iPad: Apple pagherà 60 mln di dollari a Proview per l’uso esclusivo del marchio. In arrivo nuove sanzioni dall’Antitrust italiano?

di Alessandra Talarico |

Secondo fonti di stampa, l’Antitrust avrebbe deciso di aprire una nuova procedura di non conformità dopo il rigetto, da parte del TAR, del ricorso dell’azienda contro le precedenti sanzioni per 900 mila euro, comminate a dicembre.

Mondo


Apple Store

Mentre in Italia l’Antitrust minaccia di multarla nuovamente per il mancato rispetto delle norme sulla garanzia biennale a carico del venditore previste dal Codice del consumo, che l’azienda continua a disattendere nonostante le due multe comminate a dicembre per un totale 900mila euro, Apple ha accettato di pagare 60 milioni di dollari per chiudere il contenzioso con l’azienda cinese Proview Technology, che reclamava la proprietà del marchio iPad.

 

Proview aveva tentato circa 10 anni fa l’incursione nel mercato dei tablet, con un dispositivo chiamato, appunto I-Pad. La compagnia aveva quindi depositato il marchio in Cina, Ue, Messico, Corea, Singapore, Indonesia, Tailandia e Vietnam tra il 2000 e il 2004, per poi rivenderne i diritti d’uso, a una compagnia americana – la IP Application Development (IPAD) – per circa 55 mila dollari. Ma secondo le autorità di Pechino il copyright in Cina non era mai stato trasferito: da qui il contenzioso legale scatenato da Proview:, che ha denunciato Apple prima in Cina e poi  in California e tentato di ottenere il blocco delle vendite del tablet in Cina.

In seguito all’accordo, raggiunto attraverso una mediazione lo scorso 25 giugno, e al pagamento dei 60 milioni di dollari, Apple avrà il diritto esclusivo ad utilizzare la denominazione ‘iPad’ e potrà quindi continuare a vendere il suo tablet nel paese.

 

Si tratta, notano gli analisti, di un accordo favorevole a entrambe le parti, anche perchè Proview pur avendo viste riconosciute le sue ragioni, non avrebbe potuto fare molto col marchio iPad, ormai associato universalmente a Apple, anche in Cina, divenuto ormai il secondo mercato per i prodotti di Cupertino, dopo gli Usa.

 

Nel 2011, la Cina ha generato l’11,5% dei ricavi complessivi di Apple. Una cifra stimata in 12,5 miliardi di dollari. Circa 4,1 milioni i tablet consegnati nel Paese, secondo i dati IDC.

 

Il caso ha intensificato l’attenzione sui diritti di proprietà intellettuale in Cina, un mercato sempre più importante sia in termini di consumi che di attività di produzione.

 

Secondo la World Intellectual Property Organization, le aziende cinesi hanno registrato più di 1,2 milioni di marchi in tutto il mondo nel 2010, un aumento di 10 volte rispetto al 2000 e circa 5 volte di più di quelli registrati da aziende Usa.

Nel 2010, dicono recenti dati emanati dal governo di Pechino, sono stati discussi circa 50 mila casi legati alla proprietà intellettuale. Molti di questi, come quello che ha visto contrapposti Apple e Proview, hanno coinvolto aziende straniere, ma tutti gli altri hanno riguardato dispute tra aziende locali.

 

In Italia, intanto, l’azienda rischia una nuova multa che potrebbe arrivare a 300 mila euro e il blocco delle vendite nel paese per un mese.

 

Secondo fonti di stampa non ancora confermate, l’Antitrust avrebbe deciso di aprire una nuova procedura di non conformità dopo il rigetto, da parte del TAR, del ricorso dell’azienda contro le precedenti sanzioni.

Al centro del contendere, le pratiche di Apple in fatto di Garanzia: la società offre un servizio gratuito solo per un anno, nonostante il Codice del Consumo preveda un’assistenza gratuita di due anni. La società, inoltre, non avrebbe fornito informazioni adeguate ai consumatori sul diritto a una garanzia biennale.

Apple Italia, Apple Sales International e Apple Retail Italia sostengono di aver provveduto a fare chiarezza, ma il TAR non ha riscontrato alcun errore nel giudizio dell’Antitrust confermando la sanzione: “Le valutazioni espresse al riguardo dall’autorità non sembrano, alla sommaria delibazione propria della fase cautelare, affette dai denunciati vizi, apparendo in particolare l’informazione circa la garanzia biennale non chiaramente né adeguatamente veicolata attraverso i canali informativi della società”.

 

Il problema non riguarda solo l’Italia: sono già 12 le associazioni dei consumatori in Europa che stanno tentando di obbligare Apple al rispetto dei termini di garanzia a due anni e non uno.