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Yahoo pronta a lasciare l’Asia? Ceduto il 20% della cinese Alibaba per 7,1 miliardi di dollari

Stati Uniti


Ad appena una settimana dalla sua investitura quale Ceo ad interim di Yahoo!, Ross Levinsohn riporta un successo non da poco: l’accordo – inseguito da mesi – per la vendita della metà della quota detenuta dal gruppo californiano in Alibaba, leader del commercio elettronico in Cina.

Domenica sera, infine, le due società hanno annunciato che Yahoo! rivenderà al gruppo cinese la metà del capitale in suo possesso per 7,1 miliardi di dollari, mantenendo una quota del 20%.

Yahoo! dovrebbe ricevere 6,3 miliardi di dollari in contanti e 800 milioni di dollari in azioni Alibaba.

Come parte della transazione – che dovrebbe essere finalizzata in sei mesi – Alibaba potrà sfruttare il marchio Yahoo! in Cina per altri 4 anni, in cambio di 550 milioni di dollari.

 

Le attività sul mercato asiatico – che includono la quota del 43% nel gruppo cinese Alibaba e del 35% in Yahoo Japan – rappresentano circa l’80% del valore di mercato di Yahoo!, stimato attorno ai 17 miliardi di dollari.

 

La cessione rappresenta il primo passo verso la dismissione totale della quota di Yahoo in Alibaba, che avverrà ‘a tappe’ dopo diversi mesi di trattative infruttuose per le divergenze tra le parti sulla valorizzazione degli asset: questo accordo valorizza Alibaba 35 miliardi di dollari e dovrebbe essere seguito dalla cessione di un ulteriore 10% al momento dell’IPO di Alibaba, la cui data non è ancora stata fissata. Yahoo!, infine, conserverà un altro 10% del capitale, che potrà essere venduto sul mercato dopo la quotazione.

 

Yahoo! aveva acquisito il 40% di Alibaba nel 2005 per 1 miliardo di dollari. I contrasti tra i due gruppi sono iniziati nel 2010, dopo  che Alibaba definì ‘imprudente’ il sostegno della società americana alle accuse rivolte da Google al governo di Pechino dopo un attacco hacker, proveniente, sostiene il gruppo di Mountain View, proprio dalla Cina.

Ma già nel 2007, le divergenze tra Yahoo! e Alibaba si erano mostrate in tutta la loro evidenza anche sul tema del rispetto dei diritti umani in Cina: dopo che Yahoo, nel 2007, fu costretto a chiedere scusa pubblicamente alla famiglia del giornalista Shi Tao, per aver fornito tre anni prima alla polizia le informazioni necessarie al suo arresto (venne condannato a 10 anni di prigione per aver inviato una mail sugli avvenimenti di Piazza Tiananmen), Alibaba dichiarò ufficialmente che avrebbe collaborato con il governo cinese in qualsiasi futuro conflitto tra gli utenti del servizio di posta elettronica di Yahoo China e Pechino.

 

La cifra ottenuta da Yahoo! nell’ambito della transazione rappresenta circa un terzo del suo valore in Borsa o, ancora, circa una volta e mezzo il fatturato 2011.

La società di Sunnyvale ha fatto sapere di voler rendere agli azionisti “la totalità degli utili al netto delle imposte” attraverso un riacquisto di azioni da 5 miliardi di dollari.

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