Terminazione mobile: per l’OCSE, l’Italia tra i paesi con le tariffe più alte

di Alessandra Talarico |

Dal 2006 al 2011, tariffe giù del 53%. Secondo l’OCSE, ‘Tariffe più basse favoriscono la concorrenza, incoraggiano un maggiore utilizzo dei servizi mobili e aumentano il benessere generale dei consumatori’.

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Le tariffe di terminazione mobile applicate in Italia sono tra le più alte tra quelle dell’area Ocse, insieme a quelle di Estonia, Cile e Lussemburgo.

Lo rivela lo studio ‘Developments in Mobile Termination‘, basato sui dati di maggio 2011 e secondo il quale le tariffe mobili più basse sono quelle praticate in Israele e Corea. In Italia, le tariffe si attestano a 0,094 dollari (0,071 euro) al minuto, contro 0,02 dollari e 0,028, rispettivamente, in Israele e Corea.

 

La media Ocse è di 0,065 dollari al minuto e, rileva lo studio, i costi per chiamare un cellulare da un telefono fisso sono scesi del 53% dal 2006 al 2011. Sussistono tuttavia forti differenze tra un paese e l’altro, con tariffe che variano da 0,142 dollari al minuto in Estonia a 0,0007 dollari al minuto negli Usa.

 

La terminazione indica le tariffe all’ingrosso che i gestori si praticano vicendevolmente per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi al consumo. ma non solo: “Tariffe più basse – spiega il rapporto – favoriscono la concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni, incoraggiano un maggiore utilizzo dei servizi mobili e aumentano il benessere generale dei consumatori”.

Inoltre, è solo in quei paesi dove le tariffe sono prossime allo zero (in Canada non sono applicate e negli Usa sono bassissime, ad esempio) che i servizi VoIP innovativi sono in grado di affermarsi.

 

Il rapporto Ocse arriva in un momento di intenso dibattito, con i regolatori di entrambe le sponde dell’oceano che stanno discutendo della possibilità di eliminarle gradualmente.

“Le tariffe di terminazione – sottolinea ancora il rapporto – influenzano la flessibilità delle offerte al dettaglio” e quindi i prezzi praticati ai consumatori.

“Più alte sono le tariffe e maggiore è l’asimmetria, più difficoltoso sarà variare il costo al minuto delle chiamate. C’è anche una relazione – aggiunge l’Ocse – tra queste tariffe e il numero di minuti di telefonate effettuate sulle reti mobili: negli Usa, dove le tariffe sono tra le più basse dell’area Ocse, la media di utilizzo della telefonia mobile è molto più alta”.

“Tariffe più basse sono anche in grado di incoraggiare la concorrenza e l’innovazione. I nuovi entranti, con minori quote di mercato, tendono a essere più favorevoli a una loro riduzione rispetto agli operatori con maggiore potere di mercato. Allo stesso tempo, in paesi con tariffe basse sono stati sviluppati servizi che non sarebbero stati convenienti in paesi con alte tariffe di terminazione”.

 

Il rapporto sottolinea infine come ci sia ancora un ampio margine di riduzione delle tariffe, soprattutto in alcuni paesi.

“Questo permetterebbe agli operatori di sviluppare modelli di business meno dipendenti dai servizi voce”.