Decreto Sviluppo, OK dal Governo: 61 articoli e 80 mld di euro per rilanciare la crescita e l’occupazione in Italia

di Raffaella Natale |

Confermato l’avvio dell’Agenzia per l’Italia digitale che, secondo Stefano Parisi di Confindustria Digitale, potrebbe far risparmiare 36 miliardi di euro.

Italia


Mario Monti e Corrado Passera

Sessantuno articoli e 70 pagine, per sostenere la crescita e l’occupazione dell’Italia. Ecco pronto il Decreto Sviluppo che oggi ha finalmente avuto il via libera dal Governo. Dopo una settimana alquanto tesa, che ha visto il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, discutere con gli Uffici della Ragioneria di Stato che avevano bloccato tutto per mancanza di fondi (Leggi Articolo Key4biz).

Il Viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, aveva poi negato tutto parlando di mere ‘ricostruzioni giornalistiche’ e, dal canto suo Passera aveva assicurato che sarebbe andato avanti (Leggi Articolo Key4biz).

Così è stato. Oggi il governo ha deciso che la copertura finanziaria sarà ottenuta con tagli lineari ai ministeri e intervenendo sulle polizze stipulate dalle compagnie assicurative estere che operano in Italia. Per Mario Monti, si tratta di un provvedimento “corposo e organico” e che punta alla “crescita e alla riduzione del peso dello Stato“. Per Passera: “Molti interventi strutturali e, soprattutto, interventi per favorire l’occupazione”. Poi le cifre. Il Ministro ha aggiunto: “Il decreto sviluppo mobiliterà risorse per 80 miliardi di euro“.

 

Il governo parla di “un pacchetto contenente un ventaglio di misure urgenti e strutturali che realizzano una parte ulteriore dell’Agenda per la Crescita sostenibile che – fin dal suo insediamento – il Governo sta attuando attraverso molte proposte normative già approvate dal Parlamento e altre in corso di valutazione”.

 

Da oltre un quindicennio il Pil italiano cresce a ritmi inferiori rispetto a quello dell’Eurozona (tra il 1996 e il 2011 rispettivamente +0,9% e +1,7% medio annuo).

 

Il cuore del problema italiano è tornare a crescere. Come?

Stimolando la competitività, la ripresa della domanda, il dinamismo imprenditoriale: dall’attrazione di capitali privati all’accelerazione e semplificazione delle procedure per recuperare il ritardo infrastrutturale accumulato, dal rilancio dei settori dell’edilizia e delle costruzioni alle misure per lo sviluppo dei porti.

E ancora, dalla costituzione del Fondo per la Crescita sostenibile al credito d’imposta per le assunzioni di personale altamente qualificato, dall’introduzione di nuovi strumenti di finanziamento e accesso al credito per le imprese, alle misure volte a facilitare la risoluzione in continuità delle crisi aziendali, dalle misure per il sostegno all’internazionalizzazione e alla realizzazione delle infrastrutture energetiche, agli interventi per ridurre i tempi della giustizia civile.

 

Altri provvedimenti seguiranno, ha detto il governo, anche “in funzione delle risorse che si renderanno via via disponibili e nel rispetto degli obbiettivi di finanza pubblica che l’Italia ha assunto nei confronti dell’Unione Europea e del resto del mondo”.

 

Di seguito, in sintesi, alcuni punti principali del pacchetto Sviluppo.

 

Tra le misure a favore del Lavoro si prevede il Credito di imposta per le nuove assunzioni di profili altamente qualificati nel settore della ricerca e dello sviluppo. Sono stabilmente destinati alla misura 50 milioni di euro all’anno rinvenienti dalle risorse che provengono annualmente dalla riscossione delle tasse sui diritti brevettuali. Il contributo potrebbe favorire oltre 4 mila nuove assunzioni.

Per lo sviluppo di occupazione giovanile nella green economy, si estende il finanziamento agevolato previsto dal fondo Kyoto (su cui sono disponibili 470 milioni di euro) a soggetti pubblici e privati che operano in ulteriori settori dell’economia verde.

Il finanziamento ai progetti di investimento è vincolato alla creazione di nuova occupazione giovanile a tempo indeterminato.

 

Si decide anche l’apertura al mercato dei capitali per le società non quotate.

L’intervento è volto ad ampliare le opportunità di ricorso al mercato del debito per le società italiane non quotate, anche di media e piccola dimensione (a esclusione delle micro imprese), mediante l’emissione di strumenti di debito a breve e a medio lungo termine, con il supporto di “sponsor” che assistono gli emittenti e fungono da market maker garantendo la liquidità dei titoli.

 

Diverse le misure volte ad accelerare la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda Digitale italiana. Tra queste, quella che istituisce l’Agenzia per l’Italia Digitale, notizia che Key4biz aveva anticipato nell’articolo: “Agenda digitale: pronto decreto di Corrado Passera per Agenzia Digitale. L’attenzione su ICT e NGN (06 giu 2012)”

All’agenzia vengono attribuite tutte le funzioni svolte finora da diversi enti – DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio, che vengono soppressi o riorganizzati –   in materia di innovazione tecnologica.

 

La nuova Agenzia avrà il compito di coordinare le politiche e le strategie di diffusione delle nuove tecnologie, assicurando la piena interoperabilità  dei sistemi informatici della Pubblica Amministrazione, secondo i parametri comunitari.

Altro compito fondamentale sarà procedere alla razionalizzazione della spesa pubblica informatica, coordinando la gestione dei dati dell’Amministrazione statale, regionale e locale.

Attraverso il lavoro svolto dall’Agenzia, il nostro Paese si dota dunque di un unico strumento strategico e operativo sul fronte dell’innovazione tecnologica, superando così il problema della frammentazione delle competenze e ponendo le basi per una programmazione unitaria e coordinata delle risorse sul fondamentale fronte dell’innovazione.

 

Secondo informazioni già circolate, il responsabile dell’Agenzia verrà scelto per le sue qualifiche professionali in materia di ICT e per una comprovata esperienza nel settore.

Il DG verrà affiancato da un Comitato di cui faranno parte un rappresentante per ogni ministero coinvolto, più due persone nominate dalla Conferenza unificata. L’organico non dovrà superare i 150 collaboratori.

 

L’istituzione dell’Agenzia ha subito raccolto il parere favorevole di Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, che ha parlato di “passo fondamentale per realizzare una governance efficace e razionale del processo di attuazione dell’Agenda digitale nel nostro Paese”.

 “Questo provvedimento potrà avere effetti rilevanti non solo sulla crescita, ma anche nella direzione dello spending review“, ha osservato Parisi, secondo il quale “si potrebbero ottenere, a regime, risparmi dell’ordine dei 36 miliardi di euro”.

 

L’Agenzia va ad aggiungersi alle altre misure adottate per la crescita sostenibile (novembre2011-maggio 2012), come l’avvio della cabina di regia e l’impegno ad azzerare il digital divide a 2 Mbps entro il 2013; l’avvio della nuova gara per l’assegnazione delle frequenze di trasmissione digitale, con l’apertura del mercato agli operatori di rete; l’adozione di nuove regole sui finanziamenti per la ricerca. Ma anche la costituzione di una task-force per la creazione di un contesto favorevole alla nascita di start-up.

 

Il provvedimento approvato oggi dal governo provvede anche a riordinare il fondo speciale rotativo sull’innovazione tecnologica (ex FIT), denominandolo “Fondo per la crescita sostenibile“. Esso si pone come obiettivo prioritario il finanziamento di programmi ed interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo sulla base di progetti di rilevante interesse nazionale, articolati su tre linee strategiche: 1) la promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione; 2) il rilancio di aree che versano in situazioni di crisi tramite la sottoscrizione di accordi di programma; 3) la promozione della presenza internazionale delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero. Per ogni obbiettivo è istituita una sezione dedicata nell’ambito del Fondo.

 

Si prevede l’abrogazione di 43 norme di agevolazione alle imprese, gestite dal MiSE. Si tratta di norme in parte con scarsa o nulla operatività, non più in grado di determinare un effettivo impatto sul sistema economico e in parte ancora attive con un numero elevato di procedimenti pendenti.

Tra le norme abrogate si segnalano in particolare, la legge n. 488/1992 e quelle relative alla programmazione negoziata ovvero i Contratti di Programma, i Contratti di Localizzazione e i Contratti d’area.

Al nuovo Fondo affluiranno gli stanziamenti iscritti al bilancio e non utilizzati e le somme restituite o non erogate a seguito di revoche ai sensi delle leggi di incentivazione abrogate, così come le risorse di competenza del MiSE già depositate presso la Cassa Depositi e Prestiti. Si andranno in questo modo a recuperare circa 650 milioni di euro nel 2012, più altri 200 milioni negli anni successivi.

 

Saranno, altresì, disponibili le risorse del “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI)” istituito presso Cassa Depositi e Prestiti, stimabili in circa 1,2 miliardi di euro.

Le somme potranno essere utilizzate per finanziamenti agevolati che prevedono rientri e, limitatamente agli interventi finanzianti dall’UE e dalle Regioni, anche ad altre forme di agevolazione, ad eccezione del credito di imposta. Si aboliscono gli interventi a fondo perduto.

La pubblicità del funzionamento del Fondo sarà garantita via internet mediante il sito istituzionale dell’Amministrazione.

 

Per maggiori informazioni: