Tlc: ETNO evidenzia i rischi legati alla nuova tassa sul settore allo studio in Ungheria

di Alessandra Talarico |

Il disegno di legge, ha spiegato il presidente ETNO, Luigi Gambardella, mette in pericolo la crescita economica del Paese e rischia di creare nuove frizioni con la Ue, che ha già portato di fronte alla Corte di Giustizia l’attuale modello di tassazione.

Ungheria


Telecoms

La decisione del Governo ungherese di imporre agli operatori tlc una nuova tassa – simile a un balzello che già grava sul settore e che è stato contestato dalla Commissione europea – rischia di danneggiare non solo il settore delle telecomunicazioni, ma anche i consumatori.

Grazie a questa nuova imposta, contenuta in un disegno di legge al vaglio del Parlamento, il Governo conta di incassare tra 140 e 170 milioni di euro l’anno, che verranno utilizzati per un ulteriore consolidamento del bilancio.

 

Il disegno di legge, oltre a contraddire quanto promesso in precedenza dal governo ungherese – che si era impegnato a eliminare gradualmente la tassa esistente senza l’introduzione di nuove imposte – rischia di creare nuove frizioni con la Ue, che ha già portato di fronte alla Corte di Giustizia l’attuale modello di tassazione sul settore delle telecomunicazioni introdotto nel 2010.

L’esecutivo europeo considera infatti contraria al quadro normativo comunitario la tassa ‘speciale’ introdotta sul settore tlc nel 2010 e dalla quale il governo ungherese contava di raccogliere circa 600 milioni di euro in tre anni da impiegare per ridurre il deficit e far fronte alla crisi economica. In base al diritto europeo, infatti, le tasse imposte sul settore devono essere direttamente legate alla copertura dei costi della sua regolamentazione.

 

“La nuova tassa è estremamente dannosa non solo per il settore delle telecomunicazioni ma per la crescita economica del paese”, ha affermato Luigi Gambardella, presidente del board ETNO, l’associazione europea di settore.

 

“Nel momento in cui i leader europei stanno perseguendo una nuova strategia di crescita per aiutare l’Unione a uscire dalla crisi economica, il governo ungherese contrasta questa iniziativa con la creazione di oneri fiscali aggiuntivi. La tassa peserà direttamente sui consumatori, farà aumentare i prezzi e ostacolerà la crescita”, ha aggiunto Gambardella, sottolineando che “il settore delle telecomunicazioni è una piattaforma per l’innovazione e i governi dovrebbero far leva sulla forza del settore per accelerare la crescita, non tentare di sabotarne le potenzialità”.

 

Sullo stesso tono il commento di Anne Bouverot, direttore generale della GSMA, secondo cui “nell’attuale clima economico è di vitale importanza per i governi di favorire e non ostacolare la crescita economica”.

“L’ulteriore onere creato da questa tassa supplementare influisce sulla capacità degli operatori ungheresi di soddisfare le esigenze dei loro clienti”, ha aggiunto Bouverot, che ha quindi chiesto al governo ungherese  “di rivedere la strategia fiscale in vista dell’adozione di un approccio più positivo”.