Web economy e lavoro digitale: anche le PMI ricorrono sempre più a freelance e umanisti

di di Lorenzo Monfregola (Jr Manager - Twago Italia) |

‘Nulla brilla più dell'economia digitale con le sue potenzialità. Se saremo all'altezza della sfida, Internet potrà diventare il nuovo pilastro dell'economia’ (Neelie Kroes – Commissario Europeo per l’Agenda Digitale, 11 aprile 2012).

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Lorenzo Monfregola

Fra cento anni gli storici digitali scriveranno del periodo a cavallo del nuovo millennio come oggi si parla della scoperta dei caratteri a stampa o del motore a vapore. Guardando le cose da una prospettiva di Grande Storia, abbiamo il privilegio di vivere una cesura rivoluzionaria.

 

Se si parla di un’evoluzione digitale dell’economia, bisogna anche parlare di lavoro digitale. Bisogna, ad esempio, notare che accanto al lavoro dipendente emerge il lavoro freelance. La web economy richiede specializzazioni tali che non tutte le aziende, soprattuto le piccole e medie, possono raggruppare nel loro organico. Ma grazie alla Rete queste possono oggi rivolgersi a freelance (o specifiche agenzie) il cui punto di forza é quello di perfezionare le proprie capacità di progetto in progetto. Un processo di esternalizzazione che un tempo poteva permettersi solo una big company é oggi alla portata delle PMI, grazie ad un nuovo modo di produrre e lavorare. Sarebbe, quindi, un investimento concreto facilitare e sostenere chi vuole lavorare sul web come freelance.

 

E non si tratta solo di lavoro e produzione prettamente tecnici o informatici. Se si guarda ai dati sulla richiesta di lavoro digitale freelance in Europa nell’ultimo anno, in testa rimangono ancora le specializzazioni nei principali linguaggi di programmazione, nel web design e nello sviluppo di applicazioni per mobile. Ma si presentano in classifica, e questa è la vera novità, anche diversi servizi legati alla creazione, alla gestione e alla comunicazione dei contenuti web. Questo significa che Internet è capace di assorbire e valorizzare un intero mondo di conoscenze che un tempo si sarebbero definite esclusivamente creative e umanistiche. Le potenzialità di una simile evoluzione sono considerevoli e dovrebbero indurre a profonde considerazioni su alcuni ritardi degli attuali percorsi formativi.

 

Sarebbe intelligente rendere capaci di agire sul web i tanti che hanno studiato o studieranno per lavorare con Internet, ma che ancora, paradossalmente, non lo sanno o non riescono ad immaginarsi come.

Si tratta di creare al più presto quel ponte tanto reale quanto virtuale che può farci evolvere verso un web fortemente capace di mostrare come i saperi diano il meglio in una grande rete e non in scaffali separati. Internet sarà così un pilastro dell’economia perché sarà un pilastro della società umana. E viceversa.