Digitale terrestre: assegnati i diritti d’uso definitivi delle frequenze televisive

di Raffaella Natale |

La durata dei diritti d’uso è di 20 anni, in modo da consentire l'ammortamento degli investimenti necessari per la valorizzazione delle infrastrutture che operano su tali frequenze.

Italia


Corrado Passera

Il Ministero dello Sviluppo economico ha inviato ai broadcaster nazionali e alle Tv locali i provvedimenti relativi all’assegnazione dei diritti d’uso definitivi delle frequenze televisive.

Tale procedura, prevista dalla legge 220/10 e dal decreto legge 34/11, introduce l’obbligo di trasformare i titoli provvisori (rilasciati a livello regionale dal 2008 al 2012) in definitivi entro il 30 giugno 2012, in coincidenza con il passaggio al digitale su tutto il territorio nazionale.

 

Alle emittenti nazionali sono state rilasciate complessivamente 19 frequenze (16 in DVBT: 4 a Rai, 4 a Mediaset, 3 a Telecom Italia Media e 5 ad altri soggetti; 3 in DVBH) coerentemente alla pianificazione concordata in sede comunitaria e attuata con la delibera Agcom 181/09 Cons. A questa prima tranche si aggiungeranno altre 6 frequenze, che saranno assegnate secondo la gara a offerta economica recentemente stabilita dal Governo, per la quale l’Agcom entro agosto dovrà emanare il disciplinare (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il Ministero spiega in una nota che la durata prevista dei diritti d’uso, analogamente a quanto previsto da altri settori delle tlc, è di 20 anni, così come consentito dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche e dal regolamento Agcom 353/11/CONS, secondo cui il periodo di rilascio dev’essere adeguato per consentire l’ammortamento degli investimenti necessari per la valorizzazione delle infrastrutture che operano su tali frequenze.

 

Lo Stato potrà comunque apporre limitazioni, condizioni e obblighi sulle frequenze date in uso, anche in seguito a disposizioni comunitarie che dovessero essere emanate in materia, a deliberazioni adottate dall’Autorità nonché ad atti e provvedimenti emanati dal Ministero dello Sviluppo economico. Per tale ragione, nello stesso provvedimento è previsto che il diritto d’uso possa esercitarsi su frequenze diverse da quelle assegnate, che consentano un’eguale capacità trasmissiva.

 

Il rilascio dei diritti d’uso, sottolinea ancora il dicastero di Corrado Passera, è pienamente in linea con quanto delineato dal decreto legge n. 16/12 convertito in legge n. 44/2012 che prevede che l’Autorità e il Ministero adottino ogni azione utile a garantire la concorrenza, l’uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio, in conformità alla politica di gestione stabilita dall’Unione europea e agli obiettivi dell’Agenda digitale comunitaria e nazionale, anche attraverso la promozione degli studi e delle sperimentazioni di cui alla risoluzione 6/8Wrc 2012 e il puntuale adeguamento alle possibilità consentite dalla disciplina internazionale dello spettro radio, nonché  a favorire la diffusione degli standard televisivi MPEG4 e DVB-T2.

 

Con l’assegnazione dei diritti d’uso e il completamento, avvenuti negli scorsi giorni, della transizione alla tv digitale, prosegue il processo di razionalizzazione ed efficientamento dello spettro italiano previsto dalla normativa vigente. In questo modo l’assetto frequenziale potrà assumere un assetto più stabile e fortemente predisposto alle future innovazioni tecnologiche, che consentiranno al mercato televisivo di consolidarsi e svilupparsi ulteriormente.

 

E’ stato, inoltre, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 158 del 9 luglio 2012 il Decreto Direttoriale del 27 giugno 2012 di proroga dei termini per la presentazione delle domande per l’attribuzione delle misure compensative finalizzate al volontario rilascio delle frequenze della banda 790-862 MHz. Considerato che il termine utile per la presentazione delle domande coincide con i giorni di venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 luglio 2012, saranno considerate validamente presentate le domande pervenute nei giorni di venerdì 20, lunedì 23 e martedì 24 luglio 2012.

 

Dal 4 luglio scorso la televisione italiana è tutta digitale. Con lo spegnimento delle trasmissioni analogiche in Sicilia – l’ultima regione in calendario – si è infatti conclusa la digitalizzazione del Paese iniziata in Sardegna nel luglio del 2008 (Leggi Articolo Key4biz).

Il passaggio al digitale terrestre, dice il Ministero, è avvenuto nel pieno rispetto delle tempistiche europee e ha coinvolto, su tutto il territorio nazionale, 10 emittenti nazionali e oltre 550 locali (che trasmettevano in analogico), per un totale di 24.200 impianti di trasmissione, attraverso i quali la quasi totalità dei cittadini italiani può usufruire del nuovo segnale.

 

Diversi e significativi i vantaggi per i telespettatori portati dalla tv digitale: maggiore pluralismo e offerta di contenuti diversificata, con i canali nazionali in chiaro passati da 10 a circa 75; migliore qualità del segnale, minor potenza di emissione e, in prospettiva, più servizi interattivi e on-demand; un mercato più competitivo e con più possibilità di scelta per il consumatore. L’adozione della nuova tecnologia ha infatti consentito un forte ampliamento della capacità trasmissiva delle emittenti e ha posto le basi per l’introduzione di ulteriori innovazioni tecnologiche e di sistema nel comparto televisivo italiano.

 

Per il Ministro Passera, “Si tratta di un’importante prova di innovazione, che ha visto un comparto strategico per lo sviluppo industriale e culturale del nostro Paese accettare la sfida e mettersi in gioco, superando le difficoltà e raggiungendo un risultato di grande rilievo, anche attraverso il lavoro impostato dai Governi precedenti e oggi portato a compimento”.

  “Adesso – ha concluso Passera – è importante proseguire su questa strada, ed è per questo che intendiamo attuare al più presto tutti i punti dell’agenda digitale, di cui la televisione è un tassello fondamentale.  Azzeramento del digital divide, banda ultralarga, reti wireless di ultima generazione, commercio elettronico, sostegno ai progetti di innovazione nel campo Ict, eGovernment e trasparenza della PA”.

 

 

Per maggiori approfondimenti:

Decreto 27 giugno 2012