Cloud computing: i 5 consigli Gartner alle aziende per evitare errori e massimizzare le opportunità della tecnologia

di Alessandra Talarico |

Domani intanto verrà presentato a Milano un accordo tra Microsoft e Telecom Italia per favorire lo sviluppo digitale e la diffusione dell'Information Technology tra le Piccole e Medie Imprese.

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Una nuova lista di trend legati al cloud computing, stilata da Gartner, la dice lunga sull’attenzione che le aziende, in particolare, i dipartimenti IT dovranno prestare a questi servizi, per evitare costosi errori o la perdita di importanti opportunità di mercato nei prossimi anni.

Sebbene, il cloud computing abbia un significativo potenziale su ogni aspetto dell’IT, secondo Gartner restano incerti sia l’ampiezza e la profondità dell’impatto che il livello di adozione nel tempo. Bisogna perciò monitorare costantemente diversi fattori legati all’evoluzione di un mercato promettente ma per certi versi ricco di incognite.

“Il cloud computing – ha spiegato l’analista David Cearley – è una tendenza tecnologica importante che ha permeato il mercato negli ultimi due anni. Getta le basi per un nuovo approccio IT che permette agli individui e alle imprese di scegliere come acquisire o fornire servizi IT, riducendo l’attenzione tradizionalmente riservata ai modelli di licenza software e hardware”.

 

“Le tecnologie correlate continueranno ad evolversi e a cambiare rapidamente, e c’è molta confusione per la tendenza dei fornitori a ‘esaltare’ il cloud come un termine di marketing”, ha affermato David Mitchell Smith, vice president e Gartner Fellow.

Questo livello di impatto, confusione, incertezza e cambiamento fanno del cloud computing una delle 10 tendenze tecnologiche strategiche da tenere d’occhio con attenzione secondo Gartner, che ha identificato 5 ‘sottotendenze’  di cui le aziende dovranno tenere conto nei loro processi di pianificazione.

 

Innanzitutto, Gartner consiglia di adottare strutture decisionali formali per ottimizzare gli investimenti nel cloud: la ‘nuvola’, spiega, offre una serie di vantaggi, tra cui la riduzione dei costi operativi e dei costi in generale, una maggiore agilità e una minore complessità. Il cloud può anche essere usato per spostare l’attenzione delle risorse IT verso attività a più alto valore aggiunto per il business o per sostenere l’innovazione e, potenzialmente, per ridurre i rischi. Tuttavia, questi benefici potenziali devono essere esaminati attentamente e mappati per evitare errori in comparti altrettanto importanti come la sicurezza, la trasparenza, le prestazioni, la possibilità di vendor lock-in, i vincoli di licenza e le esigenze di integrazione.

“Tali questioni creano un ambiente complesso in cui valutare le offerte cloud”, spiega Gartner.

 

Il secondo imperativo è il cloud ibrido: per Hybrid computing si intende il coordinamento e la combinazione tra servizi esterni di cloud computing (pubblici o privati) e le infrastrutture interne o i servizi applicativi.

“Nel corso del tempo, il cloud computing ibrido potrebbe portare ad un modello unificato nel quale esista un unico “cloud” costituito da piattaforme multiple (interne o esterne) che possono essere utilizzate, se necessario, sulla base delle mutevoli esigenze del business”.

Gartner raccomanda quindi alle imprese di concentrarsi nel breve termine sugli sforzi in materia di integrazione delle applicazioni e dei dati, collegando le applicazioni interne ed esterne con una soluzione ibrida e stabilendo linee guida e standard relativi alla combinazione di questi elementi.

 

Come terza tendenza, Gartner consiglia di fare ricorso a società di intermediazione di servizi cloud (cloud services brokerage – CSB), ossia un fornitore di servizi che svolge un ruolo di intermediario nel cloud computing. L’interesse per il concetto di CSB è aumentato nell’ultimo anno, e Gartner prevede che questa tendenza acceleri ulteriormente nei prossimi tre anni.

Una sfida per i dipartimenti IT che dovrebbero valutare il loro riposizionamento come CSBs.

 

Diventa quindi una necessità quello che Gartner definisce il ‘Design cloud-centrico’: “Molte organizzazioni cercano innanzitutto di spostare l’esistente carico di lavoro verso un sistema di cloud e/o un’infrastruttura applicativa. Questo approccio può fornire benefici quando il carico di lavoro richieda risorse variabili e qualora la domanda si presti naturalmente alla scalabilità orizzontale. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale di un modello cloud, le applicazioni devono essere progettate con le caratteristiche, le limitazioni e le opportunità di un modello cloud in mente”. Gartner consiglia quindi alle imprese di guardare oltre la migrazione dei carichi di lavoro aziendali per concentrarsi sulla creazione di applicazioni ottimizzate per il cloud che sfruttino appieno le potenzialità della tecnologia.

 

Gartner sottolinea infine la necessità per le aziende di pensare e costruire i propri data center applicando i concetti del cloud computing per aumentare agilità ed efficienza: “nel cloud computing pubblico, un’azienda opera come consumatore di servizi, con i fornitori di servizi cloud che gestiscono i dettagli dell’implementazione, inclusi i data center e i relativi modelli operativi. Tuttavia – conclude Gartner – nella misura in cui le aziende continueranno a realizzare i propri centri dati, saranno influenzate dai modelli di implementazione usati dai service provider” e diventa quindi essenziale costruire i data center tenendo a mente i modelli cloud.

 

Il cloud, insomma, sarà una delle evoluzioni tecnologiche di maggior impatto sulle aziende. In questo ambito, domani verrà presentato a Milano un accordo tra Microsoft e Telecom Italia per favorire lo sviluppo digitale e la diffusione dell’Information Technology tra le Piccole e Medie Imprese.

Per presentare l’accordo Interverranno Pietro Scott Jovane, Presidente e A.D. Microsoft Italia, Marco Patuano, A.D. Telecom Italia, Pietro Labriola, Responsabile Direzione Business Telecom Italia e Fabio Fregi, Direttore Divisione Enterprise e Partner Microsoft Italia.