Relazione Antitrust: le criticità dei nuovi servizi mobili e delle ‘vecchie’ pratiche commerciali scorrette

di Alessandra Talarico |

Il parere dell’Antitrust su terminazione mobile e regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione. Gli interventi relativi al televoto, a internet mobile e ai social network.

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Telemarketing

Nell’ambito della sua attività contro i monopoli e a favore della concorrenza, l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato si è trovata a intervenire anche nel settore delle telecomunicazioni, misurando – come per gli altri settori – la presenza di barriere all’ingresso, l’integrazione verticale tra attività in monopolio e potenzialmente in concorrenza, le regolazioni restrittive su prezzi e tariffe e sulla pubblicità e mostrando come “una riduzione del livello di regolamentazione anticompetitiva determina un sensibile effetto positivo sul valore aggiunto, sulla produttività e sulla crescita delle esportazioni delle industrie utilizzatrici di questi servizi”.

 

In particolare, l’Autorità è intervenuta sia in merito alla terminazione mobile che in fatto di regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione.

Nel primo caso, inviando all’AGCOM il proprio parere in merito allo schema di provvedimento concernente “Mercato dei servizi di terminazione di chiamate vocali su singole reti mobili”, l’Agcm, pur apprezzando la prevista riduzione delle tariffe di terminazione mediante l’orientamento delle stesse ai costi, ha riscontrato che tale allineamento avverrà con circa due anni di ritardo rispetto alla data del 31 dicembre 2012 indicata dalla Commissione Europea, “lasciando nel frattempo le tariffe di terminazione italiane a un livello più alto di quello praticato in molti paesi europei, quali la Francia, il Regno Unito e la Germania”.

 

L’Autorità ha infine preso atto del fatto che, sulla base del nuovo “glide path”, sarà rinviata di diciotto mesi la piena simmetria delle tariffe di terminazione su rete mobile, che avrebbe dovuto aver luogo dal 1° luglio 2012.

A tale riguardo, l’Autorità ha sottolineato la necessità di tenere in maggiore considerazione il processo di riorganizzazione della banda GSM a 900 MHz e di razionalizzazione del relativo utilizzo (cosiddetto “refarming“) avviato con la delibera n. 541/08/CONS.

Tale processo, sottolinea l’Antitrust, che ha registrato importanti sviluppi proprio nel corso del 2011, “fa venir meno le ragioni del mantenimento di un’asimmetria tariffaria della terminazione, della avviata procedura di assegnazione delle frequenze nelle bande a 800, 1800, 2000 MHz e 2,6 GHz, alcune delle quali a breve disponibili nell’ambito del processo di switch-off alla tecnologia digitale terrestre”.

 

Riguardo lo schema di provvedimento in materia di “Regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione”, e in merito, nello specifico, alle modifiche degli obblighi posti in capo a Telecom Italia, l’Autorità ha osservato come “l’obbligo di fornire il servizio di accesso cosiddetto end-to-end, imposto sulla base di motivazioni tecniche legate all’architettura di rete che Telecom Italia sta attualmente sviluppando, oltre a presupporre un impegno particolarmente oneroso da parte dell’operatore incumbent, non sembrasse, in effetti, dal punto di vista concorrenziale un adeguato sostituto dell’obbligo di accesso disaggregato alla rete in fibra ottica”, esplicitamente raccomandato dalla Commissione Europea.

La misura prevista della fornitura dell’accesso end to end non consentirebbe infatti agli OLO “di beneficiare del grado di certezza sulla disponibilità di risorse da parte dell’operatore incumbent necessario per predisporre tempestivamente offerte competitive”.

 

Nell’ambito degli interventi a tutela dei consumatori, “L’attività svolta dall’Autorità nel corso del 2011 riflette – come ogni anno – il particolare dinamismo che caratterizza il settore delle telecomunicazioni”, informa l’Agc, che si sofferma sugli interventi relativi al televoto, a internet mobile e ai social network: “servizi, considerati innovativi in un passato soltanto recente, ma che

hanno raggiunto rapidamente un grado di maturazione tale da essere percepiti

come di uso quotidiano nonostante permangano criticità nella loro fruizione”.

Un’evoluzione, quella rappresentata da questi nuovi servizi, che ha “inciso in maniera significativa sui contesti di mercato all’interno dei quali i professionisti

si trovano ad operare e a elaborare le strategie di marketing”.

Strategie che spesso hanno dato vita a sistemi “di aggancio più evoluti e a claim prestazionali di difficile comprensione o verifica”, che hanno necessitato di un’ attività di enforcement “indirizzata a garantire una tempestiva ed efficace tutela dei consumatori”.

I casi più rilevanti, anche nel 2011, hanno avuto ad oggetto: la mancata attivazione di servizi telefonici e l’attivazione di servizi non richiesti mediante la tecnica del teleselling a distanza (telefonia fissa); le promozioni di tariffe subordinate a condizioni fuori dalla possibilità di controllo da parte degli utenti; le tecniche di aggancio relative alla promozione di abbonamenti per il download di contenuti multimediali per terminali mobili; la prospettazione fuorviante della velocità di navigazione internet in mobilità; i concorsi a premio (telefonia mobile).

 

Per maggiori informazioni:

Relazione sull’attività svolta nel 2011 (Testo integrale)