Key4biz

Frequenze: comincia l’era Mediaset per Ei Towers. Il board fiducioso sull’assegnazione ai broadcaster

Italia


Comincia l’era Mediaset per Ei Towers (società di nuova costituzione posseduta al 65% dall’azienda della famiglia Berlusconi tramite Elettronica Industriale), dopo la fusione con DMT. Ieri è stato nominato il Cda della nuova unità che avrà da discutere immediatamente di un tema molto caldo: la sospensione del beauty contest e le frequenze televisive.

Il board è guidato dal consigliere indipendente Alberto Giussani  e dagli amministratori delegati Guido Barbieri e Valter Gottardi, espressione di Mediaset.

Nel board siede anche Piercarlo Invernizzi, proveniente da Elettronica, e gli indipendenti Manlio Cruciatti e Michele Pirotta. A Richard Hurowitz, espressione di Octavian Advisors, è stato assegnato il seggio riservato alle minoranze. I due manager Carlo Ramella e Fabio Caccia, rispettivamente Coo e Cfo – che sono usciti dal Cda della capogruppo – restano invece nella controllata Towertel.

 

Barbieri ha spiegato che il 2012 sarà dedicato all’integrazione delle infrastrutture facendo leva su due punti di forza: Elettronica Industriale ha un’infrastruttura di livello tecnico estremamente elevato che fino allo scorso anno serviva fondamentalmente solo il cliente Mediaset, DMT ha invece la sua forza nella presenza sul mercato e nella sua clientela.

“Il provvedimento dell’Antitrust di dicembre, che ha autorizzato il merger, ci ha chiesto di agire più su quest’ultimo fronte, cioè sui servizi verso terzi, e quindi noi possiamo dirci felici di fare quello che ci ha chiesto l’Authority”.

 

In base al piano presentato in estate, il gruppo prevede una crescita composta annua dei ricavi del 4% con target a 268 milioni nel 2016 e un +11% medio per l’ebitda a 128 milioni.

 

C’è poi in ballo la possibile asta delle frequenze televisive che potrebbe generare nuovi ricavi dalla gestione di un altro multiplex: “Non abbiamo visibilità sui tempi – ha aggiunto Gottardi – ma sia fiduciosi sul fatto che le frequenze verranno assegnate a operatori broadcasting e non telefonici”.

 

Secondo le stime di Ei Towers, l’impatto potenziale dell’assegnazione delle frequenze potrebbe ammontare a ulteriori 18 milioni di ricavi dalla gestione full service di uno dei multiplex.

Aspettiamo di capire cosa intenda fare il governo sia dal punto di vista della tempistica sia delle modalità di assegnazione – ha detto Barbieri – potrebbe optare per una gara rivolta agli operatori telefonici o lasciare le frequenze appannaggio dei gruppi televisivi così come inizialmente previsto. E’ comunque non credibile che il processo di assegnazione porti risorse ingenti e paragonabili alle aste precedenti sulle frequenze telefoniche”.

 

E di frequenze ha parlato anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri: “Il beauty contest sospeso è il frutto di una campagna demagogica che, tra l’altro, ha portato il ministro Corrado Passera a dire che, siccome riduceva la pensione alle vecchiette non poteva regalare le frequenze a Mediaset. Non regalava niente, perché noi le frequenze ce le siamo comprate”.

Confalonieri ha poi spiegato che “noi nelle frequenze abbiamo investito un miliardo, in cui ci sono i quattrini di una legge del 2001 del Governo Amato che consentiva il trading delle frequenze”.

Il presidente di Mediaset  ha ricordato che, dopo l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue, il ministro Paolo Romani aveva ideato il beauty contest. “Ora non so come possano rimetterlo a posto – ha aggiunto – non so come Passera convincerà l’Europa sul rispetto dei criteri” per l’assegnazione delle frequenze.

 

Confalonieri ha espresso l’auspicio che “venga sgombrato il settore dalla demagogia facile“, perché “oggi è un settore in cui è difficile operare” a causa della concorrenza dei giganti di Internet come “Google“.

 

Un fattore che potrebbe poi ulteriormente movimentare il business italiano delle torri di trasmissione è l’ipotizzata cessione di Raiway da parte del gruppo per la quale i rumors segnalano l’interesse di Tower companies internazionali e di fondi infrastrutturali come F2i.

“Di sicuro ci aspettiamo tempi lunghi – ha concluso Barbieri – Anche se il governo Monti avviasse a breve un processo di riorganizzazione di Rai, la procedura per arrivare a una cessione dell’asset non è banale e richiederebbe una serie di passaggi”.

“Se Raiway finisse nelle mani di un soggetto terzo si aprirebbe lo scenario di un mercato con un competitor per Ei Towers. Per quanto ci riguarda non c’è alcun fascicolo aperto e noi siamo concentrati sull’integrazione Elettronica-DMT, poi però occorre dire che la presenza di un operatore unico è comunque una realtà che in altri Paesi esiste e funziona”.

Exit mobile version