Decreto Sviluppo impantanato per mancanza di fondi? Il Viceministro all’Economia Vittorio Grilli nega lo scontro con Corrado Passera

di Raffaella Natale |

Per il MiSE, ‘Solo lavorando insieme possiamo realizzare l’Agenda per la crescita . E' indubbio che viviamo un momento molto difficile in cui le risorse sono scarse’.

Italia


Corrado Passera

A Palazzo Chigi si respira un clima di forte tensione. A destabilizzare gli umori le nomine Agcom e Rai di competenza del premier Mario Monti, ma soprattutto il destino del decreto Sviluppo, rinviato ieri senza una data precisa per manca di fondi nelle casse dello Stato.

Una decisione che avrebbe provocato l’arrabbiatura del Ministro Corrado Passera che, secondo alcune dichiarazioni riportate oggi dai quotidiani, avrebbe detto con voce concitata “Senza soldi non si fa sviluppo. Se è così, ditemelo. Allora che ci sto a fare io qui?”.

 

Ma stamani, da Santa Margherita dove è ospite dei giovani industriali, è intervenuto il Viceministro dell’Economia Vittorio Grilli, per smentire questa ricostruzione dei fatti, a suo dire ‘meramente giornalistica’.

Un tentativo, mal riuscito, di calmare le acque?

Grilli ha spiegato che “Il decreto Sviluppo non è ancora stato approvato dal Consiglio dei Ministri perché si tratta di un provvedimento complesso. Non ci sono, quindi, ritardi, né problemi con il ministro Corrado Passera”.

Aggiungendo anche che il decreto Sviluppo “è uno dei tanti provvedimenti di riforma del nostro Paese, la sua complessità richiede un’analisi attenta e collaborazione da parte di tutti“.

“Quindi penso non si possa parlare di ritardo. E’ un processo di collaborazione e affinamento”, ha concluso.

 

Circa le frizioni con Passera, Grilli si è detto “abbastanza sorpreso nel leggere i giornali perché con il Ministro ma anche con gli altri colleghi e con la Ragioneria abbiamo un rapporto collaborativo”.

“Quindi direi che la ricostruzione giornalistica dal mio punto di vista non rispecchia assolutamente lo stato dell’arte di cosa stiamo facendo” ha detto.

 

C’è da crederci?

Ieri a Palazzo Chigi qualcosa è comunque successa. In CDM i due testi predisposti dal Ministro Passera non erano all’ordine del giorno. Per gli uffici Ragioneria, mancano i soldi. Tutti i provvedimenti necessiterebbero, infatti, di almeno 2 miliardi e mezzo di euro e dopo il terremoto in Emilia-Romagna è ancora più difficile reperire risorse.

Da qui lo scontro diretto tra il Viceministro Grilli e Passera. Nel mirino sono finiti passaggi chiave come il maxi incentivo da 600 milioni per le aziende che investono in ricerca.  

 

Ma al centro della presunta discussione, ci sarebbe anche la mancata diramazione via elettronica dei provvedimenti da parte del sottosegretario al CDM, Antonio Catricalà, senza i quali non si poteva che appurare l’impossibilità a procedere. La riunione è, quindi, stata sciolta con una convocazione per oggi, senza però specificare alcun ordine del giorno.

Nel vertice convocato in serata da Mario Monti si sarebbe poi deciso di non riproporre l’esame dei provvedimenti, ma di rinviare ad altra data.

 

Se ci siano stati degli scontri o meno, resta che il decreto, al quale la squadra di Passera lavora da almeno tre mesi, dovrà attendere almeno un’altra settimana.

 

Questa mattina, il Ministro dello Sviluppo economico, in un messaggio inviato al Congresso delle Fondazioni bancarie in corso a Palermo, ha scritto: “Stiamo lavorando con determinazione e senso di responsabilità, dando progressiva attuazione alla nostra Agenda per la crescita, ma siamo consapevoli che solo facendo sistema e lavorando insieme possiamo perseguire obiettivi di crescita sostenuta e sostenibile, nella ferma convinzione che sviluppo e creazione di occupazione siano responsabilità imprescindibili di una classe dirigente al servizio del bene comune”.

 

Tra le righe possiamo leggere, l’invito di Passera ai colleghi a ‘lavorare insieme’ con ‘senso di responsabilità’.

 

E poi, facendo riferimento alla mancanza di denari, il Ministro ha aggiunto: “E’ indubbio che viviamo un momento molto difficile in cui le risorse sono scarse e maggiori sono le difficoltà delle amministrazioni pubbliche impegnate, sia a livello centrale e locale, in un grande sforzo di rigore e di costruzione delle condizioni di un nuovo rilancio”.