IAB Events: Economia digitale, opportunità concreta per l’Italia in affanno. Tra i nodi resta quello della tutela della Privacy dell’utente

di Cinzia Guadagnuolo |

Rappresentanti dell’industry e delle imprese al convegno di IAB Italia. Il Presidente, Simona Zanette: ‘Rapidità di esecuzione e più chiarezza’.

Italia


Iab Events 2012

Non ci sono dubbi: puntare con concretezza e con più coraggio sul mercato digitale, in Italia, significherebbe garantire un’opportunità reale per la nostra economia in grande affanno.

Il tema è stato approfondito ieri a Roma, nella sala delle Conferenze di Piazza Montecitorio, nel corso dell’evento “Il mercato del digitale in Italia. Opportunità per il nostro Paese e attenzione alla tutela della privacy dell’utente“, organizzato da IAB Italia.  Hanno partecipato Massimo Vari, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Paolo Gentiloni, Responsabile comunicazione del Partito Democratico, Luigi Montuori, Vice Segretario Generale Garante per la Protezione dei dati personali, il senatore Vincenzo Vita, Vice Presidente Commissione Istruzione Pubblica, l’onorevole Benedetto della Vedova, Presidente del Gruppo FLI alla Camera dei deputati, Rosario Imperiali, Comitato Scientifico European Privacy Association, Luisa Piazza, Responsabile Public Affairs di SEAT Pagine Gialle, il Presidente di IAB Italia Simona Zanette, Marc Vos, Partner & Managing Director di Boston Consulting Group.

 

Inoltre, nella tavola rotonda moderata dal Direttore di Key4biz, Raffaele Barberio, hanno contribuito al dibattito: l’onorevole Roberto Rao e l’onorevole Antonio Palmieri, promotori a livello parlamentare, assieme all’onorevole Gentiloni, delle due importanti iniziative legislative sul tema dell’Agenda Digitale attualmente in discussione alla Camera, Pier Luigi Dal Pino, Direttore Centrale per le Relazioni Istituzionali ed Industriali di Microsoft Italia, Davide Mondo, Amministratore Delegato di Mediamond, Fabiano Lazzarini, General Manager di IAB Italia.

 

Dati e numeri sono stati affidati a due presentazioni. La prima, quella di Fabiano Lazzarini, dedicata al tema della Privacy in Rete, con la presentazione del Framework di IAB Europe, lo strumento di autoregolamentazione condiviso con la Commissione Europea, che l’Associazione ha ideato e sviluppato a livello internazionale con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze di tutela degli utenti in Rete salvaguardando al contempo lo sviluppo dell’economia digitale; la seconda, con Marc Vos, sui dati relativi all’impatto della Digital Economy sul business e sul risparmio delle famiglie.

 

Il Framework di IAB Europe per la pubblicità comportamentale online (“OBA” – Online Behavioural Advertising), che nasce dalla collaborazione tra IAB Europe e le principali associazioni di advertising con il supporto dell’EASA (European Advertising Standard Alliance) è stato pubblicato nell’aprile 2011 in seguito all’invito della Commissione Europea a procedere all’autoregolamentazione del settore. Il Framework costituisce la struttura di base per la codifica delle buone prassi di settore e stabilisce alcuni principi volti ad incrementare la trasparenza e la scelta per gli utenti del web, all’interno dell’Unione Europea e dell’Area Economica Europea. Scopo dei principi contenuti nel Framework è quello di applicare standard favorevoli alla pubblicità comportamentale online e alla raccolta online di dati e facilitare così la diffusione di pubblicità basate sulle preferenze o sugli interessi degli utenti del web. Il Framework prevede inoltre uno specifico meccanismo di notice&control grazie al quale gli utenti possono agire nei confronti delle Aziende e riuscire a gestire liberamente e indipendentemente i cookies.

 

Presentando i dati del Boston Consulting Group, Marc Vos, ha parlato di Internet come una grande opportunità di crescita. “La crescita prevista in Italia rispetto al G20 è ottima, tuttavia siamo molto indietro, rispetto a paesi come l’UK. Nel 2009-10 siamo cresciuti del 10% e nel 2011 c’è stata una leggera accelerata per via della crisi. Se nel 2016 l’economia internet italiana varrà 61miliardi di euro, in UK 262 miliardi!

Cosa si può fare? Come possiamo stimolare l’economia di internet? Per Vos, l’eCommerce in Italia è ancora troppo incentrato sul turismo, seguono le pratiche auto e la tecnologia. Poco sviluppati i contenuti digitali e l’home banking.

Internet fa crescere le PMI più velocemente. Vos ha indicato cinque motivi per essere online come PMI: espansione geografica, prodotti più semplici e meno costosi, approccio più collaborativo con i consumatori, vendita profittevole della “coda lunga” dei prodotti, maggiore automazione o scambio di informazioni nella supply chain. Ha quindi concluso quattro provocazioni per stimolare PIL internet: totale migrazione online della PA, 100% presenza online delle imprese, regime IVA differenziato per ecommerce, graduale eliminazione del contante. “Per colmare il gap con l’estero bisogna scegliere di puntare su poche cose e farle bene“.

 

Queste priorità sono state evidenziate anche dall’onorevole Paolo Gentiloni. “Occorre rendere più drastico il meccanismo di digitalizzazione della PA; mentre un’altra priorità è la diminuzione dell’IVA del commercio elettronico. È qualcosa di avventuroso, visto che siamo alle prese con  il rischio che il Paese aumenti ulteriormente l’aliquota IVA a settembre e si stanno cercando centinaia di milioni di euro per evitare questo aumento. Ma sul commercio elettronico siamo penultimi nell’Europa a 27. Qui ci vuole un ‘boost’ che può venire, a mio parere, dall’agenda digitale“.

 

Tornando al tema di privacy, Simona Zanette, Presidente IAB Italia e Amministratore Delegato Alfemminile, ha dettato due urgenze: rapidità di esecuzione e chiarezza. “Quando parliamo di privacy in Rete bisogna fare chiarezza e spiegare. Troppo spesso ci nascondiamo dietro a paroloni. Ci sono tanti approcci diversi degli utenti alla privacy, ma la cosa fondamentale è che ognuno deve essere informato su cosa succede ai miei dati sensibili, questo è un livello indispensabile per la privacy. Noi tutti siamo utenti e dovremmo chiederci quanto meno questo“.

 

Il “flash” che ha voluto indicare Luisa Piazza, Responsabile Public Affairs SEAT Pagine Gialle, è quello della necessità di una cultura comune sul digitale. Piazza, che conosce bene le PMI, cliente riferimento dei servizi per l’ecommerce di SEAT Pagine Gialle,  ha così continuato: “Il tema vero è oggi capire che, a seconda delle regole che adotteremo, avremo la possibilità di accelerare verso l’economia digitale. E per farlo ci vuole informazione sulle opportunità di internet. Occorre un tavolo sotto la regia del Garante, intorno al quale devono sedersi sicuramente rappresentanti dell’industria e rappresentanti delle associazioni dei consumatori“.

 

Per Luigi Montuori, Vice Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali, il tavolo dovrà dare un contributo concreto verso l’utilizzazione in modo facile degli strumenti e indicazioni per poter scegliere in modo chiaro e trasparente. Il punto chiave da tenere a mente nel processo? “Permettere ad ognuno di noi di sapere preventivamente come gli altri stanno trattando le nostre informazioni“.

 

Dobbiamo considerare la “maturità del settore tecnologico“, ha esordito Rosario Imperiali, del Comitato Scientifico European Privacy Association. “Faccio un esempio: quando sono state prodotte le automobili, ci si preoccupava di dove dovessero circolare. Nessuno si poneva il problema delle regole. Più o meno è quanto sta accadendo con Internet: nella prima fase la cosa importante era il trasferimento delle informazioni e la comunicazione; adesso ci stiamo ponendo il discorso delle regole. La mia associazione si occupa di verificare che le norme siano dettate con un certo raziocinio, noi siamo interlocutori del legislatore europeo. Cosa che facciamo con più difficoltà, debbo dirlo con franchezza, in Italia“.

 

Eppure “oggi la rete è la società“, ha aggiunto il senatore Vincenzo Vita, Vice Presidente Commissione Istruzione Pubblica. “Oggi la rete è la società, non ha niente a che fare con la prima fase della Rete. Non stiamo parlando di nuovi media, ma della società. Quindi serve un salto mentale. Occorre passare da una logica di strattonamento del mondo politico, a una complessiva formazione di un nuovo senso comune che riesca a decifrare modalità attraverso cui il vasto mondo dei cittadini-utenti si autorganizza, selezionando le opportunità in modo da rispondere a dei problemi obiettivi. Salvaguardando la libertà di informazione e, dall’altra, la tutela dei dati sensibili. È una dialettica molto seria, intrisa di ideologia. Troveremo sempre qualcuno che si appella all’articolo 21 della costituzione e chi risponde con la tutela della privacy. Dobbiamo uscire da questo punto. La legge, come è stata intesa, non riesce a tenere il passo coi tempi. Questo è il tema di cui oggi dobbiamo occuparci, come autoregolamentiamo il sistema?“.

 

Manca una visione di insieme, secondo Benedetto della Vedova, Presidente del gruppo Futuro e Libertà della Camera dei Deputati. “Si tende a contrapporre le proprie issue, mentre siamo già al momento in cui parlare di automobili – per mantenere la metafora di Imperiali – non è solo pensare a una roba che si sposta, ma significa pensare all’inquinamento, alla sicurezza stradale, al recupero degli oli usati, …

Inoltre ci troviamo davanti all’impossibilità pratica di “stabilire normative paese su paese“.

 

Aprendo la tavola rotonda dedicata all’Agenda Digitale, l’onorevole Antonio Palmieri, della Commissione Cultura, ha parlato della proposta di legge che lo vede tra i protagonisti. “Il presidente del consiglio ogni anno deve relazionare in Palamento, come si fa in una azienda, su cosa è stato fatto da Governo e Regioni nell’anno precedente e cosa si farà in quello successivo sull’Agenda digitale. Occorre far crescere la consapevolezza nell’intera classe dirigente del paese”. Inoltre, ha spiegato Palmieri, “proponiamo di creare in Italia un mercato di venture capital come è stato fatto in Israele, attraverso un decennale Fondo per l’Italia, sempre a capo del Presidente del Consiglio“. Altri temi sono quelli dell’accessibilità (“pensiamo alla popolazione che invecchia”) e dell’IVA dei prodotti digitali.

 

Un contributo significativo, al tavolo della discussione, che dà la misura di quanto poteva apparire astratto e poco definito, è stato dato dall’intervento di Davide Mondo, Amministratore Delegato Mediamond, concessionaria per la raccolta pubblicitaria online. Mondo si occupa di pubblicità sulla Rete ed è stato definito “pioniere degli spot su internet”, lavorando con importanti testate editoriali online. “Pensiamo agli acquisti importanti – ha esemplificato Mondo – come quelli delle automobili: tutti navigano in rete per cercar informazioni, per fare delle comparazioni”. Anche guardando ai nostri comportamenti e scelti di acquisto, facciamo sempre più riferimento alla Rete.  

 

Di pubblica amministrazione ha parlato Pier Luigi Dal Pino, Direttore Centrale Relazioni Istituzionali e Industriali Microsoft Italia. “C’è una sorta di caccia alle streghe oggi in Italia, perché assistiamo a un mandato di razionalizzazione delle spese per la PA. Il rischio è che la PA risponda al mandato trincerandosi dietro la decisione di non spendere in assoluto“, insomma che decida di non spendere affatto, in virtù di questo spot martellante cui assistiamo sullo spendere per forza di meno. La cosa non gioverebbe alla digitalizzazione del Paese e alla necessità di innovare.

 

Sul bisogno di investire in un cambiamento culturale per l’innovazione digitale, partendo dalla scuola, ha insistito l’onorevole Roberto Rao, della Commissione Giustizia, che ha aggiunto: “Abbiamo una occasione storica in questa legislatura. Abbiamo deciso tutti di investire su quello che può essere per la classe politica un momento di riscatto“.

 

Le conclusioni dell’evento son ostate affidate a Mario Calderini, Consigliere del Ministro Profumo per le politiche di ricerca e innovazione, che ha commentato il pacchetto Digitalia: “Digitalia è ormai alle battute finali, entro fine mese ci sarà la riunione dei Ministri che darà una forma al lavoro fatto. È ragionevole presumere che i lavori saranno conclusi entro l’estate. L’attesa sul decreto è da un lato un ottimo segnale che il Paese s’interessa a questi temi, dall’altro non bisogna caricare il decreto di significati che da solo non può avere“.