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Industria Tv: anno infernale per il Giappone. Sony e Panasonic lavorano a partnership per gli OLED

Giappone


Sony e Panasonic potrebbero presto dar vita a un’alleanza per la produzione di televisori OLED, secondo quanto riporta il quotidiano nipponico Nikkei.

Se l’operazione venisse conclusa, si tratterebbe della prima partnership tra due gruppi giapponesi per un progetto di una tale ampiezza. Le due società vorrebbero unire le loro forze essenzialmente per ridurre i costi, accorciare i tempi di sviluppo, condividendo le loro tecnologie, e commercializzare televisori OLED entro la fine dell’anno fiscale 2015.

I televisori OLED, che consumano meno energia e offrono una migliore qualità delle immagini, sono considerati i successori degli schermi LCD.

 

L’asset dei televisori rappresenta il maggior problema per l’attività di Sony che la scorsa settimana ha annunciato una perdita annua record di 4,42 miliardi di euro per l’esercizio 2011-2012 (Leggi Articolo Key4biz).

Il gruppo ha anche anticipato per quest’anno un crollo dell’11% delle vendite di televisori LCD, in 17,5 milioni di unità, ma ha aggiunto che ci sarà un dimezzamento delle perdite di questo business, a 80 miliardi di yen per l’esercizio 2012-2013.

 

Negli ultimi anni il produttore giapponese ha, infatti, subito pesantemente il calo della domanda, la feroce concorrenza di Samsung e Apple e una competitività bloccata da uno yen troppo forte.  

Sotto l’egida del nuovo CEO, Kazuo Hirai, Sony ha annunciato il mese scorso un vasto piano di risanamento che prevede 10 mila licenziamenti, cioè il 6% dei dipendenti, nella speranza di tornare in utile (Leggi Articolo Key4biz).

 

L’industria giapponese dei televisori sta attraversando una profonda crisi. Perdite finanziarie record, ristrutturazioni massicce, vendite, azioni al livello più basso mai raggiunto in 32 anni, cambi ai vertici delle aziende … tre dei più grossi gruppi d’elettronica, Sony, Panasonic e Sharp, sono stati costretti a profondi cambiamenti dopo un anno infernale e risultati annui catastrofici.

Oltre a un continuo aumento dello yen dall’arrivo della crisi finanziaria internazionale del 2008-2009, a una compressione dei margini e della competitività dei loro prodotti, le tre società hanno subito nel 2011 una serie di contingenze orribili.

Dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo che ha bloccato l’attività delle industrie giapponesi per diverse settimane e minato la fiducia dei consumatori, si è intensificata la crisi europea, causando un rallentamento globale delle attività.

In autunno ci sono state poi le alluvioni in Thailandia, che hanno causato grossi danni alla produzione giapponese e costretto alla chiusura diverse industrie.

 

A questi imprevisti si sono, però, aggiunti altri elementi stavolta prevedibili, ma scarsamente considerati nelle strategie aziendali, come il crollo delle vendite di televisori dopo la corsa all’acquisto dei nuovi modelli in vista del passaggio al digitale terrestre, avvenuto lo scorso luglio (Leggi Articolo Key4biz).  

Il vantaggio tecnologico di cui inoltre godevano sui concorrenti asiatici s’è rapidamente ridotto, mentre i loro costi non sono diminuiti velocemente così come i prezzi sugli scaffali.

 

Bilanci amari per le tre aziende giapponesi, le cui azioni sono crollate sulla Borsa di Tokyo per raggiungere livelli senza precedenti dal 1980 e i cui amministratori delegati sono stati rimpiazzati (Sony e Sharp) o sono sul punto d’esserlo (Panasonic), che costringe a ripensare totalmente le strategie.

 

Panasonic ha drasticamente tagliato la produzione di schermi per la Tv e s’è concentrata su quella dei display per dispositivi mobili, meno soggetta alla concorrenza perché necessità dell’impiego di tecnologie avanzate.

Sharp, dalla sua, ha dovuto dividere i mezzi di produzione con la taiwanese Hon Hai, meglio nota col nome commerciale Foxconn. E adesso la notizia della partnership tra Sony e Panasonic.

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