Fibra ottica, Franco Bassanini: ‘CDP pronta a investire nel progetto Telecom Italia’. Marco Patuano, ‘collaborazione in aree nere’

di Alessandra Talarico |

Botta e risposta tra il presidente CDP e l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, secondo cui gli investimenti devono essere ‘market driven’, non imposti dogmaticamente. C’è davvero spazio per il dialogo?

Italia


Franco Bassanini

La Cassa Depositi e Prestiti è pronta a investire nel progetto sulla fibra ottica di Telecom Italia. È quanto ha affermato, intervenendo al convegno di Business International, il presidente della CdP, Franco Bassanini secondo cui, però, la vera domanda è: “L’attuale incumbent intende fare questo investimento?”.

Se la risposta fosse affermativa e se ci fosse la richiesta, ha aggiunto, “…c’è la disponibilità di Cdp a contribuire al finanziamento di questo investimento attraverso una soluzione che può essere variamente costruita da un punto di vista dell’architettura societaria e finanziaria”.

In caso contrario, “è opportuno che questo investimento lo faccia qualcun altro restando aperti a tutte le forme di collaborazione, sempre nell’ottica di quel che serve al Paese”, ha aggiunto, con chiaro riferimento al progetto Metroweb, che prevede la copertura di 30 città con tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home) e che la CDP finanzierà attraverso il fondo FSI (Leggi articolo Key4biz).

 

Anche se i vertici Metroweb, Bassanini compreso, hanno subito chiarito che il piano della società che si occupa della fibra milanese (e che sta per acquistare anche la rete di Genova) non è in contrapposizione ma complementare a quello di Telecom Italia, in molti si sono chiesti se sia opportuno che i fondi pubblici intervengano a modificare le dinamiche di mercato in un settore che dovrebbe essere basato sulla concorrenza, almeno nelle aree a maggiore densità di traffico, tra cui quindi le 30 città incluse nel progetto Metroweb.

 

Al centro del contendere, anche il tipo di tecnologia da utilizzare per la copertura: il piano di Telecom Italia prevede infatti l’utilizzo della tecnologia FTTC (Fiber-to-the-cabinet), che è molto più economica, prevedendo la fibra negli armadietti a ridosso delle abitazioni e puntando a utilizzare la rete in rame che termina nelle case/aziende.  Con questo approccio si riducono gli investimenti dell’80% e si realizza più velocemente la rete, che entro il 2014 sarà completata – secondo il piano Telecom – in almeno 100 città.

 

Secondo Bassanini, questa tecnologia andrebbe però usata solo nelle cosiddette aree grigie (ossia quelle aree caratterizzate dalla presenza di un unico operatore, in cui alcune categorie di utenti non sono adeguatamente servite), per puntare sull’FTTH, ossia la fibra fino alle case, nelle aree nere, ossia dove operano almeno due fornitori di servizi e la fornitura avviene in condizioni di concorrenza basata sulle infrastrutture.

Secondo l’ad di Telecom Italia Marco Patuano  – intervenuto sempre al convegno di Business International – gli investimenti, devono seguire invece una logica ‘market driven’, ovvero devono essere portati avanti tenendo conto della tecnologia richiesta in base alla domanda di ogni zona da coprire e non sulla base di ‘dogmi’.

E, ha affermato Patuano,“dire che le zone sono tutte uguali non e’ market driven. Ci sono aree in cui la soluzione giusta l’FTTH, altre in cui è l’FTTC, altre ancora in cui è l’FTTC più il vectoring, che possono poi evolvere verso l’FTTH in base alla domanda”.

Il vero tema, però è come realizzare l’obiettivo, ossia  portare la fibra agli italiani: “se immediatamente con FTTH oppure, come  crediamo noi, con uno sviluppo progressivo che segue la domanda e rende più efficiente gli investimenti”.

“La concorrenza fra infrastrutture – ha aggiunto – può esistere, come avviene da lustri nel mobile”, ma ciò non vuol dire  rinunciare  a priori a una collaborazione con Cdp.

“Noi ci parliamo, non siamo alle barricate, tutte le volte che sarà possibile collaborare lo faremo con grande piacere”, ha detto ancora Patuano, che si è comunque detto “convinto che con il dialogo si possano trovare soluzioni meno dogmatiche”, ricordando che “…ogni qualvolta c’è un progetto concreto con una buona progettualità – come in Lombardia e Trentino – Telecom Italia è presente e ogni qualvolta c’è spazio per una collaborazione pubblico-privato o con la Cdp siamo molto disponibili. Lo abbiamo dimostrato e continueremo a dimostrarlo”.

 

Patuano, quindi, non ha mancato di lanciare una frecciata al piano Metroweb, affermando che “l’Italia non si esaurisce in 30 città e ha una Agenda digitale”.

 

Bassanini ha poi ricordato come le risorse pubbliche devono essere utilizzate esclusivamente per la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, per l’alfabetizzazione informatica e per portare la banda larga nelle aree a fallimento di mercato. “Questo non riguarda Cdp che non appartiene strettamente al settore pubblico ma utilizza i risparmi delle famiglie per investimenti ad alta redditività”.

 

Anche la Ue preme per la collaborazione, ma sulle infrastrutture passive, quali i cavidotti e le opere di ingegneria civile, che rappresentano la voce più consistente della spesa per le reti in fibra ottica.

Il responsabile Ue alla concorrenza, lanciando una consultazione sui fondi pubblici da destinare a queste opere, ha ribadito che i fondi pubblici in questo settore dovrebbero essere utilizzati in maniera oculata e la necessità che questi interventi siano complementari e non sostitutivi degli investimenti provenienti dagli operatori di mercato (Leggi articolo Key4biz).