Editoria, Carlo De Benedetti: ‘Tutti colpiti dal calo della pubblicità. La recessione sarà lunga’

di Raffaella Natale |

‘Siamo nel mezzo di una recessione come non ho mai visto in vita mia, molto più lunga. Durerà qualche anno, non qualche mese’, ha detto con amarezza De Bendetti.

Italia


Carlo De Benedetti

Dopo le dichiarazioni pessimistiche di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, sul calo della raccolta pubblicitaria, oggi un altro grosso nome del mercato media usa parole forti per denunciare la crisi che sta vivendo l’Italia (Leggi Articolo Key4biz).

Stamani, in occasione del suo intervento al intervento al Festival dell’economia di Trento, Carlo De Benedetti, presidente del Gruppo l’Espresso, ha detto chiaramente: “L’industria editoriale non va bene, c’è un calo dell’introito della pubblicità per tutto il mondo della comunicazione”.

 

I segnali, che arrivano da più parti, sono sconcertanti. La crisi sta investendo anche le grosse aziende del sistema Paese e lascia presagire un futuro tutt’altro che roseo.

 

“Siamo nel mezzo di una recessione come non ho mai visto in vita mia, molto più lunga. Durerà qualche anno, non qualche mese”, ha detto con amarezza De Bendetti.

“Nel nostro Gruppo, L’Espresso – ha poi spiegato – abbiamo ridotto ulteriormente il numero dei dirigenti, perché quando si taglia, si taglia prima dall’alto. Uno di questi però è venuto a chiedermi di non farlo, perché ha la moglie disoccupata e ha 48 anni, quindi teme di non trovare più lavoro. Devo richiamarlo e spero di potergli dire che ho trovato altri costi, altre spese da tagliare”.

 

De Benedetti, nel corso del suo intervento ha parlato di editoria anche spiegando quanto sia espressione “della libertà che tanto mi piace, che cerco di trasferire nel lavoro dei miei giornalisti, nelle conoscenze, nell’espressione dell’intelletto, facendo da paravento alla loro libertà. Siamo il più grande gruppo editoriale italiano, con circa 900 persone“.

 

Negli ultimi tempi s’è sentito molto parlare del Gruppo l’Espresso, specie per l’interesse, mai celato, di De Benedetti per La7, recentemente messa in vendita da Telecom Italia (Leggi Articolo Key4biz).

 

“L’Europa è vecchia, abbastanza viziata, con poco senso di mobilità e innovazione (…) L’Italia – ha proseguito De Benedetti – è stata gestita da governi che non hanno fatto riforme e non sono stati capaci di contrastare interessi che negli ultimi trenta anni non hanno fatto niente. La scommessa del futuro è la conoscenza. I giovani adesso non hanno più neppure bisogno di capannoni per lavorare, possono farlo con idee nuove da un computer”.

 

E la crisi sta minando anche una grande azienda come Mediaset che da tempo sta denunciando le grosse difficoltà a fronteggiare il forte calo della raccolta pubblicitaria. E, sebbene la società sia intervenuta per chiarire che le dichiarazioni di Confalonieri sul cattivo andamento si riferivano ai mesi già contabilizzati, ieri il titolo ha registrato un calo in Borsa. In mattinata cedeva l’1,78% a 1,27 euro.

 

“Sul titolo c’è una generale preoccupazione legata all’andamento di tutto il settore”, ha commentato un trader, sottolineando che da diversi mesi Mediaset non riesce più a registrare risultati migliori del mercato. “Le parole di Confalonieri certo non aiutano”, ha aggiunto.

Mediaset ha anticipato nell’ultima conference call che i primi cinque mesi dell’anno hanno registrato un calo della raccolta in Italia intorno al 10%, auspicando un miglioramento per il mese di giugno

 

Il trader ha anche citato gli ultimi dati sulle audience medie relative a settembre/maggio che evidenziano un decisa perdita per le Tv generaliste con Mediaset in calo del 2,6%, più della flessione registrata dalla Rai, pari al 2,5% circa.

 

Lo scorso 25 maggio, gli analisti di Mediobanca hanno ridotto il target price del titolo da 2,08 a 1,78 euro (neutral).

E sempre gli analisti suggerivano una partnership strategica con un operatore internazionale per risollevare le sorti di Mediaset Premium (Leggi Articolo Key4biz).

Tra gennaio e marzo Mediaset ha perso 25 mila abbonamenti Premium, l’offerta a pagamento per il digitale terrestre. Nel primo trimestre questo business ha registrato ricavi in calo da 135 a 131 milioni. Lo scorso anno la perdita ammontava a 69 milioni di euro.

 

 

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