Fibra ottica, la Banca europea per gli investimenti pronta a investire nella banda larga italiana

di Alessandra Talarico |

Per il vice presidente Dario Scannapieco, la Digital Agenda ‘è una priorità’. Ieri, in tema di NGN, Marco Patuano, aveva ‘aperto’ a una collaborazione con la CDP ma anche sottolineato che Telecom, come Metroweb, non è un ‘ente filantropico’.

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Fibra ottica

La Banca europea per gli investimenti conferma il proprio impegno verso l’infrastrutturazione italiana ed è pronta a fare la sua parte anche sul fronte della banda larga.

Lo ha ribadito il vice presidente Dario Scannapieco che, a margine di un convegno sulle infrastrutture organizzato a Milano da Bocconi e Goldman Sachs, ha affermato che “L’agenda digitale Ue è una nostra priorità”, sottolineando che ci sono stati contatti con Telecom Italia, “ma non nei dettagli”.

La BEI, ha aggiunto, è pronta a fare la sua parte e segue l’evolversi della situazione dell’Italia.

 

Ieri, l’ad di Telecom Italia Marco Patuano è intervenuto nuovamente sul tema della fibra ottica e del rapporto con la Cassa Depositi e Prestiti, diventata – attraverso il Fondo FSI – azionista di Metroweb, società controllata dal Fondo F2i di Vito Gamberale e che ha lanciato un progetto ‘parallelo’ a quello dell’incumbent, per la copertura in fibra ottica di 30 città.

 

Le due società si stanno ancora ‘guardando’ da lontano, tentando timidi avvicinamenti ma al momento solo ‘a parole’, dicendosi tutti pronti a collaborare con tutti, ma non nelle stesse aree. Eppure, anche la Commissione europea sottolinea che è proprio nelle cosiddette ‘zone nere’, ossia nei principali centri urbani, che le diverse infrastrutture devono competere, mentre una rete unica è preferibile nelle aree ‘bianche’, dove gli operatori non investono non potendo avere un ritorno certo. Ed è in queste aree che dovrebbero essere sfruttati i fondi pubblici.

Ora, Metroweb intende investire, come Telecom, nelle 30 maggiori città italiane, ‘zone nere’, dunque, ma ha anche ricevuto fondi pubblici: 500 milioni di euro dal Fondo Strategico Italiano, controllato da CDP.

 

“CDP – ha detto Patuano – non è un nostro concorrente, non può esimersi dal realizzare progetti che abbiano una valenza infrastrutturale e un ritorno economico. Non si scappa da questa logica”, visto che né Telecom Italia né Metroweb sono “enti filantropici”. E proprio per questo, ha aggiunto, “…gli spazi di collaborazione esistono e sono molto ampi, ma l’obiettivo è creare valore”.

“Quando mi chiedono di fare una rete per tutti, va bene, ma se poi chiedo di essere adeguatamente remunerato, non mi sembra strano. E’ giusto avere un ritorno economico sul capitale investito per chi costruisce l’infrastruttura“, ha detto ancora Patuano, riecheggiando quanto affermato nelle scorse settimane dai vertici della CDP, che più volte hanno espresso la volontà di collaborare con Telecom Italia per il bene del sistema-Paese.

Nei giorni scorsi, il presidente della CDP, Franco Bassanini, pur auspicando un progetto sinergico, aveva sottolineato che  proprio in quanto “operatore privato che sta sul mercato”, Metroweb deve fare attenzione “alla redditività dell’investimento”, nella consapevolezza “che la redditività di un’infrastruttura, come la banda larga, deve essere sicura e adeguata nel lungo termine”.