Cloud ed efficienza energetica: ecco come passando alla ‘nuvola’ si può far bene all’ambiente e al business

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Migrando al cloud le aziende americane ed europee con oltre 1 mld di dollari di ricavi potrebbero ottenere notevoli riduzioni dei costi energetici, che vuol dire un minor inquinamento ambientale e un maggior risparmio per le aziende.

Europa


Cloud computing

Secondo lo studio  ‘Cloud Computing – The IT Solution for the 21st Century’ del Carbon Disclosure Project – una organizzazione no profit indipendente che lavora per ridurre le emissioni di gas serra –  migrando al cloud le aziende americane ed europee con oltre 1 miliardo di dollari di ricavi potrebbero ottenere notevoli riduzioni dei costi energetici e delle emissioni di carbonio entro il 2020.

Nel dettaglio, le aziende americane potrebbero risparmiare 12,3 miliardi di dollari e fino a 85,7 milioni di tonnellate di CO2; le aziende del Regno Unito potrebbero risparmiare  1,2 miliardi di sterline e più di 9,2 milioni di tonnellate di CO2; le società francesi potrebbero risparmiare circa 700 milioni di euro e 1,2 milioni di tonnellate di CO2.

 

Un minor utilizzo di energia  vuol dire un minor inquinamento ambientale e allo stesso tempo un maggior risparmio energetico per le organizzazioni. Questo è quello che è successo alla USA General Services Administration (GSA) che, recentemente, ha portato i suoi 17.000 utenti  su Google Apps.  La GSA ha ridotto di circa il 90% il consumo energetico dei  server e dell’85% le emissioni di carbonio, il che significa che risparmierà circa 285.000 dollari solo di costi energetici: una riduzione del 93%.

Come è possibile che il cloud sia così efficiente? E’ tutta questione di ridurre la quantità di energia utilizzata dai serve e per il loro raffreddamento. Ecco come funziona: una tipica organizzazione dispone di un numero di server maggiore rispetto a quelli che effettivamente le servono, visto che deve garantire il backup e prevedere eventuali guasti o picchi nell’utilizzo.

I provider di servizi basati sul cloud, come Google, aggregano le esigenze di migliaia di persone, incrementando così notevolmente l’efficienza nell’utilizzo dei server.

Google, che ha rilanciato lo studio, ha sottolineato che i data center della società utilizzano attrezzature e software appositamente progettati per ridurre al minimo il consumo energetico, quindi il cloud può fare lo stesso lavoro in modo molto più efficiente rispetto ai server locali.

 

Facendo due conti, la società ha rilevato che Gmail è fino a 80 volte più efficiente dal punto di vista energetico dei tradizionali sistemi di email ospitati su server ‘in house’. Partendo da questa constatazione, si è provato a guardare a come l’intero sistema Google Apps – composto da documenti, fogli di calcolo, e-mail e altre applicazioni –  si posizioni rispetto al modello delle applicazioni standard, ospitate a livello locale. I risultati mostrano che una tipica organizzazione può ottenere un risparmio energetico di circa il 65-85% migrando alle Google Apps. (a.t.)