e dai dati mobili, cresceranno dell’1,2%.

Con 24.4 milioni di unità vendute, gli smartphone rappresenteranno il 36% di tutti i terminali mobili, compensando l’andamento negativo degli altri segmenti, mentre gli accessi internet e i servizi dati registrano un +3,7% a fronte di un calo del 4,3% dei servizi  voce.

 

Una crescita modesta, certo, ma pur sempre un dato positivo, specie se raffrontato al declino dell’11,3% del mercato Pc e al calo di quasi il 2% dei servizi IT e dell’hardware e al -0,9% del comparto software.

Nel nostro paese, sempre secondo i dati EITO, saranno venduti quest’anno 4,8 milioni di Pc, con una netta prevalenza dei notebook (57% del mercato), seguiti dai Pc desktop (28%) e dai netbook (15%).

Lo studio, inoltre, non fornisce previsioni sulle vendite di tablet che – secondo Gartner – dovrebbero attestarsi a 119 milioni di unità a livello globale.

 

In vistoso affanno anche il settore audio/video/entertainment, che segnerà un calo del 13,8% rispetto al 2011.

Nello specifico, il settore Tv perderà il 18,3% e quello delle  fotocamere digitali a il 4,9%, mentre i lettori Blu Ray cresceranno del 48%.

 

Per il presidente Anitec Cristiano Redaelli, “Il raddoppio della velocità di connessione internet equivale ad un aumento del PIL dello 0,3% e la piena attuazione di una rivoluzione digitale può tradursi in 45 miliardi di euro di valore aggiunto e in un aumento della produttività diretta per le imprese del 5-10% di valore aggiunto per addetto”.

Essenziale, dunque, puntare sull’economia digitale che, secondo Radaelli, “può portare fino a 43 miliardi di euro di minore spesa pubblica e 13 miliardi di maggiori entrate”, mentre “l’utilizzo di internet può portare risparmi di circa 2.000 euro annui a famiglia”.

Per massimizzare questi benefici, secondo Radaelli, è necessario “definire al più presto una strategia di medio-lungo termine che porti davvero a un incremento della domanda  dei servizi digitali su larga scala e che possa sostenere gli investimenti necessari a garantire la fruibilità e la qualità di questi servizi”.

 

Per Bruno Lamborghini, Presidente dell’Advisory Board EITO e Presidente AICA, saranno la Cina e i BRIC e la diffusione di smartphone, tablet e cloud computing a trainare la crescita, ma bisogna assolutamente affrontare le persistenti criticità del mercato italiano: “Il nostro gap strutturale nell’informatica è quasi uno spread ed è documentato anche dal basso rapporto degli investimenti IT sul PIL pari all’1.8% contro il 3.4% della Germania. Le azioni previste dall’agenda digitale italiana devono accelerare il superamento di questo divario che ha pesanti effetti negativi sulla produttività e competitività del nostro Paese”.