Accesso disaggregato: per Franco Bernabè è ‘evidente forma di espropriazione’

di Alessandra Talarico |

Il presidente di Telecom Italia ha aggiunto che Telecom Italia investirà 9 miliardi di euro in Italia nel triennio 2012-2014, con cui darà un ‘contributo importante agli obiettivi infrastrutturali dell'agenda digitale’.

Italia


Franco Bernabè

La norma sull’accesso disaggregato alla rete rappresenta “Un intervento dirigistico con evidenti profili di illegittimità costituzionale, poiché incide direttamente e senza alcuna motivazione di pubblico interesse sul diritto di disporre e godere dei propri beni da parte di un soggetto privato titolare della rete”. Lo ha ribadito il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè che, intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Telecom Italia, ha criticato duramente l’emendamento al decreto semplificazioni, parlando senza mezzi termini un intervento che rappresenterebbe “un vero strappo a uno Stato di diritto, una evidente forma di espropriazione” e ha contestato la “proliferazione di iniziative legislative mirate a imporre a Telecom Italia nuove forme di separazione, in palese contrasto con il quadro normativo di riferimento”.

 

Sottolineando che l’emendamento oggetto delle discussioni è  “in palese contrasto con il quadro normativo di riferimento, che è a favore dell’indipendenza dell’Autorità di regolamentazione” Bernabè ha quindi osservato che, oltre ad essere illegittima, la norma, “risulterebbe del tutto impraticabile per evidenti motivazioni tecniche e, anche ove fosse realizzabile in linea teorica, non garantirebbe certamente benefici per i consumatori”.

Al contrario, anzi, renderebbe pressoché impossibile la salvaguardia “del diritto costituzionalmente garantito di segretezza delle comunicazioni” e la garanzia “dei livelli di qualità della rete previsti in capo al fornitore del servizio universale”.

Infine, ha aggiunto, sarebbe “tecnicamente impossibile affidare a società terze la manutenzione di singoli doppini all’interno di un cavo ad elevata capacità, che contiene migliaia di doppini in rame”.

 

Si tratterebbe insomma anche per Bernabè, di una misura che non “trova precedenti in alcun Paese Ue”.

 

Bernabè ha usato parole di apprezzamento nei confronti dell’operato del Governo, “impegnato su riforme di estrema importanza” quale quella del mercato del lavoro e ha quindi sottolineato che “i politici devono astenersi dal discutere di problemi tecnici che conoscono poco: come ha detto anche il presidente Monti, le imprese meritano rispetto”.

 

Nell’ambito del suo intervento, Bernabè si è soffermato anche sugli investimenti che Telecom Italia affronterà nel triennio 2012-2014 sulla rete fissa in Italia: la società, ha affermato, investirà 9 miliardi di euro – dai 7 miliardi del triennio precedente – e in tempi più rapidi del previsto, dando così un importante contributo “agli obiettivi infrastrutturali dell’agenda digitale”.

 

“Siamo alla vigilia di investimenti importanti, non è più il momento di discutere sugli obblighi regolamentari, l’autorità ha creato le condizioni, spetta a noi realizzarle e dare al Paese le infrastrutture tecnologiche”, ha affermato, in riferimento alla realizzazione della rete NGN.

 

Nello scorso triennio, ha quindi ricordato, “nonostante i trend di mercato e la congiuntura negativa”, Telecom Italia “ha investito nella rete fissa circa 7 miliardi di euro, ponendosi al top rispetto agli altri principali operatori europei con un’incidenza degli investimenti sui ricavi nel 2011 pari al 14,3%”.