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Musica: volano le vendite del digitale grazie ai servizi legali e alle azioni di contrasto alla pirateria. Rapporto IFPI

Mondo


Le vendite mondiali di musica hanno perso il 3% in valore commerciale nel 2011. E’ quanto emerge dall’ultimo Report di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), mentre si evidenzia una crescita su 7 dei 20 mercati principali.

Rispetto al 2001, le vendite di musica hanno perso il 40% e continuano a mostra trend negativi anche in importanti Paesi come Austria, Belgio, Giappone, Paesi Bassi e Svizzera, evidenziando le grosse difficoltà dell’industria.

 

Vanno bene, invece, le vendite del comparto digitale che mostra incrementi complessivi dell’8% salendo a 5,2 miliardi di dollari.

Il digitale valeva a fine 2011 il 31% del mercato globale, anche se in Paesi come Stati Uniti e Corea del Sud ha superato il 50%, mentre i supporti fisici, in calo dell’8,7% (10,1 miliardi di dollari), rappresentano ancora il 61% grazie anche alla moltiplicazione dei prodotti di fascia alta.

 

Per la prima volta, i dati IFPI calcolano per il 2011 anche le somme che le case discografiche hanno incassato dai diritti di sincronizzazione per film, programmi televisivi, pubblicità e Internet, pari al 2 % del fatturato complessivo (+ 5,7%, 342 milioni di dollari); negli stessi dodici mesi i ricavi generati dai diritti di pubblica esecuzione della musica registrata in tv, radio, Internet e locali pubblici sono cresciuti del 4,9% e rappresentano oggi il 6% del fatturato delle case discografiche. In questo ambito, con il +45,9%, gli Stati Uniti sono diventati il principale mercato su scala globale, superando il Regno Unito. 

 

“21” di Adele è l’album più venduto degli ultimi dieci anni con 18,1 milioni di copie nel mondo.

 

Cresce anche del 62% a 13,4 milioni il numero di abbonati ai servizi musicali. Allo stesso tempo, le canzoni scaricate on-demand aumentano del 19% a 3,7 milioni di euro.

Le tracce digitali sono aumentate del 17% in volume e le vendite degli album del 26%.

Servizi come iTunes, Spotify e Deezer si stanno espandendo sui mercati mondiali mentre si affacciano anche nuove offerte: le principali piattaforme sono presenti in 68 Paesi contro i 28 del 2010.

 

Le economie del BRIC stanno mostrando tutto il loro potenziale: +8,6% per il Brasile; +6,2% per l’India. In Cina l’industria ha siglato una partnership innovativa con la web company Baidu mentre la Russia potrebbe diventare un mercato della top-ten se non fosse frenato dalla forte cultura pro-pirateria, personificata dal social network vKontakte.

 

La pirateria, sottolinea l’IFPI nel proprio Report, resta ancora il più grande ostacolo alla crescita mondiale della musica. Sostenere le azioni di governo e la cooperazione con gli intermediari sono le priorità dell’industria.

I dati raccolti, conclude l’IFPI, evidenziano che i sistemi di risposta graduale e di blocco dei siti che praticano la pirateria stanno dando risultati positivi, specie in Francia, Italia, Corea del Sud e Nuova Zelanda.

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