Cloud computing: dalla Ue 1,8 milioni di euro per Helix Nebula

di Alessandra Talarico |

La Commissione sosterrà così i progetti dei tre centri di ricerca - l’Agenzia Spaziale europea, il CERN e il Laboratorio europeo di biologia molecolare - che serviranno per testare Helix Nebula nei primi due anni di ‘fase pilota’.

Europa


Helix Nebula – the Science Cloud

Il cloud computing è un elemento centrale della strategia europea, soprattutto in un momento in cui vi è la necessità di stimolare la crescita, l’occupazione e l’efficienza dei servizi pubblici e della ricerca scientifica.

In linea con la convinzione, espressa anche di recente dal Commissario Neelie Kroes, secondo cui l’Europa deve essere non ‘cloud-friendly’, ma ‘cloud-active’ (leggi articolo Key4biz), la Commissione ha firmato un accordo di sovvenzione da 1,8 milioni di euro per Helix Nebula, la partnership formata da 18 tra aziende IT ed enti di ricerca volta a lanciare una piattaforma europea per il cloud computing.

 

Il consorzio che ha lanciato Helix Nebula include Atos, Capgemini, CloudSigma, Interoute, Logica, Orange Business Services, SAP, SixSq, Telefonica, Terradue, Thales, The Server Labs e T-Systems, la Cloud Security Alliance, il progetto OpenNebula e la European Grid Infrastructure (EGI.eu).

Tre i centri di ricerca coinvolti: l’Agenzia Spaziale europea (ESA), il CERN e il Laboratorio europeo di biologia molecolare (EMBL).

 

In linea con l’Agenda digitale europea, la partnership lavorerà all’istituzione di un’infrastruttura cloud sostenibile, supportata da partner industriali e in grado di fornire capacità di calcolo e servizi solidi. L’iniziativa – dicono i promotori – favorirà l’innovazione scientifica e aprirà nuovi sbocchi commerciali.

 

La Commissione finanzierà l’iniziativa con 1,8 milioni di euro per sostenere i progetti dei tre centri di ricerca che serviranno per testare Helix Nebula nei primi due anni di ‘fase pilota’: il CERN, userà Nebula per elaborare la grossa mole di dati dell’esperimento ATLAS,  nell’ambito del Large Hadron Collider.

Il Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (Embl) la utilizzerà per realizzare un servizio atto a semplificare l’analisi di genomi complessi e permettere una più profonda comprensione dell’evoluzione e della biodiversità delle varie specie di organismi.

L’ESA, in collaborazione con il Centre National d’Etudes Spatiales (Cnes) francese, il Centro Aerospaziale Tedesco (Dlr) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) italiano, impiegherà Helix Nebula per creare un piattaforma di osservazione della Terra, con particolare focus sui terremoti e gli eventi legati ai vulcani.

 

Lo scopo dei progetti è duplice: offrire una gamma di servizi basati su standard aperti e sostenere la ricerca scientifica sul bosone di Higgs o in settori quali l’analisi genomica nella ricerca biomedica o lo studio delle catastrofi naturali.

 

La firma di questo accordo, spiega la Commissione, è un nuovo passo avanti nell’implementazione della Digital Agenda europea che mira anche all’ulteriore sviluppo delle infrastrutture digitali a servizio dei governi e della scienza.

 

Helix Nebula, lanciata nell’ambito delle attività e-Infrastructures del FP7, è un precursore della futura strategia che la Ue lancerà a metà luglio ed è complementare alla European Cloud Partnership, l’iniziativa annunciata a Davos e volta a creare una solida base comune per gli appalti cloud da parte delle autorità pubbliche (Leggi articolo Key4biz).

 

Secondo i dati della Ue, solo nei cinque maggiori Stati membri, il cloud potrebbe generare un valore pari a 2.000 euro per ogni cittadino e creare un milione di nuovi posti di lavoro. L’impatto del cloud sull’economia è stato peraltro evidenziato anche da uno studio IDC – ‘Cloud Computing’s Role in Job Creation’ – commissionato da Microsoft e secondo cui i ricavi legati all’informatica ‘dematerializzata’ potrebbero raggiungere entro i prossimi tre anni quota 832 miliardi di euro.

In Italia, secondo questo studio, potrebbero essere generati 152 mila nuovi posti di lavoro (per un incremento del numero di posti di lavoro pari al 125%), contro i 200 mila della Francia, i 254 mila della Germania e i 226 mila della Gran Bretagna.