Microsoft: dal cloud, 14 milioni di posti lavoro in 3 anni. In Italia incremento del 125% nell’occupazione

di Alessandra Talarico |

Secondo uno studio IDC, la maggior parte dei nuovi si concentreranno nei mercati emergenti come la Cina e l’India. I risparmi garantiti dalla ‘nuvola’, consentiranno alle aziende di investire in innovazione e nuova occupazione.

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Cloud servers

Da qui al 2015, il Cloud Computing potrebbe generare fino a 14 milioni di nuovi posti di lavoro, dei quali una gran parte in Cina e in India. Lo rivela lo studio IDC ‘Cloud Computing’s Role in Job Creation’, commissionato da Microsoft e secondo cui i ricavi legati all’informatica ‘dematerializzata’ potrebbero raggiungere entro i prossimi tre anni quota 832 miliardi di euro.

 

In Italia potrebbero essere generati 152 mila nuovi posti di lavoro (per un incremento del numero di posti di lavoro pari al 125%), contro i 200 mila della Francia, i 254 mila della Germania e i 226 mila della Gran Bretagna.

 

Queste cifre si basano sulle prospettive di crescita del fatturato e di risparmio sui costi innescate dal cloud nelle aziende e che potranno portare alla creazione di nuovi posti di lavoro.

 

Il cloud computing permette di collocare dati e applicazioni aziendali su server e data center remoti piuttosto che memorizzarli nei mainframe proprietari. Gli utenti possono quindi accedere ai dati e alle applicazioni attraverso Internet.

 

Oltre la metà dei 14 milioni di nuovi posti di lavoro potranno essere generati nelle piccole e medie imprese e in settori quali quello bancario, della comunicazione e del manifatturiero, che potrebbero generare ciascuno almeno 1 milione di nuovi posti di lavoro.

La maggior parte di questi impieghi, secondo IDC, si concentreranno comunque nei mercati emergenti: 4,6 milioni in Cina e 2,1 milioni in India. Vengono poi gli Usa, con 1 milione di nuovi posti di lavoro stimati, e l’Indonesia, con circa 916 mila nuovi occupati.

 

“Contrariamente all’idea secondo cui il cloud computing contribuirà a distruggere posti di lavoro,  lo studio conferma che la ‘nuvola’ sarà invece un fattore determinante nella creazione di nuova occupazione”, afferma John F. Gantz, direttore della ricerca e vicepresidente IDC.

“Questa crescita riguarderà tutte le regioni del mondo, a prescindere dalla dimensione delle imprese e delle organizzazioni. I mercati emergenti, le piccole città, le PMI, trarranno i medesimi vantaggi delle grandi imprese o dei paesi sviluppati”, ha aggiunto l’analista.

 

Il tutto a fronte di un costo del tutto marginale per le aziende: sempre secondo lo studio, infatti, la spesa per i servizi cloud è solo una piccola percentuale della spesa IT totale, attestandosi a 21,3 miliardi di dollari su un totale di spesa IT pari a 1.200 miliardi di euro.

 

Il grosso della spesa IT aziendale è infatti legata al mantenimento dei sistemi esistenti. Il passaggio al cloud, quindi a risorse gestite e mantenute da altri, genererà un certo risparmio sul budget, che potrà tradursi in nuova occupazione.

“Il cloud offre alle aziende nuovi, efficienti modi per ridurre le spese IT e investire in innovazione, creando crescita economica e nuove opportunità di occupazione”, ha sottolineato Robert Youngjohns, presidente di Microsoft North America.