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Digitale è bello, Donna è meglio. Neelie Kroes: ‘L’ICT tenga più in considerazione talenti, interessi e potere d’acquisto femminile’

Europa


“L’emancipazione femminile e l’affermarsi delle tecnologie digitali hanno cambiato il mondo in meglio. È giunto il momento di unire queste due rivoluzioni. Hai mai sentito parlare della legge di Moore? Non sarebbe ora di avere una legge “more women”, più donne?

La tecnologia non dovrebbe essere confinata al mondo maschile. I nostri guru ed eroi tecnologici non possono essere soltanto uomini.

Viviamo in un mondo digitale e il mondo digitale è aperto a tutti. Non lasciarti convincere del contrario da nessuno”.

 

È il testo della dichiarazione ‘Donne Digitali’ sottoscritta anche dal vicepresidente della Commissione europea, ma anche ‘donna’ responsabile della politica digitale dell’Ue, Neelie Kroes, che ha invitato tutte le donne a sottoscriverla, sottolineando che “…il 2012 è l’anno in cui Internet si pone al centro della nostra vita, non soltanto dal punto di vista economico e sociale, ma anche da quello politico. Ma per poter sfruttare appieno le proprie potenzialità, la rete e il mondo digitale devono tener maggiormente in considerazione i talenti, gli interessi e il potere d’acquisto delle donne”.

“Ho deciso, insieme ad altre donne, di scrivere e diffondere questa dichiarazione in occasione della Giornata internazionale delle donne 2012. Mi auguro che anche tu voglia sottoscriverla”, ha spiegato la Kroes che, intervenendo al lancio della ‘Get Online Week’ a Bruxelles, ha parlato innanzitutto dell’importanza che internet ha assunto nella vita di ciascuno di noi, per poi esprimere preoccupazione per il fatto che sono ancora troppo poche le ‘ragazze’ che fanno carriera nell’ICT.

 

Come fare, quindi, per coinvolgere le donne in quello che sembra un mondo tutto maschile?

“In primo luogo – ha detto la Kroes – dando dimostrazione di come l’ICT dà più potere alle donne, innescando un circolo virtuoso: più le donne vedono cosa l’ICT può fare per loro – nell’ambito della formazione, come aiuto per i diversi compiti domestici o lavorativi svolti quotidianamente, come strumento di auto-espressione – più vorranno essere coinvolte”.

Sono già molti i siti – da Pinterest a Mumsnet – con un pubblico prevalentemente femminile, ma bisogna andare oltre, partendo dalla scuola.

Il 90% delle giovani donne in età scolare si dice interessato all’ICT, ma questo interesse non viene convertito in un adeguato percorso universitario “ed è a questo punto che gli uomini effettuano il sorpasso”, secondo la Kroes.

 

E’ importante, quindi, dare alle ragazze i modelli giusti sfatando il luogo comune che l’ICT è oer i secchioni che amano starsene seduti da soli davanti al Pc: “se le ragazze si rendono conto che la carriera ICT è entusiasmante con la possibilità di viaggiare, di aiutare gli altri e lavorare in modo indipendente, allora vorranno accedervi”, sottolinea la Kroes.

 

Per questo il Commissario dice di aver voluto firmare la dichiarazione ‘Donne Digitali’: per unire “la rivoluzione dell’ICT e la rivoluzione della parità di genere”.

 

Con internet, ha detto la Kroes, ci si può informare, si può socializzare, relazionare con le amministrazioni pubbliche e cercare lavoro, ma ancora un adulto su 4 in Europa non può avvantaggiarsi delle opportunità offerte dalla rete. E sono sempre le stesse categorie a essere penalizzate: i poveri, gli anziani, i meno istruiti.

Se tutti, ma proprio tutti, anche le categorie più svantaggiate, isolate o escluse, potessero accedere alle tecnologie digitali, solo grazie ai servizi di eGovernment si potrebbero risparmiare a 30 miliardi di euro all’anno in tutta Europa.

“Nessun governo può ignorare questi dati in tempi di austerità”, ha avvertito.

 

Non si tratta, ha quindi concluso, di convincere la gente a navigare in internet, ma di considerare l’inclusione digitale nel suo significato più ampio: “trovando un lavoro per i nostri giovani, aiutando le generazioni a imparare l’una dall’altra, incoraggiando l’invecchiamento attivo e promuovendo l’impegno civico”.

 

Nei giorni scorsi, anche il Commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding aveva denunciato la scarsa presenza delle donne ai vertici delle principali società europee è di appena (un consigliere su sette). Sebbene il risultato sia lievemente migliore rispetto all’11,8% del 2010, di questo passo ci vorranno ancora 40 anni per raggiungere un equilibrio di genere accettabile (Leggi articolo Key4biz).

 

Per aderire all’iniziativa ‘Donne Digitali’, si può inviare un’e-mail all’indirizzo:  infso-it-girls@ec.europa.eu, oppure scrivere un tweet con il tag: #digitalheroines.

L’elenco dei firmatari.

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