Diritto d’autore e libertà della rete: troppi rischi. Gruppo del Pd lavora a testo di legge che superi Regolamento Agcom

di Raffaella Natale |

L’iniziativa è dei senatori Pd Vincenzo Vita, Luigi Vimercati e Marco Perduca.

Italia


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Continua il dibattito sul Regolamento Agcom in materia di diritto d’autore online. Ieri s’è tenuto un incontro di lavoro, convocato dai senatori Vincenzo Vita, Luigi Vimercati e Marco Perduca, per discutere sulle azioni da intraprendere.

Presenti anche Angela Conte, Lorenzo Principali, Elio Matarazzo, Giovanbattista Frontera

Mauro Vergari, Flavia Marzano, Giuseppe Iacono e Guido Scorza.

Nella nota si legge che, per rimettere nelle mani del Parlamento la discussione sul diritto d’autore online, il gruppo si coordinerà per la stesura di un testo di legge che si avvicini al superamento dell’ipotesi classica di copyright.

Dopo la stesura di una bozza, che avverrà attraverso incontri del gruppo ristretto, il testo verrà inserito su un wiki per poter poi essere emendato online. Il sito che ospiterà il wiki sarà dirittodautoreinparlamento.com.

 

Agora Digitale, da sempre molto attenta a queste tematiche, ha scritto una lettera ai vertici dell’Unione Europea per sottolineare i rischi che corrono i cittadini italiani se la disposizione dell’Autorità garante per le comunicazioni venisse approvata.

Il pericolo più grande indicato dalla lettera di Agorà digitale riguarda il potere dell’Autorità di inibire l’accesso ai siti, agendo direttamente sugli Isp, che sarebbero così investiti di un nuovo ruolo, senza che sia coinvolta l’autorità giudiziaria.

“C’è molta confusione a riguardo, tra le diverse bozze che sono circolate e le dichiarazioni del presidente dell’Autorità Corrado Calabrò. La delibera, comunque, potrebbe essere approvata già nei primi giorni di maggio. In queste settimane potrebbe arrivare anche un intervento del parlamento in materia, come indicato anche da Calabrò durante la sua audizione. Ma alcuni membri del consiglio premono perché la direttiva venga approva prima possibile. Per questa soluzione premono anche case di produzione cinematografiche e discografiche, con in testa la FIMI, da tempo schierata a favore di azioni dure contro la pirateria”.

 

Di rischi per la libertà della rete ha parlato anche Sergey Brin in un’intervista dei giorni scorsi al Guardian, nella quale il cofondatore di Google fa espressamente riferimento al nostro Paese: “Stiamo assistendo a un massiccio attacco alla libertà del web. I governi sono diventati consapevoli del potere di questo medium nel mobilitare la gente e stanno provando a reprimerlo nel mondo, non solo in posti come Cina e Corea del Nord. Abbiamo visto proposte di legge (che vanno in questa direzione) negli Stati Uniti, in Italia e in tutto il mondo”.

Brin lancia l’allarme: i principi di libertà e di accesso universale alla rete non sono mai stati tanto a rischio come adesso. “Fa paura!”, ha detto, puntando il dito su “forze molto potenti che si sono allineate per limitare la libertà di internet, su tutti i fronti e da tutto il mondo”.

Queste forze hanno un nome e cognome, secondo Brin, a cominciare da alcuni governi, per passare a tutte quelle aziende che alzano muri per difendere i loro profitti nella lotta alla pirateria informatica, fino agli stessi social network e alcune aziende informatiche.

 

Monta quindi la polemica sul futuro Regolamento del diritto d’autore, alimentata anche dalla possibilità che le nuove disposizioni sulle intercettazioni contengano nuovamente la famosa norma ‘ammazza blog‘ la quale prevede che ogni gestore di sito informatico abbia l’obbligo di rettificare ogni contenuto sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi. Non c’è possibilità di replica: chi non rettifica entro 48 ore paga fino a 12mila euro di multa.

 

Argomento caldo anche in Gran Bretagna dove si sta varando una nuova legge sulle comunicazioni elettroniche che prevedrebbe rigide forme di controllo su internet.

Dalla pagine del Guardian, il consulente del Governo britannico sull’accessibilità dei dati, Tim Berners-Lee, ha sottolineato come, grazie ai nuovi sistemi, le istituzioni potrebbero controllare tutti i movimenti online delle persone e conoscerne anche i minimi dettagli.

 

Dall’altra parte dell’oceano, gli Stati Uniti, dopo aver affossato SOPA e PIPA, si preparano ad adottare una nuova legge, che stavolta avrebbe l’appoggio delle principali aziende hi-tech, da Microsoft a Facebook e IBM. Si tratta del CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act) che, se fosse approvato, modificherebbe il National Security Act del 1947 per permettere alle agenzie governative di ottenere i dati degli utenti dai fornitori dei servizi internet o dai gestori dei siti web, se queste informazioni fossero considerate una minaccia alla cyber-sicurezza (Leggi Articolo Key4biz).

 

E mentre l’Italia attende ancora di conoscere la norma primaria a cui stanno lavorando gli uffici del Sottosegretario Antonio Catricalà sui poteri dell’Agcom, l’Autorità si prepara ad adottare il provvedimento entro le prossime settimane e comunque prima della scadenza del mandato, fissato a fine maggio.