Tlc: in vista del WCIT-12, le telco chiedono nuove norme internazionali incentrate su ‘concorrenza, trasparenza, leadership del settore privato’

di Alessandra Talarico |

In vista del prossimo WCIT-12 di Dubai, il recente workshop ETNO-ITU ha evidenziato la necessità di un approccio regolamentare ‘light’ che incoraggi investimenti e innovazione e valuti in maniera rigorosa l’impatto economico di ogni decisione.

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Il sostegno economico allo sviluppo futuro delle reti di comunicazione è stato al centro del workshop ETNO-ITU e sarà oggetto della World Conference on International Telecommunications (WCIT-12), che si svolgerà a Dubai il prossimo 13 e 14 Dicembre.

I partecipanti al workshop hanno messo in evidenza l’importanza della leadership del settore privato, della privatizzazione e delle liberalizzazioni, della concorrenza, della trasparenza e dell’indipendenza. Tutti temi di cui si dovrà tenere conto nell’ambito della revisione delle regole internazionali sulle telecomunicazioni (ITR) e che saranno quindi discussi al WCIT-12 di Dubai.

 

L’importante – hanno convenuto – è che la revisione del Trattato garantisca un approccio “win-win” per tutti gli attori interessati, stimolando i vantaggi di Internet per tutti, incoraggiando diffusione della banda larga e degli investimenti.

I colloqui dovrebbero concentrarsi sulle tematiche strettamente inerenti le telecomunicazioni senza coinvolgere l’agenda geopolitica “in particolare le questioni di governance di internet”.

La regolamentazione dovrebbe essere ‘leggera’, proprio per incoraggiare gli investimenti e l’innovazione e bisognerebbe analizzare in maniera rigorosa l’impatto economico di ogni decisione.

 

L’attuale modello economico di internet “sta diventando insostenibile” a causa della crescita esponenziale del traffico dati. Lo ha sottolineato il presidente del board Etno, Luigi Gambardella, ribadendo quanto sostenuto anche da altri partecipanti al workshop circa la necessità di affrontare l’attuale ‘disconnessione’ tra fonti di reddito e fonti di costi.

 

Philip Verveer, coordinatore del Dipartimento di Stato americano per le comunicazioni internazionali, ha invece espresso preoccupazione per la possibilità che dalla conferenza possa emergere una qualche spinta a una “forma di controllo intergovernativo” su internet.

Una possibilità che gli Usa vedono come il fumo negli occhi: “una tale imposizione è molto improbabile – ha detto – ma avrebbe ripercussioni molto importanti per chiunque sia interessato a internet”.

 

Riguardo l’approccio regolamentare, i partecipanti al workshop si sono detti d’accordo sulla necessità di un framework che stimoli l’ingresso di nuovi attori, l’innovazione e gli investimenti.

 

Sally Wentworth di Internet Society ha invece ribadito la necessità di considerare la revisione del Trattato come “un’opportunità per esprimere principi di alto livello per stimolare l’ulteriore crescita delle reti”.

I membri dell’ITU sono di fronte a una scelta ha detto ancora la Wentworth, riferendosi alla possibilità di applicare retaggi regolamentari del passato alle nuove tecnologie come internet o di incorporare quello che funzionava del Trattato.

L’obiettivo del Trattato, ossia un’azione di stimolo all’interconnessione e all’interoperabilità, “è un principio incredibilmente importante“, ha affermato, sottolineando che le proposte dovrebbero essere commisurate all’obiettivo e che i tempi sono maturi per la discussione su ruolo della concorrenza, privatizzazione e liberalizzazione.

“Potrebbero anche essere considerati temi quali trasparenza della regolamentazione, indipendenza e necessità di flessibilità per stimolare l’innovazione”, ha concluso.

 

Bisogna evitare, secondo l’ambasciatore americano presso la Ue, William Kennard, di pensare a norme che contengano “echi del passato”.

Le regole “stanno sempre un passo indietro rispetto alla tecnologia” ha detto Kennard, definendo “preoccupanti” quegli sforzi volti a cambiare le regole per catturare nuovi flussi di reddito “ricreando per certi versi sistemi di contabilità appartenenti al passato”.

“Lo smantellamento del sistema – ha detto – è ampiamente riconosciuto come uno dei principali successi globali in materia di telecomunicazioni”, ha detto ancora l’ambasciatore, ricordando però che la “crescita della tecnologia, la creazione di ricchezza e il maggiore benessere dei consumatori si sono verificati principalmente in ragione delle restrizioni regolamentari”

 

Riecheggiando il motto di Apple, Naser Al Rashedi, direttore ITU presso gli Emirati Arabi Uniti, ha sottolineato che “pensare differente” è un messaggio importante quando si tratta di revisione del regolamento.

Al Rashedi si è detto favorevole ad aggiornare regolarmente i regolamenti per tenere conto dei nuovi contesti tecnologici.

“Il Cyberspazio deve essere tenuto pulito”, ha affermato.

 

L’ITU – ha ricordato David Gross – sta già lavorando “bene e legittimamente” su molte delle aree del trattato sottoposte a revisione. Bisogna evitare, secondo Gross, “che il  mondo di domani rassomigli a quello di oggi” e lavorare a una revisione che assicuri “flessibilità, creatività e un mondo migliore”.

Gross ha affermato che “stanno iniziando ad emergere alcuni percorsi interessanti”, ribadendo l’importanza della liberalizzazione e della leadership del settore privato

Forse, per risolvere molti dei problemi, potrebbe essere esplicitato “il desiderio di soluzioni basate sul mercato, piuttosto che approcci normativi top-down”.

La governance tuttavia, ha “tuttora un ruolo fondamentale”, ha aggiunto Gross riferendosi al ruolo di catalizzatore che governi possono svolgere. Il ruolo del governo “non si traduce automaticamente nella necessità dell’unanimità globale e di trattati globali”, ha detto. “Al contrario”, ha aggiunto, i governi devono operare nel campo in cui operano al meglio.

“Il lavoro di governo può aiutare a riflettere sui bisogni, le preoccupazioni, le culture e la società a livello locale”, ha concluso.

 

In vista del prossimo WCIT-12, le nazioni partecipanti definiranno un insieme di impegni che proporranno l’un l’altro, non all’ITU. Gli Usa espliciteranno le loro proposte a maggio, nell’ambito di un meeting che coinvolgerà l’intero continente.