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Economia digitale: per Manuel Barroso e Mario Monti bisogna accelerare. La Ue lancia consultazione per ridurre i costi di roll-out

Europa


La difficile situazione economica dell’Europa è stata al centro della discussione tra il Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso e il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti, che – nel corso di una colazione di lavoro stamani a Bruxelles – hanno convenuto sulla necessità di rilanciare la crescita anche attraverso l’accelerazione dello sviluppo di settori chiave quali l’economia digitale, l’energia e i trasporti.

 

 “Abbiamo concordato che il rilancio della crescita deve avvenire attraverso un impegno senza tregua per il miglioramento della competitività e non attraverso un ulteriore indebitamento. Il consolidamento fiscale deve dunque procedere assieme a degli investimenti mirati per aumentare la competitività e al tempo stesso contribuire a rilanciare la domanda nel breve termine”, si legge nella nota congiunta diramata in seguito all’incontro.

 

“Siamo anche d’accordo sulla necessità di sviluppare ulteriormente il mercato unico, che è il mezzo più importante per la promozione della crescita e dell’impiego a livello europeo, e di rafforzare l’applicazione delle sue regole. In particolare – conclude la nota – ci devono essere dei progressi accelerati e più efficaci nei settori dell’economia digitale, dell’energia e dei servizi”.

 

Un nuovo incontro tra i due, in vista del Consiglio Europeo di giugno, si terrà  il prossimo 15 maggio.

 

Sempre questa mattina, la Commissione ha lanciato una consultazione per raccogliere i pareri delle parti interessate – aziende tlc e utilities, investitori, governi e consumatori – su come ridurre i costi di realizzazione delle  nuove reti e per fare in modo che Internet divenga la spina dorsale di una nuova economia, inclusiva, ecocompatibile, portatrice di più democrazia.

 

In particolare, la Ue vuole studiare i modi per ridurre i costi connessi alle opere di ingegneria civile, ossia gli scavi per la posa della fibra, che possono arrivare a rappresentare fino all’80% del costo totale dell’opera.

 

Tali costi sono così alti principalmente per la mancanza di coordinamento dei progetti di ingegneria civile e di cooperazione tra i diversi attori, oltre che per il mancato riutilizzo delle infrastrutture esistenti. La diffusione della banda larga è inoltre ostacolata da procedure lunghe, complesse e poco trasparenti che allungano notevolmente i tempi per ottenere tutti i permessi necessari a livello nazionale o locale.

 

Interventi semplici come il ri-utilizzo dei condotti e l’accelerazione delle procedure di approvazione dei lavori potrebbero ridurre i costi del 30%.

 

L’economia digitale vale già centinaia di milioni di euro e nel 2016 potrebbe raggiungere il 5,7% del PIL, aprendo la strada a una nuova occupazione fondata sulle conoscenze informatiche.

E’ stato inoltre dimostrato che internet crea 5 posti di lavoro ogni due che ne fa perdere (pensiamo ad esempio all’industria musicale) e aiuta le piccole aziende a crescere e ad aumentare le esportazioni. Senza contare il sostegno alla competitività: dove c’è disponibilità di banda larga si può ottenere una crescita dell’1,5% del PIL.

 

Per il responsabile Ue dell’Agenda Digitale, Neelie Kroes, “se vogliamo accelerare lo sviluppo delle reti internet ultraveloci, dobbiamo ridurre i costi connessi alle opere di ingegneria e c’è dunque bisogno di idee pratiche su come ridurre questi costi e su come facilitare l’accesso, il ri-utilizzo e la condivisione delle infrastrutture”.

“Niente è più fastidioso per i cittadini dei lavori sulle strade e niente è più problematico per le aziende che la burocrazia inutile”, ha concluso.

 

Il documento di consultazione

Il sito dell’Agenda Digitale europea

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