Diritto d’autore: Google vince causa contro la Tv francese TF1. Per i giudici, ‘YouTube non è responsabile dei video che violano il copyright’

di Raffaella Natale |

I giudici nazionali si pongono sulla linea della Corte di Giustizia Ue, che ha negato la responsabilità dei servizi hosting per i contenuti caricati dagli utenti, anche quando violano il diritto d’autore.

Francia


YouTube

Google porta a casa un’importante vittoria legale sul campo del diritto d’autore contro l’emettente televisiva francese TF1.

Al centro della disputa i video disponibili su YouTube, per i quali, secondo l’accusa, la compagnia americana dovrebbe rispondere di violazione di copyright e concorrenza sleale.

Ma il tribunale di prima istanza di Parigi ha respinto le accuse di TF1, sostenendo che la piattaforma più popolare del mondo di video-sharing è un servizio hosting e, in quanto tale, non è responsabile dei video caricati dagli utenti, anche se violano il diritto d’autore, a condizione che il sito abbia un sistema per rimuovere i contenuti una volta ricevute le notifiche dai suoi proprietari. 



 

TF1 aveva chiesto circa 150 milioni di euro di risarcimenti, ha dichiarato il tribunale, che ha invece ordinato al canale tv di pagare a Google 80 mila euro per i costi legali sostenuti. 


La compagnia francese ha dichiarato di voler considerare “la possibilità di ricorrere in appello”, sostenendo che la decisione è stata “inaspettata sotto diversi punti di vista”.

 

Ricordiamo che nel febbraio scorso la Corte di Giustizia Ue ha preso un’importante decisione, nel caso Sabam vs Netlog, destinata ad avere profonde ripercussioni in materia di internet copyright enforcement (Leggi Articolo Key4biz), come del resto dimostrano gli ultimi avvenimenti giudiziari.

La Corte ha, infatti, deciso che il gestore di un social network “non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive”.

Secondo la Corte, un giudice nazionale, adottando un’ingiunzione che costringa il prestatore di servizi di hosting a predisporre un simile sistema di filtraggio, non rispetterebbe l’obbligo di garantire un giusto equilibrio tra il diritto di proprietà intellettuale, da un lato, e la libertà di impresa, il diritto alla tutela dei dati personali e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni, dall’altro.

Questo tipo di sorveglianza preventiva richiederebbe, inoltre, un’osservazione attiva dei file memorizzati dagli utenti presso il gestore di un social network. Di conseguenza, il sistema di filtraggio imporrebbe a quest’ultimo una sorveglianza generalizzata delle informazioni memorizzate presso il medesimo, vietata dalle norme Ue.

 

Una sentenza, quella della Corte di Giustizia Ue, destinata ad avere forti conseguenze anche in Italia.

Ricordiamo infatti che Mediaset ha fatto causa a Google chiedendo 500 milioni di euro di danni, per la diffusione online di contenuti protetti da copyright e ha già ottenuto che venissero rimossi da YouTube i video riguardanti la trasmissione Tv ‘Grande Fratello’ Leggi Articolo Key4biz.