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Stop Stalking con ‘Vodafone Angel’, il telefonino che attiva una rete di protezione per le donne. Il Ministro Elsa Fornero: ‘Ottima iniziativa’

Italia


Se non sarai mia, non sarai di nessun’altro. Ti uccido“.

Mi sono accorta che non potevo più fingere che mio marito fosse normale quando i miei due gemelli di quattro anni hanno disegnato il papà con due mani enormi e la mamma con lacrime giganti, grandi quanto il mio corpo, e un rivolo di sangue dal naso“.

Sono alcune testimonianze ascoltate questa mattina alla Sala delle Colonne alla Camera dei Deputati, nel corso della presentazione del progetto “Vodafone Angel: stop stalking“.

Sembrano storie lontane, che non ci riguardano da vicino. Come se non potessero accadere a noi.

Ma non è così.

Quest’anno gli omicidi di donne, vittime della violenza di compagni, mariti o comunque uomini, sono stati 76. Secondo i dati Istat 2011, in Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza almeno una volta nella vita.

Sono numeri agghiaccianti. Lo stalking cresce, eppure è stato riconosciuto reato solo con una legge del 2009.

 

Ecco perché la Fondazione Vodafone Italia ha deciso di far partire il progetto pilota Vodafone Angel, un servizio di assistenza e soccorso per le donne vittime di violenza. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato e, dopo essere stato avviato a Roma con la collaborazione della Questura e di 33 donne, Vodafone Angel viene ora esteso su tutto il territorio nazionale, con una potenziale diffusione di circa due mila casi in Italia. Il coordinamento sociale dell’iniziativa è a cura della Fondazione Pangea, mentre il centro anti-violenza è gestito dall’Associazione Differenza Donna.

 

Vodafone Angel è un telefonino speciale: attraverso un sistema di geo-localizzazione, di ascolto ambientale e registrazione, consente di contattare tempestivamente il centro antiviolenza che, in caso di pericolo, allerta le forze dell’ordine fornendo tutte le informazioni necessarie per intervenire. Delle 33 donne coinvolte nel progetto pilota, 22 hanno schiacciato il tasto di allarme, attivando la chiamata. In 7 casi sono intervenute le forze dell’ordine.

 

Alle testimonianze anonime di queste donne hanno prestato voce, questa mattina alla Camera, tanti testimonial: attrici, imprenditrici, parlamentari della Repubblica, ma anche il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Erano presenti, tra gli altri, l’ex ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, Annamaria Bernini, Marianna Madia, Laura Ravetto, Caterina Caselli, Debora Caprioglio, Deborah Bergamini, Fioretta Mari, Lorena Bianchetti, Linda Lanzillotta, Luisa Todini, Patrizia Mirigliani.

 

Alla presentazione è intervenuta anche Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità. Perché la legge sulla stalking diventi realmente efficace, ha dichiarato, “deve diventare parte della coscienza civile, le leggi devono passare nel tessuto sociale e diventare patrimonio della società. Questo è il percorso che stiamo facendo. Dobbiamo pensare che anche uno schiaffo è un’offesa grave”. Finalmente, ha proseguito il ministro, “è stato definito un reato ciò che è sempre stato accettato; la violenza è pervasiva perché è stata tollerata troppe volte“. Infine ha aggiunto: “All’inizio pensavamo che la Responsabilità Sociale dell’Impresa fosse un’etichetta vuota. Oggi non più, e Vodafone è un ottimo esempio“.

 

Paolo Bertoluzzo, Amministratore Delegato di Vodafone Italia (e dall’1 agosto anche CEO Sud Europa per il Gruppo Vodafone), ha aggiunto: “Vodafone Angel  è prima di tutto un sistema di persone e istituzioni, innovazione tecnologica e competenze specifiche, con l’obiettivo di dare più sicurezza alle donne ad alto rischio di violenza, e migliorare la loro qualità di vita. Abbiamo preso l’iniziativa – ha concluso Bertoluzzo – con un esempio concreto per contribuire alla costruzione di un contesto sociale equilibrato e favorevole a sviluppare il sistema economico di una impresa, con uno sguardo di lungo periodo“. L’auspicio è quello di “estendere il progetto dal Comune di Roma a tutti i Comuni d’Italia“.

 

Per Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario (partner del progetto) e parlamentare Pdl, la battaglia in favore delle donne “può essere vinta“. Nonostante l’approvazione della legge che punisce questo tipo di reato, ha aggiunto, “i passi da fare sono ancora tanti. Prima di tutto dobbiamo radicare una cultura di parità capace di rinnegare ogni discriminazione e dobbiamo avviare un percorso di educazione e sensibilizzazione che parta dalle scuole e dalle famiglie. E sul fronte della giustizia bisogna mettere a punto specifiche politiche di rieducazione e assicurare una durata ragionevole dei processi che garantisca una punizione certa e tempestiva, indispensabile nei casi di violenza“.

 

Il vice capo della Polizia di Stato, Francesco Cirillo, ha aggiunto: “Dopo un colpevole silenzio di molti anni, abbiamo iniziato a interessarci al problema, dal 2009, quando entrammo nella stanza dell’allora ministro Mara Carfagna per discuterne insieme. Oggi c’è una legge dello Stato, oggi il nostro personale segue dei corsi specifici per poter intervenire. Il nostro obiettivo è quello di fare rete con tutte le forze di polizia per contrastare il reato. Sembrava un problema degli altri, è un problema di tutti noi. Chi sa ha il dovere di denunciare“.

Così ha sostenuto anche Luca Lo Presti, Presidente della Fondazione Pangea Onlus: “Il target di uno stalker, le vittime potenziali, non sono lontane da noi“.

 

I DATI

Il progetto Vodafone Angel viene ora esteso su tutto il territorio nazionale, con una potenziale diffusione di circa 2.000 casi in Italia, sulla base dei risultati del progetto pilota avviato a Roma. La sperimentazione, in collaborazione con la Questura di Roma, è stata condotta su un campione di 33 donne vittime di violenza. Il coordinamento sociale è a cura di Fondazione Pangea, mentre il centro anti-violenza è gestito dalla Associazione Differenza Donna.

 

Il 30% delle donne coinvolte nella fase di sperimentazione ha tra i 30 e i 40 anni, il 27,3% ha tra i 40 e i 50 anni e le restanti si dividono tra i 20-30 (15,2%), 50-60 (15,2%) e over 60 (12,1%).

 

In questo campione, la maggior parte dei comportamenti persecutori sono messi in atto da partner o ex-partner, a conferma del fatto che la violenza sulle donne avviene quasi sempre all’interno della famiglia: in 6 casi si tratta di coniugi, in 10 casi di ex-coniugi, 12 sono ex conviventi o ex fidanzati, mentre i restanti sono parenti, sconosciuti, colleghi o vicini di casa.

 

Nel corso del 2011 su circa 8.000 reati persecutori denunciati in Italia più del 77% hanno avuto come vittima una donna, dall’entrata in vigore della legge sullo stalking il fenomeno e’ emerso in modo allarmante, portando alla luce centinaia di richieste di aiuto da parte delle vittime.

 

I casi di cronaca che compaiono quotidianamente sui giornali evidenziano dati allarmanti: nel 2011 il 90% delle violenze sessuali, l’81% dei maltrattamenti in famiglia, il 58% della prostituzione minorile, il 30% degli omicidi volontari hanno riguardato le donne. Lo stalking è un fenomeno trasversale, diffuso nella nostra società più di quanto generalmente si immagini. Si tratta di una violenza di tipo psicologico; una forma persecutoria che può degenerare in casi di violenza più gravi (Fonte: Ministero dell’Interno).

 

 

 

 

 

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