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Wind: clienti in crescita in tutti i segmenti di mercato. Impennata per i ricavi internet mobile

Italia


Wind ha chiuso il primo trimestre 2012 in crescita in tutti i segmenti del mercato, nonostante un contesto di mercato che la società ha definito “altamente competitivo e caratterizzato da un deterioramento del quadro macroeconomico”.

La società al cui timone è salito dall’11 maggio il nuovo Ad Maximo Ibarra ha registrato un aumento del 4% dei clienti mobili (a 21,1 milioni con un ulteriore incremento della propria quota di mercato), del 3% nella telefonia fissa voce (a 3,18 milioni) e del 9% nel segmento broadband (a 2,21 milioni).

Stabili i ricavi complessivi, che nel primo trimestre 2012 si attestano a 1,34 miliardi di euro, con una lieve flessione dei ricavi da servizi.

I ricavi da servizi mobili, al netto dell’impatto della terminazione mobile, crescono del 5%, mentre quelli fissi mostrano una leggera flessione.

 

L’EBITDA è stato pari a 487 milioni di euro, in leggera flessione rispetto al dato dell’anno precedente, per effetto combinato di un risultato stabile nella telefonia mobile e di un risultato in decrescita nella telefonia fissa, quest’ultimo principalmente dovuto ad una maggiore concentrazione nel primo trimestre della spesa pubblicitaria e all’aumento della morosità per effetto della crisi economica. Il margine EBITDA nel trimestre si attesta al 36,2%.

 

Risultati “estremamente importanti” per il business dei dati, sia nella telefonia mobile che fissa, con ricavi da Internet mobile in crescita del 40%, ricavi da messaggistica in aumento del 14% e ricavi da banda larga fissa a più 9%.

 

L’ARPU mobile registra una flessione rispetto all’anno precedente attestandosi a 14,7 euro con una rilevanza sempre maggiore della componente dati che cresce del 14% raggiungendo 3,8 euro, pari al 26% dell’ARPU totale. La pressione sull’ARPU voce è in larga misura dovuta alla riduzione delle tariffe di terminazione mobile e dalla crescente diffusione delle SIM solo dati, destinate ai tablet, PC portatili e dongle USB, che non generano ricavi voce.

 

L’ARPU totale della telefonia fissa si attesta a 32,3 euro, in diminuzione del 4%, con un declino nella componente voce non pienamente compensato dall’aumento dell’ARPU dati. L’ARPU Broadband risulta in leggera flessione rispetto all’anno precedente attestandosi a 18,9 euro.

 

Riguardo gli investimenti, nel primo trimestre si sono attestati a 193 milioni di euro (inclusi i 28 milioni di euro di costi capitalizzati relativi all’acquisto delle frequenze LTE) e si sono concentrati principalmente sull’ampliamento della copertura HSDPA e della relativa capacità, volta a garantire performance elevate per il traffico dati in mobilità, e sull’incremento della capacità di backhauling necessaria per servire in maniera ottimale l’aumento esponenziale del traffico dati sia fisso che mobile (a.t.).

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