Diritto d’autore: per Neelie Kroes, ‘l’attuale sistema di licenze sta facendo perdere grandi opportunità all’Europa’

di Alessandra Talarico |

Qualunque cosa si produca - che si tratti di un esperimento scientifico o di un nuovo mash-up video – crearlo costa ed è quindi ilegittimo il diritto di premiare e riconoscere la creazione e l'innovazione’. L’intervento di Neelie Kroes al W3C di Lione.

Unione Europea


Neelie Kroes

Proteggere l’apertura di internet e sbarazzarsi delle ‘manette digitali’: sono queste le priorità elencate dal Commissario Ue per l’Agenda digitale Neelie Kroes, nel suo intervento alla Conferenza W3C di Lione, in cui si è soffermata, tra le altre cose, anche sul nodo dei contenuti web e sulla giusta necessità di garantire l’adeguata remunerazione per gli autori.

 

Mostrando un paio di manette che ha ricevuto dalla Free Software Foundation insieme a una lettera sugli standard aperti, la Kroes ha affermato che “…la cosa migliore di Internet è che è aperto e costruito sull’idea che ogni dispositivo può comunicare con ogni altro, utilizzando un linguaggio comune e aperto”.

E proprio questa apertura che spiega la “crescita infinita” del web, ha aggiunto, sottolineando di essere d’accordo con la Free Software Foundation sul fatto che in futuro si dovrà proseguire sulla medesima strada.

Apertura, per la Kroes, vuol dire offrire a tutti un luogo in cui esprimersi liberamente; dare ai creatori uno strumento per essere ricompensati e vedere riconosciuto il loro lavoro; la garanzia che ci sia libertà per tutti e che ci siano servizi trasparenti che diano ai consumatori quello che chiedono e per cui pagano.

L’apertura è l’antidoto contro l’oppressione o le tentazioni monopolistiche. L’unico modo per garantire competitività e libertà di scelta.

E al momento, non stiamo che iniziando a scoprire il significato di questa apertura e i suoi vantaggi: “con una piattaforma veramente aperta e universale ci apriamo all’innovazione e alle opportunità, alla libertà e alla responsabilità democratica”.

 

La Kroes ha portato l’esempio dell’apertura dei dati del settore pubblico, su cui l’esecutivo europeo si sta battendo con una strategia che permetterà a cittadini e aziende di accedere e riutilizzare questi dati per fini commerciali e non e che dovrebbe dare un contributo all’economia europea quantificabile in 40 miliardi di euro all’anno.

“E’ una risorsa che potrebbe garantire benefici ai consumatori, informare gli elettori, aiutare i decisori politici, stimolare l’innovazione e rilanciare l’economia”, ha detto la Kroes, aggiungendo che lo stesso vale per gli standard, che – quando sono aperti –  consentono ai fornitori di competere, agli utenti di scegliere il miglior rapporto qualità-prezzo e a tutti di lavorare senza confini.

Per questo, la Kroes ha annunciato l’intenzione di semplificare l’uso degli standard – inclusi gli standard aperti internazionali – da parte delle pubbliche amministrazioni negli appalti pubblici.

 

Nel suo discorso la Kroes si è anche soffermata sui vantaggi dell’apertura di internet per la libertà di espressione“internet da voce a chi non ha potere e mette i potenti davanti alle loro responsabilità” – ribadendo la volontà sua e dell’esecutivo europeo di continuare a lavorare affinché i regimi repressivi non usino la rete come strumento di sorveglianza e repressione.

“Dobbiamo aiutare gli attivisti ad aggirare le arbitrarie interruzioni delle loro libertà fondamentali“, ha aggiunto.

 

A livello regolamentare, tuttavia, il discorso si fa più complesso: a volte, infatti, il problema sta proprio nelle regole antiquate, risalenti al ‘pre-digitale’ e che quindi devono essere alleggerite o rese più flessibili. Altre volte, invece, l’apertura passa proprio da un rafforzamento della regolamentazione.

E a volte, ha aggiunto, “non si tratta affatto di cambiare le regole, ma di cambiare mentalità”. Le persone devono rendersi conto che “non c’è bisogno di guardare ai vincoli e alle abitudini del passato, ma di guardare alle opportunità future”, anche se questo cambiamento può richiedere tempo.

 

“L’apertura è anche complessa perché a volte non è chiaro cosa significhi”, aggiunge la Kroes, che per spiegare meglio il concetto usa un semplice esempio: “…come si fa a garantire la libera espressione? Per alcuni, significa essere in grado di comunicare liberamente in un luogo con il minimo di regole e vincoli. Ma quei tipi di forum possono avere i loro svantaggi: spam, abusi, mancanza di concentrazione”.

“E così qualcun altro può sentirsi più libero di comunicare in un forum moderato”. La vera apertura, la vera libertà, quindi, sta nell’avere la libertà di scegliere tra questi diversi modi di comunicare.

 

E allo stesso modo bisogna essere ‘aperti’ a diversi modelli di business online: il web offre non solo nuove forme di contenuti, ma nuovi modi per distribuirli e renderli accessibili e nuovi modi per essere ricompensati. “Se vogliamo trarre vantaggio da Internet dobbiamo essere aperti a nuove idee” anche in questo contesto dunque.

Questo non significa necessariamente offrire qualcosa gratis, perchè qualunque cosa si produca – che si tratti di un esperimento scientifico o di un nuovo mash-up video – crearlo costa ed è quindi “legittimo il diritto di premiare e riconoscere la creazione e l’innovazione”, a meno che non sia l’autore a voler cedere le sue creazioni gratuitamente.

 

Che si tratti di ricerche scientifiche o di un film, ha affermato la Kroes, “le attuali regole sul copyright non sono adatte alla realtà” e “il complicato sistema di licenze sta facendo perdere all’Europa grandi opportunità, scoraggiando l’innovazione e non riuscendo neanche nell’intento di servire le persone per cui è stato create”.

 

L’apertura inoltre, non deve avvenire a spese della privacy, della sicurezza o, ancora, della net neutrality. In quest’ultimo caso, soprattutto, l’argomento è molto delicato perchè molte persone considerano il controllo dell’accesso alle informazioni una forma di censura o lo ‘strozzamento’ della banda come la volontà di mantenere un monopolio.

Anche la Kroes si dice preoccupata da queste tendenze ma la chiave di tutto – dice – sta nella trasparenza, nel “dare ai consumatori la libera scelta e la piena fiducia di poter accedere a quello che vogliono in maniera semplice”.

 

Apertura, insomma, “non vuol dire anarchia: leggi e norme sociali, diritti e responsabilità esistono nel cyberspazio come nel mondo reale e allo stesso modo aiutano a promuovere un ambiente aperto e sicuro dove le idee possono prosperare”.