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TI Media: L’Espresso interessato solo ai multiplex?

Italia


In attesa del Cda di domani, quando a Telecom Italia verranno esaminate le diverse opzioni strategiche riguardanti la partecipazione di controllo in Telecom Italia Media, si susseguono le indiscrezioni e le ipotesi sul futuro di questa azienda che, grazie a La7, s’è ritagliata uno spazio di rilievo sul mercato televisivo italiano (Leggi Articolo Key4biz).

 

Tra i nomi che circolano con maggiore insistenza quello del Gruppo L’Espresso di Carlo De Bendetti, di Cairo Communication e del finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar. Ipotesi che però non trovano alcuna conferma, anzi Ben Ammar ha sempre fermamente smentito un suo possibile interessamento.

In passato s’è parlato anche dell’avvicinamento della News Corp di Rupert Murdoch, il tycoon dei media che in Italia controlla Sky, ma le vicende legate a BSkyB in Gran Bretagna e le perdite legate all’investimento su MySpace hanno fatto sfumare l’operazione (Leggi Articolo key4biz).

 

Riguardo a L’Espresso ieri un portavoce ha dichiarato: “Non abbiamo nessun tipo di trattativa in corso sul fronte televisivo”. Che non vuole dire che la società non sia interessata a TI Media, ci sarebbero infatti di mezzo anche le appetibili infrastrutture televisive.

Secondo alcune indiscrezioni, infatti,  un eventuale riassetto di TI Media potrebbe portare alla nascita di una nuova società in cui far confluire i 3 multiplex digitali del gruppo controllato da Telecom Italia e i 2 mux dell’Espresso.

 

E’ da tempo che la società è in cerca di un partner per gestire l’attività editoriale del gruppo, che non sarebbe considerata strategica dagli azionisti, tra cui Mediobanca, a corto di liquidità soprattutto in questa fase di crisi.

 

Mercoledì quindi dovrebbe essere decisa la scissione tra le reti e i canali televisivi, con l’obiettivo di cedere gli asset entro fine anno. Non è escluso che si punti in via prioritaria alla cessione dei tre multiplex posseduti.

C’è chi immagina una vendita di La7 e chi ritiene più probabile l’ingresso di nuovi soci nel capitale azionario. A fare la differenza potrebbe essere il prezzo: il valore di mercato di Ti Media, che ha chiuso il 2011 con un una perdita da 83 milioni, in crescita dai 54,4 milioni del 2010, ha un valore di mercato intorno ai 160 milioni di euro.

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