Cybercrime: la mafia s’è spostata sul web. Per l’Interpol costa all’Europa 750 miliardi l’anno

di Raffaella Natale |

Il costo sociale dei crimini informatici è maggiore di quello legato al traffico di droga.

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Khoo Boon Hui

Veri e propri clan internazionali si nascondono dietro la maggior parte degli attacchi informatici. Un business che costa alla società più del traffico di cocaina, eroina e marijuana messe insieme, ha dichiarato il capo dell’Interpol Khoo Boon Hui, aprendo i lavori della Conferenza regionale a Tel-Aviv.

Khoo ha citato uno Studio della London’s Metropolitan University, secondo il quale “l’80% della criminalità online è legata oggi a bande organizzate a livello internazionale”.

Le organizzazioni criminali ritengono, infatti, che il cybercrime sia più redditizio dei vecchi modi, più rischiosi, di far denaro.

 

Per gli esperti, ha ribadito il capo dell’Interpol, in Europa il costo sociale della cyber-criminalità ha raggiunto i 750 miliardi di euro l’anno.

Khoo ha citato come esempio il gioco d’azzardo o le frodi sulle carte di credito o sui conti bancari. Lo scorso anno le banche americane hanno perso 900 milioni di dollari (690 milioni di euro) per furti di tipo tradizionale e ben 12 miliardi di dollari (9,2 miliardi di euro) a causa del cyber-crime.

Khoo ha anche messo in guardia contro i pericoli per la sicurezza mondiale provenienti dal cyber-spazio, ammettendo che anche l’Interpol ha subito un attacco da parte del collettivo Anonymous.

 

Nel mondo, secondo dati forniti dalla Ue, ogni giorno oltre 1 milione di persone sono vittime della criminalità informatica. Gli ingenti profitti illeciti generati e i costi raggiungerebbero 388 miliardi di dollari (Leggi Articolo Key4biz).

Ragioni per cui, oggi la Commissione Ue ha proposto di istituire un Centro contro il cybercrime al fine di proteggere i cittadini e le imprese europee da queste crescenti minacce.

 

Fabio Ghioni, uno dei massimi esperti mondiali di sicurezza informatica, ha spiegato a Key4biz che paradossalmente i Paesi più esposti sono quelli occidentali, perché hanno infrastrutture critiche vulnerabili.

“La maggiore minaccia è sicuramente rappresentata dall’Iran che ha la più grossa organizzazione governativa d’attacco, la Iranian Cyber Army”.

Ma anche la mafia si sta evolvendo, “ha fatto un upgrade delle proprie competenze e cominciato a rubare e a far transitare soldi attraverso i sistemi informatici, usando gli stessi sistemi del ‘Sistema’” (Leggi Articolo Key4biz).

 

In Israele, ci sarebbero “oltre 1.000 cyber-attack al minuto” e dallo scorso gennaio il Paese è vittima di continue incursioni da parte di bande di hacker che dicono di essere arabe.  

Nel mirino dei pirati il sito della Borsa di Tel-Aviv e la compagnia di bandiera El Al, ma sono stati rubati anche i dati di decine di migliaia di carte di credito appartenenti a israeliani.

Per ritorsione hacker israeliani hanno attaccato dei siti arabi nonostante il governo abbia chiesto loro di dar prova di moderazione.