Lettera di Vincenzo Zeno-Zencovich su nomine AgCom: ‘Candidati non possono prendere posizione su impegni futuri. Se no che Autorità indipendente è?’

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera ricevuta dal prof. Vincenzo Zeno-Zencovich, ordinario di Diritto Comparato all’Università Roma Tre e indicato nelle ultime settimane come candidato alla nomina di membro dell’AgCom.

Italia


Vincenzo Zeno-Zencovich

Da più parti sono stato contattato nella mia presunta qualità di candidato all’AGCOM per rispondere a questionari nei quali viene chiesto di prendere posizione in ordine ad importanti tematiche di attualità.

In realtà io non sono né posso essere “candidato” .

All’opposto – com’è a tutti noto – avendo io partecipato alla congiura di Catilina ed essendo l’estensore occulto della “legge truffa” – sono tutt’altro che “candido”, anzi, sono “l’uomo nero”.

 

Celie a parte, sia consentito esprimere qualche considerazione sull’idea di “questionare” i candidati.

Ritengo che sia sacrosanto chiedere di conoscere le competenze specifiche di chi aspira a un posto di responsabilità e che queste siano ampiamente pubblicizzate.

Ma ritengo PROFONDAMENTE SBAGLIATO che un candidato al posto di commissario presso un’autorità amministrativa indipendente – quale che essa sia – prenda posizione sui suoi futuri impegni.

 

Ho l’impressione che si confonda il ruolo politico con quello amministrativo.

Il candidato politico deve prendere posizione, deve guadagnarsi i consensi, deve superare i concorrenti.

 

Chi deve amministrare – tanto più in un’amministrazione indipendente – non deve assumere alcun impegno, non deve promettere alcunchè o fare qualsiasi dichiarazione che ne evidenzi in partenza la parzialità.

Sempre, se mi è consentito, ritengo che coloro i quali rispondono a questo o ad altri questionari stanno sbagliando mestiere; fanno bene a presentarsi alle elezioni, non all’AGCOM o altra autorità.

E a questo proposito mi permetto di dubitare che il criterio in base al quale scegliere i futuri commissari sia quello del sostegno che ricevono dalla “rete”: a voler essere coerenti ciò porta diritto alla scelta di un parlamentare appartenente ad un partito che attraverso procedure pubbliche e certificate ha ricevuto milioni di voti.

E questo non perchè si debba essere neutrali e indifferenti rispetto alle domande poste nei questionari, ma perchè all’interno di organi collegiali le decisioni devono essere assunte prendendo in considerazione i tanti interessi coinvolti (le imprese, gli utenti, la collettività in generale) senza il vincolo di un qualche mandato o di un (non molto originale) “contratto con gli italiani (digitali)”.

 

Ho sempre espresso le mie posizioni a favore della libertà della rete; ma ho sempre detto che tanto più si è liberi tanto più si deve essere responsabili.

Mi rendo conto che promettere ed esaltare i “diritti digitali” paga in termini elettorali.

 

Ma non essendo io interessato a vicende elettorali, non mi dispiace evidenziare come vi sono anche dei doveri digitali che andrebbero con eguale fermezza indicati e fatti rispettare.

 

Nomine Agcom: la lista aggiornata dei nomi indicati dalla stampa e delle autocandidature

 

 

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