Google si prepara a invadere il mercato Tv e tablet, mentre ormai imminente decisione Ue per sospetta posizione dominante

di Raffaella Natale |

In autunno arriverà in Francia la Google Tv mentre la compagnia è impegnata anche nel lancio di un proprio tablet entro l’estate. Interessanti operazioni, ma sul futuro del gruppo pesa la prossima decisione dell’Antitrust Ue.

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Alcuni la chiamano’Google Tv’, altri ‘Google Box‘, ciò che, invece, appare certo è che da settembre Sony commercializzerà in Francia due dispositivi dotati di sistema operativo Android (Leggi Articolo Key4biz).

Il primo si presenta come un semplice decoder e sarà venduto a 200 euro il secondo integrerà in più un lettore Blu-ray al prezzo di 300 euro.

E’ la prima volta che la soluzione di Google, lanciata a ottobre 2010 negli USA e rivisitata lo scorso anno, sarà disponibile anche in Francia.

Dovrebbe essere lanciata pure in diversi Paesi dell’Europa occidentale, come Regno Unito , Germania o Spagna.

I due decoder daranno accesso, attraverso il bottone menu dell’apposito telecomando, a ‘Google Play Store‘, la nuova piattaforma di Google che raggruppa tutte le offerte di contenuti del gigante di internet. In primo luogo una serie di applicazioni concepite appunto per la televisione.

 

“Fin dall’inizio avremo tra le 120 e 200 applicazioni, disponibili a livello mondiale“, ha indicato Stéphane Labrousse, direttore marketing di Sony France.

L’offerta consentirà anche di accedere ai servizi di musica di Google, ma anche e soprattutto al nuovo servizio di video on-demand lanciato la scorsa settimana in Francia.

YouTube sarà ugualmente accessibile. Il tutto verrà gestito dal telecomando attraverso una soluzione di riconoscimento vocale.

Ma a differenza della versione americana quella francese non avrà la funzione che propone programmi in funzione della cronologia di navigazione dell’utente.

 

Perché proporre un box piuttosto che un televisore che integra direttamente Android ?

Stéphane Labrousse ha osservato che, dopo anni di forte crescita, il mercato dei produttori di televisori è stagnante. Appare dunque indelicato, vista anche la profonda crisi economica, chiedere al consumatore di comprare un nuovo televisore per fruire dei nuovi servizi. Un decoder richiede invece una minima spesa che si aggira intorno ai 200-300 euro.

Un rischio misurato, tanto più che la soluzione consentirà di allargare l’offerta di contenuti di Sony. I propri servizi Video Unlimited, Music Unlimited, o anche la catch-up Tv di M6 saranno anche disponibili sul Google Box. Non è inoltre necessario che il televisore sia dotato di presa HDMI per poter collegare il decoder e avere i servizi.

 

Questo lancio sembra più un test che una vera e propria offensiva, visto che potrebbe urtare con interessi divergenti.

Nell’autunno 2010, in occasione del suo primo tentativo, la Google Tv aveva dovuto fronteggiare il blocco dei broadcaster americani, intimoriti di perdere il controllo sul mercato dei contenuti e anche per la loro scarsa capacità a proporre applicazioni interessanti.

Con questa seconda versione, Google spera di convincere i network televisivi con i quali ha già cominciato a trattare. Uno dei broadcaster ha commentato: “Per il momento vogliamo comprendere come funziona, in particolare, l’interfaccia di navigazione rispetto ai canali di YouTube”.

Le emittenti televisive restano quindi prudenti, ma del resto alla fine anche loro potrebbero avere la vocazione di proporre le loro offerte sulla Google Box, specie le loro applicazioni in quello che sarà il prossimo store della Tv connessa.

 

Si apprende intanto che la Ue farà sapere entro aprile come intenderà procedere nel caso che coinvolge Google, per sospetto abuso di posizione dominante sul mercato delle ricerche online.

Il Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha commentato: “Abbiamo aperto un’inchiesta formale a novembre 2010 sul modo in cui Google usa la propria leadership. Stiamo procedendo nelle nostre indagini grazie anche alla buona collaborazione con gli autori delle denunce, ma anche con Google”.

Almunia ha aggiunto “Siamo ormai vicini a prendere una decisione su tipo e ampiezza dei problemi che potrebbe creare l’attività di Google dal punto di vista della concorrenza“.

La decisione è ormai attese per le prossime settimane e comunque entro il mese di aprile.

 

La Commissione Ue ha aperto un’inchiesta formale a seguito della denuncia depositata da alcuni fornitori concorrenti di servizi di ricerca online. Questi provider accusano Google di favorire i propri servizi, nei propri risultati di ricerca, e penalizzare quelli degli altri.

Il gigante americano è al centro di diverse inchieste della Ue. Nel 2011 Microsoft ha depositato una denuncia, nell’ambito di una procedura già aperta per abuso di posizione dominante. A febbraio, la società di Redmond ha fatto sapere d’essersi rivolto alla Commissione europea per una causa che coinvolge Google e Motorola Mobility, con l’accusa di “ostacolare le vendite’ dei propri prodotti.

Quest’anno, tra gli altri,  anche il sito francese Twenga, che offre un servizio di comparazione dei prezzi, ha sporto denuncia presso la Ue contro il primo motore di ricerca del mondo.

 

Intanto la potente web company si prepara a lanciare un proprio tablet (che verrà prodotto da terzi) che, secondo il Wall Street Journal, dovrebbe arrivare sul mercato prima dell’estate. Il dispositivo dovrebbe essere venduto esclusivamente su internet, in modo da poter avviare una strategia aggressiva sul versante del prezzo, che dovrebbe essere inferiore ai 200 dollari.

Google potrebbe così entrare in diretta concorrenza con l’iPad di Apple e con il Kindle Fire di Amazon, venduto a 199 dollari.

Questa operazione è volta a promuovere il sistema operativo di Google, Android, che ha ancora difficoltà a competere con Apple nelle vendite di tablet.

Google procede anche con la propria strategia per il mercato degli smartphone, dove ha lanciato la propria gamma di telefonini, ‘Nexus’.