Legge sui media: per l’OSCE ancora insufficienti le modifiche apportate dal governo ungherese

di Raffaella Natale |

Per Dunja Mijatovic, i cambiamenti apportati dal Parlamento sono ancora insufficienti a garantire l’indipendenza finanziaria ed editoriale dell’audiovisivo pubblico.

Ungheria


Dunja Mijatovic

Ancora insufficienti i cambiamenti apportati dall’Ungheria alla Legge sui media. Questa l’opinione dell‘Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), per la quale le modifiche non sono tali da scongiurare i rischi per il pluralismo o da evitare che la politica possa esercitare il proprio controllo sui mezzi di comunicazione.

Dunja Mijatovic, responsabile OSCE per la libertà dei media, ha parlato di “miglioramenti importanti” e s’è detta soddisfatta che le modifiche assicurino una maggiore protezione delle fonti, annullino la censura su alcuni argomenti finora tabù, sia sui giornali cartacei che su quelli digitali.

 

La scorsa settimana il Parlamento ungherese ha, infatti, adottato una versione più ‘morbida’ della controversa Legge sui media, modificando essenzialmente la parte riguardante la protezione delle fonti dei giornalisti.

“Sono tuttavia ancora presenti diversi elementi problematici, che avevo già segnalato nel 2010 e che non sono stati modificati”, ha detto ancora la Mijatovic, facendo riferimento alle modalità di nomina dei membri del potente Media Council (MT) – attualmente composto da esponenti del partito conservatore al potere, il Fidesz, o comunque da persone che gravitano intorno a esso – o alle pesanti multe che minacciano i giornalisti.

 

“L’indipendenza finanziaria ed editoriale dell’audiovisivo pubblico non è ancora garantita“, ha inoltre rilevato la Mijatovic, ricordando che anche il Consiglio d’Europa aveva sollevato le medesime questioni.

 

La responsabile OSCE ha affrontato anche il problema riguardante l’assegnazione delle frequenze televisive.

“Questi emendamenti incidono chiaramente sul pluralismo del mercato audiovisivo, vista la mancanza di chiarezza delle definizioni e procedure previste dalla nuova legislazione”, ha lamentato la Mijatovic.

 

Il governo del Premier conservatore Viktor Orban s’era attirato le critiche sia a livello nazionale che internazionale per questa riforma dei media, entrata in vigore il 1° gennaio 2011 e solo dopo le pressione della Ue ha accettato di introdurre alcune modifiche.