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Innovazione, parte consultazione Ue su nuova politica industriale. Antonio Tajani: ‘Da ICT possibilità di cambiamento in positivo’

Europa


La terribile crisi economica e sociale che ha investito l’Europa e che non ha precedenti dal dopoguerra non potrà essere superata senza una nuova ‘rivoluzione industriale’ che coinvolga tutti i settori – dalla produzione all’energia, dalle materie prime ai trasporti e dall’edilizia. Una riforma che dovrà essere necessariamente accompagnata dall’innovazione tecnologica e dalla creazione di nuove figure professionali.

 

Il ‘vento del cambiamento’ sta soffiando forte e ha portato con sé il collasso dei vecchi equilibri politici, l’emergere di nuovi player, di nuovi materiali, di nuove tecnologie. L’Europa deve riuscire a trarre nuove opportunità da questa difficile situazione, ma ha bisogno di nuove idee e nuove iniziative politiche per dare impulso al suo potenziale di crescita attraverso l’innovazione industriale, che è e sarà uno dei principali volani per migliorare la competitività.

La Ueha pertanto lanciato nuova consultazione pubblica destinata a fornire un input per il riesame intermedio, previsto per il settembre 2012, della comunicazione sulla politica industriale.

Un riesame che si concentrerà sullo sviluppo di un numero limitato di nuove iniziative atte a produrre un impatto dimostrabile nel breve-medio termine sulla competitività, la crescita e l’occupazione.

 

Questi temi sono stati anche al centro della conferenza Mission Growth: Europe at the Lead of the New Industrial Revolution (Obiettivo crescita: l’Europa alla testa della nuova rivoluzione industriale) che si è tenuta ieri a Bruxelles con l’obiettivo di dare un forte impulso al dibattito grazie a nuove idee per la strategia della crescita imperniate sull’economia reale e sull’innovazione industriale al fine di promuovere un ruolo guida dell’Europa nello sviluppo delle nuove tecnologie.

Nel suo intervento alla conferenza, cui hanno partecipato il Presidente della Commissione europea, José Manuel Durão Barroso, Jeremy Rifkin e diversi ministri di paesi Ue e dirigenti industriali – il Vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l’industria e l’imprenditoria Antonio Tajani, ha sottolineato che “L’economia europea non può sopravvivere in modo sostenibile se non può fare affidamento su una base industriale forte e oggetto di una profonda riconversione. L’industria reca un grande contributo all’economia reale producendo valori reali. Si devono fare tutti gli sforzi necessari per assicurare un’industria moderna, efficiente nell’uso delle risorse, competitiva e salda in Europa. Invito tutti coloro che possono e desiderano contribuire alla prevista riconfigurazione della nostra politica industriale a farci sapere quello che andrebbe fatto secondo loro”.

 

Tajani (Leggi il discorso) ha affermato ancora di essere, nonostante tutto, ottimista e di intravedere delle opportunità nell’attuale contesto di crisi.

“Opportunità per una cambiamento positivo, con la possibilità di attrarre nuova domanda per beni e servizi e di creare nuovi posti di lavoro”.

Una bella sfida, certo, ma che l’Europa deve vincere. E per farlo dovrà puntare sull’innovazione, sulle nuove tecnologie, sulle energie rinnovabili, sul riciclo e il riutilizzo dei materiali, sulle tecnologie spaziali, le nanotecnologie, la robotica.

 

Auto elettriche, ‘smart city’ e ‘smart grid’, sistemi di trasporto intelligenti, tecnologie digitali, biotecnologie: l’Europa deve sfruttare tutte le opportunità di business derivanti dalla transizione verso un’economia sostenibile e assicurare che le politiche industriali, climatiche, energetiche, ambientali e in tutti gli altri ambiti garantiscano coerenza e certezza e creino le giuste condizioni per l’innovazione.

Solo il settore delle tecnologie ‘verdi’ vale 1.000 miliardi di euro l’anno a livello globale e il suo valore dovrebbe triplicare entro il 2020, mentre le nanotecnologie passeranno da un valore di 646 miliardi di euro nel2008 a1000 miliardi già nel 2015.

 

Nella prima metà di giugno, ha ricordato quindi Tajani,la Commissione presenterà “Una Strategia Europea per le Tecnologie Abilitanti Fondamentali”. L’obiettivo è valorizzare le potenzialità di micro e nanoelettronica, materiali avanzati, biotecnologie, fotonica, nanotecnologie e manifatturiero innovativo come fattori trainati della competitività e leadership tecnologica europea.

 

Anche il commissario Ue per l’impiego, l’inclusione e gli affari sociali, László Andor, ha sottolineato il potenziale dell’ICT in termini di creazione di posti di lavoro, ricordando chela Commissione sta lavorando a un apposito documento, che accompagnerà il ‘pacchetto per l’impiego’ e servirà a promuovere un maggiore uso degli strumenti finanziari europei per gli investimenti nelle competenze ICT.

“Il potenziale occupazionale delle ICT è infinito e dobbiamo fare del nostro meglio, insieme con imprese, governi, parti sociali, mondo accademico e tutte le parti interessate, per sfruttarlo fino in fondo e per consentire alle imprese di creare nuovi posti di lavoro, garantire che lavoratori, imprenditori e utenti acquisiscano la giuste competenze per soddisfare l’offerta e la domanda”, ha affermato Andor.

“Per ottenere tutto questo – ha aggiunto – è di grande importanza non solo stimolare crescita e occupazione, che danno luogo a una maggiore competitività e produttività, ma anche contribuire a uno sviluppo economico e sociale più equilibrato all’interno della Ue e a una maggiore coesione tra i suoi Stati membri”.

 

In fatto di crescita e occupazione, inoltre, la Commissioneeuropea ha appena adottato un pacchetto di raccomandazioni riguardanti misure di bilancio e riforme economiche per rafforzare la stabilità finanziaria, rilanciare la crescita e creare occupazione in tuttala Ue.

Il Presidente Barroso ha sottolineato che queste misure, che devono essere adottate a livello nazionale, serviranno a “migliorare la nostra competitività, dare impulso a crescita e occupazione e rafforzare in modo sostanziale la nostra unione economica e monetaria. Queste decisioni riflettono il ruolo centrale della Commissione nella governance economica dell’Europa. Pur essendo modulate in funzione della situazione di ciascuno Stato membro, le nostre raccomandazioni fanno parte di un approccio coerente volto a riequilibrare l’economia europea”.

 

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