Agcom nel mirino: dal regolamento sul diritto d’autore alle nuove nomine. Organo veramente indipendente e super partes?

di Raffaella Natale |

Oggi, secondo indiscrezioni, l’Autorità si dovrebbe riunire per discutere di copyright. Intanto si anima il dibattito sulle future nomine e c’è chi chiede una consultazione per un’Agcom multistakeholder.

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Corrado Calabrò

Oggi l’Agcom potrebbe tornare a discutere di diritto d’autore. Secondo indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, nel Consiglio di oggi l’Autorità discuterà l’informativa che riporta gli esiti dell’ultima consultazione pubblica in materia di copyright. Due i punti più importanti all’ordine del giorno, scrive il quotidiano, “da un lato il potere diretto dell’Agcom di oscurare i siti pirata. Potere che in realtà dovrebbe rimanere al magistrato. Dall’altro il tema della giurisdizionalità dei siti da oscurare: nel caso del diritto d’autore conterà il Paese di destinazione e non quello di origine”.

 

Negli ultimi giorni, intorno alle competenze dell’Agcom in materia di pirateria e proprietà intellettuale, s’è sollevato un vespaio di polemiche partite dalla lettera inviata all’Authority da Vincenzo Vita (Pd), Felice Belisario (IDV), Marco Perduca (Radicali) e Flavia Perina (FLI), con la quale i deputati hanno chiesto il rispetto dei ruoli perché, hanno scritto, “spetta al Parlamento emanare le norme primarie” (Leggi Articolo Key4biz).

Il governo di Mario Monti e anche il Parlamento, si legge nella missiva, hanno mostrato la volontà di giungere finalmente a una riforma strutturale. Da qui la “preoccupazione” dei 4 politici di “un possibile conflitto tra la centralità e la esclusiva competenza del Parlamento in materia legislativa e il lavoro dell’Agcom”.

Martedì poi Luigi Vimercati (Pd), segretario della commissione Lavori pubblici, e Vincenzo Vita hanno chiesto un’audizione del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò sull’annunciato regolamento in materia di diritto d’autore.

“Prima di eventuali decisioni dell’Agcom – hanno dichiarato Vimercati e Vita – riteniamo utile ascoltare dal Presidente Calabrò qual è il punto di approdo dell’istruttoria compiuta dall’Autorità su una materia così delicata e dibattuta. Reputiamo importante, anche in relazione alla complessità degli interessi in gioco e per salvaguardare i diritti di libertà degli utenti, che sia una legge organica ad aggiornare la vecchia legge del 1941 sul diritto d’autore. Quella su cui poggia la delibera è infatti una base normativa troppo ristretta rispetto alla necessità di intervenire su una materia così ampia e complessa. Occorre un provvedimento – concludono – che adegui la regolamentazione del diritto d’autore al mondo nuovo segnato dalla rivoluzione di internet, e che tenga conto del mutato contesto tecnologico, delle istanze che provengono dal mondo della rete e dello sviluppo del mercato audiovisivo digitale”.

 

E sempre contro l’Autorità nei giorni scorsi s’è scagliata Confindustria Cultura Italia che, per voce del presidente Marco Polillo, l’ha accusata di voler abbandonare la delibera: ‘Sotto la pressione delle lobby pro-pirateria, che sembrano aver fatto breccia anche tra alcuni Parlamentari, l’Agcom si arrenderebbe dopo quasi due anni di lavoro’.

 

Intorno all’Agcom oltre alla questione sul diritto d’autore c’è anche quella delle prossime nomine.

Entro maggio, infatti, dovranno essere nominati i nuovi Commissari di quello che in teoria dovrebbe essere organo super partes, dovrebbe, appunto.

 “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è un’autorità indipendente, istituita dalla legge 249 del 31 luglio 1997. Indipendenza e autonomia sono elementi costitutivi che ne caratterizzano l’attività e le deliberazioni”, si legge sul sito dell’Agcom.

Ma subito dopo si spiega che l’Authority “…risponde del proprio operato al Parlamento, che ne ha stabilito i poteri, definito lo statuto ed eletto i componenti”.

I suoi 4 Commissari (prima del governo Monti erano 8) sono eletti per metà dalla Camera dei deputati e per metà dal Senato, e il presidente è proposto direttamente dal Presidente del Consiglio (come stabilito dalla Legge Maccanico). Dopo tali scelte, le investiture definitive vengono date dal Presidente della Repubblica.

Per questo motivo, una parte autorevole della dottrina ha qualificato l’Agcom come un’autorità semi-indipendente. 

Intanto si sta aprendo nel Paese un dibattito sull’argomento tra addetti ai lavori, rappresentanti di interesse, analisti del settore.