Digital Agenda, ancora non ci siamo. Neelie Kroes promette modifiche al piano: ‘Maggiore rapidità e flessibilità’

di Alessandra Talarico |

‘L'ICT può aumentare produttività, efficienza ed efficacia’, ma, denuncia la Kroes, ‘ancora oggi i decisori ancora esitano a investire nel nostro futuro digitale…e anche se ci sono grandi idee in Europa, queste trovano ancora troppe barriere’.

Europa


Neelie Kroes

S’è aperta oggi a Bruxelles la due giorni della Digital Agenda Assembly 2012. Un evento di fondamentale importanza, giunto alla seconda edizione, nel quale si farà il punto sullo stato di avanzamento degli obiettivi fissati dall’Agenda digitale, volti a rendere l’Europa più competitiva in settori quali fibra ottica, cloud, social media, sicurezza e innovazione.

 

Nel suo intervento, Neelie Kroes, Commissario per la Digital Agenda e vicepresidente della Commissione Ue, ha tirato le somme di due anni e mezzo di lavori per portare avanti il processo di digitalizzazione in Europa.

La Kroes ha ricordato gli interventi Ue in materia di roaming o internet mobile, per sottolineare l’importanza di azioni congiunte e sinergiche quali condizioni essenziali per realizzare i piani europei.

 

Il Commissario s’è poi soffermato sulla crescita esponenziale del traffico internet, che viaggia di pari passo all’incremento delle vendite di device mobili, e sull’importanza dell’ICT a sostegno dell’innovazione e dell’occupazione.

 

Quest’anno, cinque delle prime dieci aziende al mondo per capitalizzazione di mercato sono del mercato ICT, ha rammentato la Kroes.

Sempre quest’anno, sono oltre 176 milioni gli europei che accedono a internet mobile, in alcuni casi grazie alle reti 4G.

 

Il web è diventato di importanza basilare per i cittadini e la politica deve dare risposte certe e rapide a queste nuove esigenze.

“Non sappiamo – ha detto la Kroes – quali saranno le prossime innovazioni, ma sappiamo che internet è una piattaforma di creatività stupefacente”.

“In questi tempi di crisi economica, è abbastanza naturale – ha commentato il Commissario Ue – preoccuparsi di problemi a breve termine”.

Tuttavia, ha precisato, c’è bisogno di pensare anche al lungo termine, “se si vuole restare competitivi in un mondo in continuo mutamento: per dare lavoro ai giovani, per spendere il denaro dei contribuenti in modo più efficiente, per offrire migliori cure a una popolazione che invecchia e per gestire al meglio le risorse energetiche”.

“L’ICT può darci tutto questo e aumentare produttività, efficienza ed efficacia”.

Come? Investendo in innovazione e applicazioni. Dai social media alle smart grids, dallo streaming on-demand al data sharing e al data mining, passando per il crowd-funding, la fatturazione e gli appalti elettronici, l’eGovernment

 

Tutti questi termini, per quanto astrusi possano sembrare ai più, non sono  “semplici parole d’ordine ma nuovi strumenti che, se messi insieme, possono migliorare ogni aspetto delle nostre vite”, ha affermato la Kroes, sottolineando che, in ogni caso, tutti questi strumenti possono contribuire a un futuro ‘alternativo’: “possiamo scegliere se lo vogliamo o no. Scegliere se garantire gli investimenti, le regole e l’atteggiamento per alimentare il futuro digitale”.

 

E ancora, secondo la Kreos, non lo stiamo facendo, visto che ancora oggi una famiglia su 3 in Europa non dispone di connessione a internet e un adulto su 4 non è mai andato online.

 

Ma soprattutto, ha aggiunto, “ancora oggi i decisori ancora esitano a investire nel nostro futuro digitale…e anche se ci sono grandi idee in Europa, queste trovano ancora troppe barriere”.

Tra queste, la più visibile e irritante barriera al mercato unico digitale è il roaming, ma non è la sola e non è l’unica che deve essere rimossa.

 

Tenendo conto che questi temi erano già ‘caldi’ nel 2010 e che le cose nel resto del mondo si sono evolute molto rapidamente a differenza che in Europa, ci si rende conto che il gap da recuperare è enorme e non può che peggiorare se non ci si muoverà con rapidità ed efficacia.

Prendiamo l’esempio della fibra ottica: in Europa si contano poco più di 5 milioni di utenti, mentre in Giappone, per fare un confronto, sono già più di 18 milioni e in Cina solo quest’anno si stanno installando 35 milioni di connessioni in fibra.

Negli Usa, sono sotto gli occhi di tutti i benefici degli investimenti di alta qualità nell’ICT; dello spirito di innovazione e del facile accesso a un grande mercato.

 

“Nell’era digitale, l’Europa deve cercare di tenere il passo” e per questo la Kroes ha annunciato che entro la fine dell’anno proporrà una revisione della Digital Agenda.

 

“L’attuale strategia è buona, non cambierò una formula vincente…ma voglio rafforzare il nostro approccio e concentrarmi sulle priorità”, ha affermato.

 

Tra queste priorità, innanzitutto c’è il cloud. I benefici sono enormi: alcuni dicono 2 mila euro a cittadino in 5 anni.

Creando un mercato unico e senza barriere in cui i contenuti possano fluire liberamente, “potremmo avere un forte vantaggio competitivo con una importante spinta sia per le piccole imprese che per i servizi pubblici”, ha spiegato.

 

In secondo luogo bisogna garantire un internet aperto e sicuro, perchè più dipendiamo da internet più dipendiamo dalla sua sicurezza.

Terzo, dobbiamo assicurare banda larga a tutti, incoraggiando gli investimenti privati e la prevedibilità delle regole.

Grazie all’iniziativa Connecting Europe Facility, prevede la Kroes, altri 45 milioni di famiglie potranno avere una connessione broadband, “ma dobbiamo ancora convincere i decisori della validità di questo investimento e persuaderli a sbloccare il finanziamento”, che per la banda larga si attesterebbe a oltre 9 miliardi di euro su un totale di 50 miliardi (leggi articolo Key4biz).

 

La quarta priorità indicata dalla Kroes è lo stimolo all’innovazione e all’imprenditorialità, così da assicurare indirettamente anche la crescita dei livelli occupazionali.

L’ICT, infine, dovrebbe essere una leva fondamentale per accelerare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, per dare ai cittadini migliori servizi a prezzi più vantaggiosi.

 

La Kroes ha quindi citato tre azioni immediate che potrebbero a promuovere l’innovazione in ambito ICT e a combattere la crisi.

La prima: ieri, l’EIT ICT Labs dell’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia ha siglato un accordo di collaborazione con la Future Internet Public-Private Partnership (Fi-Ppp) con l’obiettivo di creare nuove sinergie fra le due iniziative europee per potenziare la ricerca e l’innovazione nel settore.

In secondo luogo, il settore ICT ha estremo bisogno di competenze. È urgente e necessario accelerare i lavori per contribuire a risolvere questo gap anche per uscire dall’attuale crisi occupazionale.

 

In terzo luogo, dobbiamo mantenere alto il livello di competitività nell’ambito delle tecnologie digitale: “L’Europa ha quello che serve per rimanere un player competitivo di primo piano? Credo di sì. Ma così com’è il nostro vantaggio si sta erodendo, anche a causa degli scarsi investimenti privati nella ricerca”.

 

Per non perdere ulteriore tempo, ha aggiunto la Kroes, non si può fare affidamento semplicemente alle vecchie procedure di consultazione e legislazione.

“A volte abbiamo bisogno di soluzioni più rapide e flessibili”, tenendo sempre a mente che “fra 10, 20, 50 anni, le future generazioni guarderanno a quanto fatto oggi” e, certo, giudicheranno le nostre azioni e decisioni sulla base di quello che sarà, allora, l’Europa di cui stiamo gettando le basi.

E se non si prendono ora le decisioni giuste, saranno le prossime generazioni a soffrirne e guarderanno indietro con “rimpianto e incomprensione”.