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Google: dopo ricerca e advertising, ora è Android nel mirino Ue. Joaquin Almunia, ‘Non esclusa apertura altre indagini’

Europa


“Al momento non abbiamo aperto altre indagini, ma in futuro non escludo che altri aspetti dell’attività di Google possano essere esaminati”. Lo ha affermato il Commissario Ue responsabile per la concorrenza, Joaquin Almunia, intervenendo a una conferenza stampa a Bruxelles, dando peso ai rumors secondo i quali la Ue potrebbe presto aprire un’indagine separata su Android, nonostante pare vicino l’accordo con Google sul versante della ricerca e della pubblicità online (Leggi articolo Key4biz).

 

“Dopo i nostri colloqui con Google, basati sulle nostre preoccupazioni, ci hanno dato spiegazioni sufficienti per procedere con incontri tecnici ed esplorare la possibilità di un accordo ai sensi dell’articolo 9 della regolazione antitrust”, ha detto ancora Almunia.

“Google – ha aggiunto – ha accettato di trovare delle soluzioni per le 4 aree che hanno destato la nostra preoccupazione. Le studieremo approfonditamente e speriamo questo possa condurre a degli impegni che potremo approvare e rendere vincolanti”.

 

Per evitare un lunga e costosa battaglia con l’Antitrust europeo, Google ha accettato di apportare delle sostanziali variazioni sia nell’area della ricerca online che in quella della pubblicità, modificando la presentazione dei risultati di ricerca, la visualizzazione dei commenti e alcune restrizioni ai contratti di advertising.

 

Negli ultimi giorni di trattativa, tuttavia, Almunia ha incluso tra le aree di preoccupazione anche  i servizi mobili, per la possibile dominanza del sistema operativo Android.

Dal momento che i dettagli delle concessioni fatte all’esecutivo europeo non sono stati resi noti, non è ancora chiaro se la società abbia incluso proposte relative al comparto mobile nella lista.

Sembra tuttavia chiaro, dalle parole di Almunia, che a prescindere dall’esito delle attuali discussioni, la Ue potrebbe aprire un’indagine separata su Android.

 

La questione del dominio del sistema operativo mobile di Google è stata sollevata dalla Ue anche in occasione dell’analisi dell’acquisizione di Motorola Mobility, che pure ha ricevuto il benestare della Commissione.

La decisione di dare il via libera all’operazione “non implica assolutamente che non siamo preoccupati dalla possibilità che Google possa abusare del patrimonio di brevetti Motorola, quando ne diventerà proprietario, legandone alcuni ai dispositivi Android”, aveva detto all’epoca Almunia, non escludendo già allora la possibilità che la Ue potesse aprire nuovi dossier in futuro, come già fatto con Samsung, indagato per un presunto abuso dei brevetti cosiddetti ‘Frand’.

 

Riguardo, infine, le concessioni fatte da Google sul versante della ricerca Almunia ha sottolineato che queste potrebbero anche essere applicate a livello globale, influenzando gli esiti delle indagini antitrust in corso negli Usa, in Corea e in India.

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