Privacy: la NSA difende la legge sulla cyber sicurezza. ‘Non spiamo le mail private’

di Alessandra Talarico |

Il generale Keith Alexander rassicura sulla controversa legge che permetterà alle web company di condividere informazioni con l’agenzia in tempo reale. La Casa Bianca minaccia di opporre il veto perchè mancano le adeguate garanzie per la privacy.

Stati Uniti


Keith Alexander

La National Security Agency non leggerà le email private degli americani per proteggere la sicurezza della nazione: lo ha affermato il generale Keith Alexander, numero uno dell’Agenzia, per rassicurare gli americani sul fatto che la legge volta a proteggere il paese da eventuali cyber attacchi rispetterà la privacy dei cittadini.

Approvata ad aprile dalla Camera, a maggioranza repubblicana, la legge permetterebbe al governo di ottenere dalle società internet informazioni su eventuali attività di hacking, ma ha già suscitato forti dubbi, perchè secondo i critici permetterebbe alla NSA, che già si occupa del monitoraggio delle reti governative e controlla quindi gran parte del traffico telefonico, di raccogliere informazioni anche sulle comunicazioni via posta elettronica.

 

Al Senato, a maggioranza democratica, la legge non è passata e anche la Casa Bianca ha minacciato di opporre il proprio veto sulla legge per via della mancanza delle adeguate garanzie a tutela della privacy.

 

Alexander, però, definisce ‘vitale’ la legge, alla luce della crescita costante del traffico internet e della sempre maggiore sofisticazione dei cyber attacchi.

 

“Quello che mi inquieta è pensare a quando gli attacchi non saranno più solo dirompenti ma distruttivi e penso che ci stiamo avvicinando. La probabilità di una crisi aumenta”, ha affermato nel corso del suo intervento all’American Enterprise Institute (AEI) di Washington.

 

La legge, secondo Alexander, dovrà fare in modo che le aziende che gestiscono le infrastrutture essenziali informino il governo in tempo reale, cioè ‘automaticamente’ quando subiscono un attacco.

 

Il generale Alexander, che è anche a capo del Cyber Command dell’esercito americano (Leggi articolo Key4biz) ha spiegato che “essere nelle condizioni di sapere sempre quello che sta succedendo non vuol dire che il Governo vuole ficcare il naso nella rete. La polizia o i pompieri – ha aggiunto – non stanno dietro a ogni palazzo ad aspettare che prenda fuoco: li si chiama se è necessario. La partnership col settore va in questa direzione”.

Non c’è dunque bisogno che “lo Stato legga le email” ha aggiunto Alexander, sottolineando che la NSA “non conserverà i dati sui cittadini americani né i contenuti delle email”.

Le informazioni di cui il governo va a caccia, infatti, riguarderanno gli indirizzi internet di email contenenti codici dannosi, per risalire all’origine di questi messaggi.

 

Il generale ha ricordato anche l’importanza di predisporre ora una legge ad hoc, senza aspettare lo scoppio di una crisi, che potrebbe causare reazioni sproporzionate.

 

Oltre agli attacchi informatici volti a trafugare segreti industriali – come quello avvenuto di recente con il furto di proprietà intellettuale per miliardi di dollari e alla cui origine, secondo gli Usa, ci sarebbe la Cina – gli Usa temono anche attacchi alle reti energetiche o dei trasporti.

 

Alexander ha infine sottolineato che l’enorme data center in costruzione nello Utah “non contiene dati di cittadini americani”.

“Non facciamo queste cose e chi sostiene il contrario dice sciocchezze”, ha affermato Alexander, notando che ogni anno negli Usa circolano all’incirca 30 trilioni di email.

Il centro in costruzione nello Utah è destinato a offrire assistenza tecnica al dipartimento della sicurezza interna e a mettere in sicurezza i sistemi informatici del Pentagono.

 

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