Net economy: internet quinta potenza economica del mondo. Vale 4,2 trilioni di dollari nel G20

di Raffaella Natale |

Il Regno Unito, ancora prima della Corea del Sud, è il Paese dove la net economy incide più fortemente sul PIL.

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La net economy varrà 4,2 milioni di miliardi nel 2016, contro i 2,3 milioni di miliardi del 2010. E tra quattro anni ci saranno 3 miliardi di utenti internet nel mondo – erano 1,9 miliardi del 2010 -, un po’ meno della metà della popolazione mondiale.

Ad affermarlo è lo studio “The 4,2 trillion opportunity: The Internet Economy in the G-20” di Boston Consulting Group che valuta l’impatto dell’economia del web sui Paesi del G20.

Internet fa ormai parte delle nostre vite ed è ‘semplicemente indispensabile’.

 

Dai dati raccolti emerge che il Regno Unito, ancora prima della Corea del Sud, è il Paese dove la net economy incide più fortemente sul PIL.

Se il web fosse uno Stato, sottolineano gli analisti, nel 2016 sarebbe la quinta potenza economica del mondo, dietro solo a Stati Uniti, Cina, Giappone e India ma davanti alla Germania.

Dal 1985 quando fu registrato il primo dominio, internet, infatti, non ha mai smesso di crescere, dicono gli analisti, e ha navigato anche mari burrascosi, agitati da crisi finanziarie ed economie sull’orlo del collasso.

 

Ma se nei mercati sviluppati del G20 l’economia Internet crescerà di circa l’8-10% , in quelli in via di sviluppo raggiungerà un tasso di crescita di quasi il doppio, circa il 18%. Argentina e India accelereranno, con uno sviluppo rispettivamente del 24% e 23% l’anno. Buone notizie anche per i principali mercati sviluppati – Italia e Regno Unito – dove la percentuale di crescita sarà del 12% e 11%, la Germania si ferma al 7,8% e il mercato americano del 6,5%.

 

Questo trend crescente, di circa il 10% l’anno, è guidato essenzialmente da due tendenze di fondo: l’accesso alla rete dai dispositivi mobili e l’esplosione dei social network.

Nel 2016 quattro connessioni su cinque proverranno dai device mobili e l’80% degli utenti dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo apparterranno a reti sociali.

Tra i Paesi del G20, il Regno Unito resta in testa per il forte contributo di internet all’economia del Paese: nel 2016 il web dovrebbe rappresentare il 12,4% de PIL, meglio quindi di quanto faccino la Corea del Sud (8%), i Paesi dell’UE27 (5,7%), gli Stati Uniti (5,4%), il Canada (3,6%) o la Francia (3,4%).

In Cina, che vanta una crescita esponenziale degli utenti internet, la rete dovrebbe rappresentare il 6,9% del PIL.

 

Il Report di Boston Consulting Group evidenzia che internet rappresenta una grossa risorsa per le aziende: “In diversi Paesi, tra cui Cina, Germania, Turchia e Francia, le PMI che mantengono, grazie al web, relazioni attive con i consumatori evidenziano un’impennata delle vendite rispetto a quelle poco presenti su internet, con una differenza di quasi 22 punti percentuali“.

“Incoraggiando le aziende a mettersi su internet – commenta Paul Zwillenberg, uno degli autori del Rapporto – i Paesi possono migliorare le loro prospettive in termini di crescita e concorrenza”.